
LA PACE IN EUROPA È FINITA MA DOBBIAMO PREPARACI ALLA GUERRA? - IL PIANO DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER AFFRONTARE UN'OFFENSIVA MILITARE, UN ATTACCO HACKER DIROMPENTE O DISASTRI AMBIENTALI: I CITTADINI DEVONO PREPARARE UNA "BORSA DELLA RESILIENZA" CON IL MATERIALE PER SOPRAVVIVERE ALMENO 72 ORE (ACQUA, VIVERI, MEDICINE E BATTERIE) - NEI PRIMI TRE GIORNI DALLO SCOPPIO DI UN CONFLITTO, GLI STATI POTREBBERO NON GARANTIRE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, CHE SE LA DEVE CAVARE DA SOLA - IL REPORT DA BRIVIDI DELL'EX PRESIDENTE FINLANDESE, SAULI NIINISTO: "DOBBIAMO PREPARARCI A UN'AGGRESSIONE ARMATA CHE COLPISCA UNO O PIÙ STATI MEMBRI"
1 - FARMACI, RIFUGI E PROVVISTE COMUNI COSÌ L'UE SI PREPARA A UN ATTACCO
Estratto dell'articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
VLADIMIR PUTIN ALLE ESERCITAZIONI MILITARI VOSTOK
Un sistema di stoccaggio europeo per garantire, in caso di necessità, l'accesso a tutte le risorse critiche, come farmaci, batterie di ricarica, ma anche prodotti agroalimentari e acqua. Con linee-guida per assicurare ai cittadini un'autosufficienza di almeno 72 ore e informarli sulla «disponibilità di rifugi».
E poi maggiore interoperabilità tra le forze civili e quelle militari, un sistema europeo di sorveglianza satellitare, una nuova piattaforma Ue per la gestione delle crisi e iniziative per assicurare «la resilienza delle funzioni vitali della società» in caso di «incidenti e crisi su larga scala», incluso lo scenario di una guerra.
un soldato tedesco abbraccia ursula von der leyen
Sono alcune delle azioni che la Commissione elenca nella sua "Strategia dell'Unione europea per la preparazione", il nuovo piano per rispondere alle minacce che oggi sarà presentato dalla vicepresidente esecutiva, Roxana Minzatu e dalla commissaria, Hadja Lahbib.
Trenta azioni concrete in sette diverse aree per provare a estendere a livello europeo l'approccio già in vigore nei Paesi scandinavi, seguendo l'indicazione arrivata dal report realizzato dall'ex presidente finlandese, Sauli Niinisto.
«L'Europa si trova di fronte a una nuova realtà, caratterizzata da rischi crescenti e profonda incertezza» si legge nella bozza del documento che La Stampa ha visionato in anteprima. Tra questi rischi ci sono quelli legati «agli eventi meteorologici estremi», quelli dovuti a «emergenze sanitarie come il Covid» oppure quelli provocati da «attacchi ibridi e informatici».
L ESERCITAZIONE MILITARE VOSTOK 2022
Ma non solo: «Dobbiamo prepararci a incidenti e crisi su larga scala e intersettoriali, inclusa la possibilità di aggressione armata, che colpiscano uno o più Stati membri». Secondo l'Unione europea, lo scenario di una guerra non è più soltanto teorico e quindi la parola d'ordine è «preparazione».
Bisogna preparare le istituzioni, le imprese, le infrastrutture, ma soprattutto bisogna preparare la società: «La consapevolezza del rischio e delle minacce – recita il documento – è essenziale per assicurare che tutti i cittadini diventino partecipanti attivi nella prevenzione dei rischi». Tanto che «la Commissione proporrà una Giornata annuale della preparazione dell'Ue» e chiederà agli Stati di includere questo tema «nei programmi di istruzione scolastica e nella formazione del personale docente». Serve, in sostanza, «una nuova mentalità».
ursula von der leyen tra i soldati
L'iniziativa parte dal presupposto che le minacce ambientali, sanitarie e militari sono al giorno d'oggi più che concrete ma l'Ue non è pronta ad affrontarle, come si è dimostrato per esempio con il Covid e come si dimostra ogni volta che si verificano eventi meteorologici estremi. […]
Il primo passo è quello della «previsione e dell'anticipazione». Tra le iniziative, la Commissione vuole sviluppare una valutazione del rischio su base europea nella quale giocherà un ruolo cruciale il ruolo della Siac, la Single Intelligence Analysis Capacity, che sarà rafforzata entro la fine del 2025 e diventerà il punto di accesso unico per l'intelligence degli Stati membri. Verrà poi introdotto quello che viene definito un «cruscotto di crisi per i decisori» per facilitare il coordinamento tra la Commissione, l'Alto Rappresentante e gli Stati membri.
giorgia meloni nella camionetta dell esercito
Sarà istituito un servizio satellitare governativo per l'osservazione della Terra e rafforzato il Centro di coordinamento per la risposta alle emergenze che è stato attivato costantemente durante l'epoca del Covid. Cruciali saranno poi le partnership con alcuni Paesi extra-Ue, ma anche con le istituzioni multilaterali (Onu) e la Nato.
L'idea è di rivedere inoltre il meccanismo di protezione civile dell'Unione «per migliorarne l'efficacia» e di proporre una strategia di stoccaggio dell'Ue per garantire l'accesso ad alcune risorse critiche. I governi dovranno inoltre sviluppare sistemi di comunicazione dei rischi alla popolazione, sia prima (con sistemi d'allerta in tempo reale) che durante (anche contrastando la disinformazione).
Fondamentale sarà poi la cooperazione tra il pubblico e il privato (attraverso la creazione di task force per individuare anche le criticità nelle catene di approvvigionamento) e soprattutto quella tra le autorità civili e militari […]
2 - GUERRA E ALTRI DISASTRI LA GUIDA DELL’UNIONE CONTRO LE EMERGENZE
Estratto dell'articolo di Claudio Tito per “La Repubblica”
coronavirus kit sopravvivenza 3
Un vero e proprio kit di sopravvivenza. Con acqua, viveri, medicine e batterie. Per resistere almeno tre giorni. Settantadue ore per non morire in caso di guerra, di disastro naturale o di qualunque altro stato di crisi. È questa l’esortazione che l’Unione europea lancia alle famiglie europee: dotarsi di una scorta in caso di crisi. Per tenere duro senza aiuti esterni.
Un allarme — che sparge anche una bella dose di ansia sui cittadini — contenuto nella “Strategia di preparazione dell’Unione” che sarà presentata stamattina dalla Commissaria, appunto, alla gestione delle crisi, la belga Hadja Lahbib, e dalla Commissaria agli affari sociali, la rumena Roxana Minzatu. Si tratta di un documento che in teoria dovrebbe preparare le famiglie nel caso in cui gli eventi — tutti i tipi di eventi — in qualche modo dovessero precipitare.
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Un po’ come durante la guerra fredda c’era chi si costruiva un bunker casalingo. «Dobbiamo prepararci a incidenti e crisi intersettoriali su larga scala, compresa la possibilità di un’aggressione armata — si legge — che colpiscano uno o più Stati membri». Durante e dopo la pandemia si parlava di “policrisi”, ecco anche se di natura diversa il timore è lo stesso: che un’emergenza ne provochi a catena un’altra e un’altra ancora.
L’esecutivo europeo, è dunque convinto che «in un contesto di aumento dei rischi naturali e antropogenici e di deterioramento delle prospettive di sicurezza per l’Europa, è urgente che l’Ue e i suoi Stati membri rafforzino la loro preparazione». Soprattutto irrobustiscano «la resilienza dell’Europa di fronte alla violenza armata che potrebbe essere messa alla prova in futuro».
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Insomma Palazzo Berlaymont descrive un potenziale scenario di guerra o di catastrofi. Per questo propone — ovviamente si tratta di consigli e non di obblighi — 30 azioni in grado di affrontare l’emergenza almeno nel breve periodo. E allora oltre alle “razioni K”, immagina manovre congiunte tra i paesi partner e corsi specializzati per giovani e adulti. L’importante è «dispiegare tutti i mezzi possibili». […]
La premessa di ogni valutazione è che negli incidenti il periodo iniziale è sempre il più critico: bisogna resistere alle prime 72 ore. In caso di disastro ambientale verranno emesse delle linee guida per sopravvivere fino a quando la fase più dirompente non sarà finita. Verrà istituita pure una piattaforma digitale per informare su rischi e possibili rifugi su tutto il territorio comunitario. Nello stesso tempo i 27 dovranno coordinare le riserve di farmaci, cibo e energia.
Non c’è dubbio che queste indicazioni sono il prodotto della guerra in Ucraina e delle minacce russe e si inseriscano in un quadro più ampio di risposte che passa dal riarmo alle contromisure per evitare le conseguenze del cambiamento climatico fino alla difesa delle infrastrutture.
Perché oltre alla “classica” guerra, i pericoli possono derivare da cyberattacchi in grado di mettere in crisi le reti energetiche o bancarie. Sistemi la cui essenzialità è stata evidenziata negli ulti mi anni. Oppure potrebbero essere affrontati sabotaggi a cavi sottomarini (come già accaduto nel mare del Nord), oleodotti o gasdotti. I disastri climatici poi potrebbero determinare incendi, siccità o inondazioni.
VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI
[…] A ottobre scorso il report sulla difesa prevedeva già soluzioni analoghe e durante il Covid venne predisposta una guida per gestire le situazioni di emergenza. «Se non si migliora la capacità strutturale delle nostre società di gestire i rischi, i costi umani, economici e sociali del cambiamento climatico — si legge — non faranno che aumentare nei prossimi anni».