palamara lotti renzi ermini lotito

PIANETA RENZI – BONINI: “FACILE A CONVINCERE I CONSIGLIERI LAICI DI 5STELLE E LEGA E LA MAGGIORANZA DEI TOGATI A VOTARE VIOLA AL POSTO DI LO VOI, A RALLENTARE LA PARTITA È DAVID ERMINI, IL DEPUTATO DEL PD ELETTO VICEPRESIDENTE DEL CSM GRAZIE ANCHE ALLA REGIA DI PALAMARA. LA COSA IRRITA MOLTO LOTTI CHE METTE IN CHIARO CHE ERMINI È STATO MESSO LÌ PER FARE QUEL CHE GLI VIENE DETTO DI FARE. NON PER MEDIARE CON IL QUIRINALE’’ - L'ATTRAZIONE DI LOTITO PER I GIUDICI NON È SOLO UNA CORTESIA DI BIGLIETTI OMAGGIO

Carlo Bonini per “la Repubblica”

Palamara Lotti Ferri

 

Dunque e di nuovo: ma perché diavolo il presidente della Lazio, Claudio Lotito, frequentava i conciliaboli notturni in cui Luca Palamara, consiglieri del Csm e i parlamentari del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti discutevano di chi avrebbe dovuto sedere alla Procura di Roma o a quella di Perugia?

 

luca lotti david ermini luca palamara

Lotito, parlando con Repubblica , la "butta in caciara", come si dice a Roma. Anzi, prende cappello: «Querelo tutti». Più o meno come Luca Lotti che, sottraendosi a qualsiasi domanda, in una nota tra lo stupefatto e il risentito, avvisa che «pur non avendo commesso alcun illecito, come se incontrarsi o cenare con il sottoscritto sia diventato il peggiore dei reati», il suo nome «è stato tirato in ballo a sproposito».

E, per questo, «alla fine di questa storia, se ne stia certi, chiederò a tutti conto delle accuse infondate e infamanti nei miei confronti».

MATTEO RENZI LUCA LOTTI

 

Il candidato di Lotti Bisogna prenderne atto. E tuttavia, la storia documentata dall' inchiesta di Perugia, racconta altro. A cominciare proprio da Luca Lotti, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Renzi e ministro dello sport nel governo Gentiloni. Le sue conversazioni con Palamara intercettate dal "trojan" del Gico della Guardia di Finanza lo sorprendono impegnato a discutere di chi debba essere - e soprattutto di chi non lo debba - il futuro Procuratore di Roma, il titolare cioè dell' ufficio che sosterrà l' accusa nei suoi confronti nel processo Consip, per cui è stato rinviato a giudizio.

 

viola

Lotti vuole che sia Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, che conosce e di cui evidentemente si fida. Mentre non fa mistero della sua ostilità per l' altro candidato, anche lui a Firenze, ma Procuratore della Repubblica, Giuseppe Creazzo, ontologicamente inaffidabile, se non addirittura percepito come ostile, per aver travolto con le sue indagini la famiglia Renzi.

 

ermini eletto vicepresidente del csm 2

Nella seconda settimana di maggio, all' indomani dell' uscita di Pignatone (8 maggio), Lotti vuole dunque che si proceda con Viola. E vuole soprattutto che la nomina venga fatta in fretta, infischiandosene degli inviti del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a procedere alle audizioni dei tre candidati alla sua successione (Lo Voi, Creazzo e Viola) perché la discussione in seno al Consiglio sia meditata e trasparente.

 

david ermini

La timidezza di Ermini Ebbene, Palamara e la corte di consiglieri che partecipano a quei convivi singolarmente a notte alta, si lamentano che, mentre è stato facile imbarcare nella corsa a Viola i consiglieri laici di 5Stelle e Lega e convincere la maggioranza dei togati a cambiare il candidato di bandiera presentato dalla stessa Magistratura Indipendente (Viola al posto di Lo Voi), a rallentare la partita sia l' indecisione di David Ermini. Proprio lui, il deputato del Pd per giunta eletto vicepresidente del Consiglio con i voti delle correnti Magistratura Indipendente e Unicost e grazie anche alla regia di Palamara. La cosa irrita molto Lotti che, almeno in un' occasione, mette in chiaro che Ermini è stato messo lì per fare quel che gli viene detto di fare. Naturalmente da lui, da Lotti. Che, insomma, è li per fare la cinghia di trasmissione. Non per mediare con il Quirinale.

palamara - lotito

 

Il "candidato" di Lotito Come se non bastasse, alla qualità dei conciliaboli notturni sul futuro procuratore di Roma porta del suo, come abbiamo raccontato ieri, anche Lotito. Legato a Cosimo Ferri, esattamente come a Palamara, da una frequentazione che va indietro negli anni, il presidente della Lazio porta indubbiamente in dote i biglietti omaggio della sua squadra (al consigliere Luigi Spina), ma, si scopre, in quelle riunioni carbonare mette bocca eccome.

 

michele vietti saluta claudio lotito

Sia inteso: Lotito è un orecchiante. È la cifra per cui è conosciuto in città. Ascolta, riferisce, dice, si agita, spende amicizie che non ha. Saltabeccando da una cena all' altra. E la Procura di Roma, che può creargli qualche grana, non fa eccezione. In aprile, va dicendo in giro che ha un misterioso "candidato" per Roma. E nessuno sa di chi si tratti. Anche se qualcuno ipotizza sia il magistrato che, in quello stesso mese, a Roma, comincia la sua campagna elettorale. È Francesco Prete, procuratore di Velletri, che si è candidato alla successione di Pignatone al Csm e che in qualche cena spiega come sia venuto il momento di archiviare la stagione di Pignatone con una discontinuità.

 

lotito salvini

Quale che fosse il candidato millantato o orecchiato da Lotito resta un mistero. È un fatto, al contrario, che Lotito e Palamara si parlino. E che Lotito condivida il piano che deve portare l' ex presidente dell' Anm ora indagato per corruzione a Perugia a procuratore aggiunto di Roma, affiancando Antonello Racanelli.

 

Il giudice sul charter della Lazio Già, è una passione quella per i giudici che Lotito coltiva. E con cui, per dire, ha fatto suo Sergio Santoro, presidente di sezione del Consiglio di Stato. Santoro viene per mesi indagato per corruzione dalla Procura di Roma su una chiamata di correo nell' inchiesta sulle tangenti per aggiustare le sentenze amministrative che travolge Fabrizio Centofanti e gli avvocati Pietro Amara e Giuseppe Colafiore (la stessa Procura, nei giorni scorsi, ha chiesto l' archiviazione della posizione di Santoro).

SERGIO SANTORO

 

Ma quel che è interessante è che il suo legame con Lotito sia saldo come la gomena di una nave. Il magistrato, per dire, è stato ospite della villa a Cortina del presidente della Lazio (dove, ogni Natale, ama mettere a tavola i suoi amici magistrati), è sul charter che, il 23 aprile, porta la squadra a Milano per le semifinali di coppa Italia ed è, soprattutto, negli organi della giustizia federale calcistica, dove lo ha voluto proprio Lotito.

luca palamara 6

 

E accade che, a fine maggio, da presidente del collegio della Corte di appello Federale, Santoro debba decidere del ricorso del Palermo che, il 13 maggio, si è visto retrocedere dalla serie B in C da una pronuncia del tribunale federale per illecito amministrativo. Una pronuncia che salva dalla retrocessione in C la Salernitana, di cui, caso vuole, Lotito sia proprietario.

 

SERGIO SANTORO

Il 29 maggio, Santoro si asterrà non perché amico di Lotito ma perché ancora indagato a Roma e la Corte Federale ribalterà la sentenza. Ma, forse, qualcosa dice che l' attrazione di Lotito per i giudici non è solo una cortesia di biglietti omaggio.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…