giuseppe conte luigi di maio sergio mattarella matteo renzi silvio berlusconi

LA PIETRA TOMBALE SUL CONTE-TER POTREBBERO METTERLA I GRILLINI - SE LA DELEGAZIONE M5S SI PRESENTASSE OGGI DA MATTARELLA RIBADENDO CHE NON C’E’ ALCUN MARGINE PER FARE PACE CON RENZI, VA ALLE ORTICHE LA SPERANZA DI CONTE DI TORNARE A PALAZZO CHIGI - A QUEL PUNTO IL CAPO DELLO STATO PROVEREBBE A GIOCARE LA CARTA DISPERATA DI UN GOVERNO DI SALVEZZA NAZIONALE (COSA DIRÀ IL CENTRODESTRA?) - SE PURE QUELLA ANDASSE MALE, NON RESTEREBBERO CHE LE ELEZIONI…

Ugo Magri per “la Stampa”

 

giuseppe conte sergio mattarella

Chi potesse sbirciare nel taccuino del presidente, al termine di una giornata per lui estenuante, vi troverebbe scritto che la soluzione della crisi rimane un puzzle e, come al solito, Matteo Renzi ci ha messo del suo per renderlo più impegnativo. Ma per quanto difficile sia trovare una via d' uscita, non è ancora il momento di gettare la spugna.

Rimane uno spiraglio. Durante il colloquio con la delegazione di Italia Viva non è mai risuonato alcun veto personale nei confronti di Giuseppe Conte. Qualcuno sostiene il contrario, ma tra gli appunti presidenziali quel «no» chiaro e definitivo non risulta.

 

renzi mattarella

Al cospetto di Sergio Mattarella è stato sollevato invece un problema preliminare che coincide, sostanzialmente, con quanto Renzi ha dichiarato davanti alle telecamere: esiste ancora una maggioranza che comprenda Italia Viva? E se non c' è più, può essere ricostituita?

 

Il dubbio ha un suo fondamento, non soltanto per via degli anatemi piovuti nei giorni scorsi sul senatore di Rignano colpevole di avere aperto la crisi («è inaffidabile, mai più con lui»), ma anche per via delle preclusioni emerse ieri mattina da parte di Leu e pure alla luce di certe titubanze Pd nella persona del suo segretario, Nicola Zingaretti: qualcuno si sarebbe aspettato, forse, che si spendesse di più per mettere pace con Renzi, e invece no.

 

conte mattarella

Dunque, nell' ottica del Quirinale, Italia Viva non ha sbattuto la porta in faccia a Conte, ma ha chiesto di definire innanzitutto il perimetro dell' alleanza magari affidandosi a qualche «esploratore». Il che determina due conseguenze. La prima: niente incarico, almeno per ora, al presidente del Consiglio dimissionario. Difatti Conte sarebbe la persona meno indicata per «esplorare» su se stesso.

 

boschi renzi

Si troverebbe in una condizione, umana e politica, di grave imbarazzo. Questa missione andrebbe ragionevolmente svolta da qualcun altro. Per cui ieri sera si accavallavano molte ipotesi su chi potrebbe essere (anzitutto il presidente della Camera Roberto Fico, oppure la ministra dell' Interno Luciana Lamorgese), senza escludere l' eventualità che sia Mattarella in persona a condurre un nuovo giro di consultazioni.

giuseppe conte e luigi di maio

 

Ma al Quirinale c' è enorme prudenza al riguardo, in quanto ancora non siamo affatto a questo punto. Per esplorare l' esistenza di una maggioranza comprensiva di Italia Viva, viene fatto notare, bisogna che nel frattempo qualcuno non la faccia saltare in aria.

Ecco dunque la seconda conseguenza della mossa di Renzi: tutti gli occhi, dal Colle, sono puntati sui Cinque stelle. Se la delegazione grillina si presentasse nel pomeriggio da Mattarella ribadendo che no, loro non sono disposti a fare pace con Renzi, in quel caso metterebbero una pietra tombale pure sul Conte ter.

 

di maio zingaretti conte

Chiaro il motivo: Italia Viva si chiamerebbe fuori, e incaricare di nuovo il premier uscente sarebbe a quel punto perfettamente inutile, si ragiona dalle parti del Quirinale, perché mancherebbero i numeri in Parlamento. La palla passa dunque ai pentastellati, tutto dipende da ciò che diranno oggi alle 17. Se si ravvederanno su Renzi, potrà seguire un ulteriore approfondimento. Se insisteranno nel «niet», allora Mattarella sarebbe costretto a voltare pagina.

RENZI ZINGARETTI

 

Qui entriamo sul terreno minato delle supposizioni. Tutto fa ritenere che il capo dello Stato proverebbe a giocare la carta disperata di un governo di salvezza nazionale (a questo proposito sarà interessante sentire che cosa dirà alle 16 la delegazione del centrodestra). E se pure quella andasse male, non resterebbero che le elezioni. A parole nessuno le desidera, ma forse qualcuno sta barando.

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER