AMMUCCHIAMOCI O NO? - LA PIETOSA DANZA DI CORTEGGIAMENTO DEL PD AI 5 STELLE PER LE REGIONALI. QUEGLI INGRATI DEI GRILLINI NON VOGLIONO EMILIANO IN PUGLIA, LUI CHE FU UNO DEI PRIMI (CON BOCCIA) A PROPORRE QUEST'UNIONE CONTRO NATURA. IN CAMPANIA DE LUCA È AVANTI MA I VECCHI MARTUFI DELLA POLITICA LOCALE NON HANNO ANCORA DECISO CON CHI SCHIERARSI. L'UNICA CERTEZZA DEL PD PER ORA È LA TOSCANA
Alessandro De Angelis per www.huffingtonpost.it
GIUSEPPE CONTE MICHELE EMILIANO
Dovevate vedere la faccia sconsolata di Francesco Boccia, senza più neanche la forza di arrabbiarsi, al termine di una telefonata sulla Puglia: “Questi dei 5 stelle ci dicono ‘cambiate Emiliano e facciamo l’alleanza’, il che non è possibile, per chi poi? È da impazzire, non si capisce con chi parlare di questi: i locali per conto loro, i nazionali per conto loro, poi, dopo che si perde, si pentono”. Stesse parole che Andrea Orlando, impegnato in prima persona in Liguria, ha consegnato a Nicola Zingaretti: “È da impazzire”. Ma questo è un altro discorso.
Torniamo alla Puglia, la nuova Emilia Romagna, dove il centrosinistra non perde dal 2005, quando – corsi e ricorsi – Nichi Vendola sconfisse Raffaele Fitto. Stavolta è a rischio, così a rischio che al Nazareno, altro corso e ricorso, alla fine sperano che si candidi Adriana Poli Bortone, una che odia Fitto, almeno si spacca la destra:
MICHELE EMILIANO LUIGI DI MAIO
“La verità - dicono nelle stanze del Pd - è che di certo c’è solo la Toscana. De Luca è avanti, ma di questi tempi è tutto a rischio, Emiliano invece è sotto”. A proposito, si è messo avanti col lavoro Vicienzo, teorico delle clientele come Cristo comanda. Qualche giorno fa, Clemente Mastella si è precipitato nello studio di Lorenzo Cesa, vecchi volponi. Mastella è Mastella, sindaco di Benevento, voti personali.
Sua moglie Sandra, invece, che lo aspettava sotto l’ufficio, è senatrice di Forza Italia: “Lorenzo, sono venuto a chiederti il simbolo dell’Udc per poi andare a fare l’accordo con De Luca assieme a Ciriaco e Cirino”. Nel senso di De Mita e Pomicino. Vuoi mettere, croce su croce, quel simbolo vale oro. L’altro, cordiale: “Clemente, non se ne parla, quel simbolo è mio, e faccio l’alleanza col centrodestra”.
MICHELE EMILIANO LUIGI DI MAIO
Il cronista sa che il vero termometro è questo, più attendibile di un sondaggio perché i trasformisti vanno sempre verso il vincitore annunciato. In Puglia sta accadendo l’opposto. Emiliano perde pezzi, pezzi di centrodestra, destra, gente buona per tutte le stagioni che aveva imbarcato la volta scorsa. Il primo ad andarsene è stato Leonardo Di Gioia, che Emiliano aveva nominato assessore regionale all’Agricoltura: da An veniva e a destra torna.
Sente il richiamo della foresta anche Napoleone Cera, consigliere regionale, classico macinavoti, figlio d’arte. Il padre, Angelo, è uno storico notabile dell’Udc. I due hanno anche avuto qualche disavventura giudiziaria: finiti ai domiciliari, furono revocati quando Napoleone si dimise dalle commissioni regionali di cui era competente. I ben informati raccontano che magari non cambiano casacca, chissà, ma certo daranno una mano al vecchio amico Raffaele, Simeone Di Cagno Abbrescia, ex sindaco di Bari, di centrodestra, che Emiliano ha nominato presidente dell’acquedotto pugliese e Massimo Cassano, ex senatore di centrodestra, piazzato all’agenzia della formazione regionale. E siamo solo all’inizio, le liste sono ancora in corso d’opera.
RAFFAELE FITTO E IL SIMBOLO DEL SUO MOVIMENTO
È il Sud, bellezza: l’inamovibilità del notabilato, ciò che resta del voto organizzato, le liste come conferma dei peggiori luoghi comuni, il “Franza o Spagna”. Ecco un campione. Aldo Patriciello, re delle cliniche molisane e proprietario anche qualche clinica in Campania, mangiavoti come pochi ormai in Italia, eletto alle scorse Europee con Forza Italia. In un’intervista al Fatto ha annunciato che sosterrà Vincenzo De Luca: “Essere dialogante è la mia natura e la mia natura è la mia forza. E Clemente (sempre Mastella, ndr) è un amico”.
Altra sua amica è Flora Beneduce, consigliere regionale di Forza Italia, che si è fatta una lista e sosterrà Vicienzo. Flora Beneduce è la vedova dello storico ras democristiano, Armando De Rosa, assessore alla Sanità e ai Lavori pubblici ai tempi del terremoto dell’80. Fu arrestato un paio di volte. La seconda, raccontò di aver portato una tangente di 300 milioni ad Antonio Gava che però rimase deluso: “Armà, so’ pampuglie (spiccioli, ndr).
Finito il sondaggio: Puglia seriamente a rischio, Campania moderato ottimismo. Metodi: i soliti. Qualcuno ha anche consigliato a Zingaretti di cambiare Emiliano. Anche lui, l’uscente, sente l’aria. Ed è il primo ad essere preoccupato. Il secondo mandato non è stato entusiasmante, tra le critiche sulla Xylella e le polemiche col Governo sull’Ilva. È, oggettivamente, il candidato più divisivo.
clemente mastella vincenzo de luca
Il problema è che è tardi per costruire una via d’uscita, visto che in Puglia si sono fatte le primarie poco tempo fa. Lì la vera candidatura spendibile è il sindaco di Bari, Antonio Decaro, molto amato a Bari dal popolo, fissato per i trasporti e per le strade pulite. Ma, appunto è tardi per cambiare. Previsioni, al momento: quattro a due per il centrodestra, se oltre alla Toscana tiene De Luca. Come si dice in questi casi, al Nazareno firmerebbero per un pareggio.