LA RESURREZIONE DEL NANO – IL TERZISTA PIGI BATTISTA SI TOGLIE IL SASSOLINO DAL MOCASSINO: “REPUBBLICA E L'UNITÀ SONO COSÌ ABBACINATI DAL POTERE SOVRANNATURALE DELLA TV, DA PENSARE CHE UNO SHOW ABBIA ‘RESUSCITATO’ BERLUSCONI - SI PUÒ AVERE TUTTA L'OSTILITÀ PER SANTORO, MA NON LO SI PUÒ DETESTARE A GIORNI ALTERNI, SOLO PER CONVENIENZA POLITICA”…

Pierluigi Battista per il "Corriere della Sera"

Sono così abbacinati da ciò che fantasticano come il potere sovrannaturale dalla tv, da pensare che uno show televisivo abbia addirittura «resuscitato» Berlusconi. Che esagerazione. Non è che Berlusconi esistesse di già: no, dato che il sinedrio degli intelligenti ha decretato che Berlusconi non esiste più, ergo il cadavere è stato riportato in vita da chi «oggettivamente» fa il gioco della destra. La lettura dei commenti di Repubblica e dell'Unità su Berlusconi a «Servizio pubblico» provoca la vertigine di un andirivieni temporale.

Promette un nostalgico tuffo nel passato: il sospetto di una torbida collusione con il Nemico («oggettivamente», beninteso). E apre lo scenario del futuro: l'invenzione della tv scaramantica, quella che non deve parlare di qualcuno altrimenti l'innominabile resuscita. Quella tv che ignora, fa finta di niente. E che il Nemico lo «silenzia». Ma «silenziare» non era una brutta parola?

Muovono a Santoro un'accusa politica (sulla questione televisiva in senso stretto, il nostro Aldo Grasso ha scritto parole definitive): aver dato un palcoscenico a Berlusconi. Sabina Guzzanti, che della politologia conosce ogni raffinatezza, lo ha anche twittato: «Servizio pubblico, non mi avete convinto, non voto Berlusconi». È chiaro il messaggio? «Servizio pubblico» avrebbe fatto un gigantesco spot elettorale per Berlusconi. E come avrebbero potuto evitare questo crimine contro l'umanità della sinistra perbene? Semplicemente non facendo la trasmissione, è ovvio. Dicono: l'ha fatto per l'audience.

E che c'è di male se una trasmissione televisiva attira spettatori, se un giornale si fa vendere in edicola, se un libro tira molte copie? Dicono: Santoro non è stato duro. E che avrebbe dovuto fare, malmenarlo? Ma dicono anche: hanno fatto uno scontro finto. Si mettano d'accordo allora, o lo scontro non c'è stato oppure lo scontro è stato troppo duro: tertium non datur, direbbe Eugenio Scalfari che sfoggia le citazioni latine e sferza il terzismo. Dicono: hanno inscenato uno spettacolo vecchio, indigeribile.

Veramente l'hanno digerito in quasi nove milioni. Dicono: ma il popolo è bue. Facile dirlo, dal basso dell'insuccesso. Dicono: ma ha dato modo a Berlusconi di sfoggiare la sua bravura di showman. Ma Berlusconi è un bravo showman a prescindere, non c'era bisogno di Santoro per scoprirlo. Ha vinto la corrida di «Servizio pubblico». Complimenti.

Si può avere tutta l'ostilità per Santoro, ma a un patto: non lo si può detestare a giorni alterni, solo per convenienza politica. Quando Santoro fa il predicatore, fa abbastanza ridere. Ma se mette in scena un contraddittorio pesante, spettacolare, senza sconti, perché accusarlo di connivenza con il Nemico? Per una superstizione, appunto. La superstizione secondo la quale un fenomeno esiste solo perché appare in televisione. Brutto contrappasso per gli eredi dei Lumi: scoprire che, quando accendono la tv, corrono a toccare terrorizzati il cornetto rosso.

 

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