pisapia renzi sala majorino

MADUNINA DEI MIEI CEFFONI - PISAPIA E SALA SE LE SUONANO DI SANTA RAGIONE! IL SINDACO NON VUOLE LA CANDIDATURA DEL COMMISSARIO E QUESTI RILANCIA: “ALLORA CANDIDATI TU” - PERCHÉ PISAPIA TIENE COSÌ TANTO ALLA CANDIDATURA DELLA BALZANI?

SALA PISAPIASALA PISAPIA

1 - DAGOREPORT

È da settimane che Pisapia e Renzi sono impegnati in un braccio di ferro sulla data delle primarie e sulla candidatura di Giuseppe Sala che Pisapia non riesce proprio a digerire. Tanto che, in ogni apparizione pubblica, Pisapia rifila bordate a Sala, considerato dalla sinistra Pd e quel che resta di Sel come troppo “di destra”. Sarà.

 

Ma gli addetti ai livori milanesi fanno notare che non solo Pisapia non intende ricandidarsi e non ha saputo creare un candidato “naturale” alla successione ma non vuole uscire di scena. Pensando di poter indossare i panni del king maker, il sindaco vuole tirare la volata all'assessore al Bilancio del comune di Milano Francesca Balzani (gia europarlamentare e assessore a Genova. Sponsorizzata a Roma da Fassina, Pollastrini e Cigl).

 

PISAPIA SALA BALZANIPISAPIA SALA BALZANI

Ma perché Pisapia tiene così tanto alla Balzani? Le malelingue sotto il Duomo sostengono che l’ex europarlamentare sia stata molto importante nella crescita professionale di Francesco Cerruti, figlio di primo letto di Cinzia Sasso moglie di Pisapia.

 

Si vocifera anche che Cerruti, che lavora al Parlamento europeo (ora è assistente dell'europarlamentare Alessia Mosca), sarebbe pronto a gestire la campagna elettorale della Balzani, dopo essere già stato project manager del “Comitato Pisapia x Milano” tra il 2010 e il 2011.  

 

2 - LA SFIDA DI SALA: CORRA PISAPIA, LUI NON DIVIDE MILANO, SPACCATURE NEL CENTROSINISTRA E IPOTESI BALZANI. IL COMMISSARIO DI EXPO RESTA IN CAMPO E CONTRATTACCA

Elisabetta Soglio per il “Corriere della Sera”

pisapia e cinzia sasso foto riccardo schitopisapia e cinzia sasso foto riccardo schito

 

Gli hanno chiesto di candidarsi, ha accarezzato l’idea, poi gli hanno detto (alcuni) che la sua figura avrebbe spaccato il centrosinistra, poi ancora hanno costruito e lanciato il «piano B», quello che piace al sindaco Giuliano Pisapia secondo il quale (lo aveva detto al premier Matteo Renzi quattro mesi fa) la sua vice Francesca Balzani è la persona adatta a far proseguire il «progetto arancione».

PISAPIA E CINZIA SASSO ALLA PRIMA DELLA SCALA 2013PISAPIA E CINZIA SASSO ALLA PRIMA DELLA SCALA 2013

 

E lui, Giuseppe Sala, il candidato prima invocato e adesso un po’ nel mirino, rilancia: «La figura ideale per non dividere la coalizione ce l’abbiamo e si chiama Giuliano Pisapia. Mi auguro quindi che ci ripensi e torni in campo per tenere insieme tutti, cosa che saprebbe fare sicuramente meglio di me».

 

La provocazione di Sala arriva nel giorno in cui le agenzie annunciano che entrerà nell’advisory board di Wpp, la multinazionale leader mondiale nel campo delle comunicazioni. Poche settimane fa era stato invece nominato nel cda di Cassa depositi e prestiti: per dire, insomma, che le quotazioni di mister Expo almeno all’esterno del mondo politico sono salite.

 

FRANCESCA BALZANIFRANCESCA BALZANI

E Sala ieri ma anche nei giorni precedenti (venerdì scorso è stato avvistato a casa di Carlo De Benedetti, ad esempio) ha ricordato ad alcuni interlocutori del Pd che lo stanno sondando o che continuano a sostenere la sua discesa in campo per Palazzo Marino che non è stato lui a costruire questo progetto: «Mi avete cercato, non mi sono mai offerto» è il suo refrain.

 

E l’accusa di aver troppo tentennato finora, diviso fra la voglia di portare avanti altri progetti e la passione per la città che gli ha dato tutto dal punto di vista professionale? «Fino a fine dicembre devo occuparmi ancora di Expo, perché in alternativa dovrei dimettermi o, cosa ancora meno dignitosa, farmi chiedere di lasciare la società», ripete ostinato. Che è un concetto molto, molto diverso dal dire: «Io non ci sono».

 

FRANCESCA BALZANIFRANCESCA BALZANI

La battaglia tra Sala e Pisapia pare destinata però a sfociare anche in un altro braccio di ferro, quello fra il sindaco e il premier: il primo si fa forte dei molti che hanno mal digerito la decisione di Renzi e della segreteria di rinviare le primarie a marzo. Ne hanno parlato ieri mattina con Pisapia anche i due segretari milanese e lombardo, Pietro Bussolati e Alessandro Alfieri, e si potrebbe avviare una mediazione con Roma per avere una deroga milanese.

 

Molti poi non vedono di buon occhio il fatto che Renzi abbia in più occasioni ripetuto la propria stima per Sala e la sua riconoscenza per il lavoro svolto in Expo. Ed ecco che su questo terreno di malumori e indecisioni, Pisapia riesce a far attecchire il proprio progetto su cui sicuramente convergerebbe tutto il mondo di sinistra che invece non ha voglia di dare il voto a Sala.

RENZI SALARENZI SALA

 

Difficile dire come finirà: Sala resta in pista, Balzani è pronta. L’incontro fra Renzi e l’ad di Expo previsto per lunedì è stato rinviato dal premier impegnato nella gestione della ben più importante e delicata partita internazionale. Ma forse a entrambi serviva prendere ancora tempo: il voto è a giugno, c’è ancora tanta strada davanti .

 

 

PISAPIA RENZI 1PISAPIA RENZI 1

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…