“PIU’ TURISTI, MENO MIGRANTI” - ROBERTA LOMBARDI SGUAINA IL SUO PROGRAMMA PARA-LEGAIOLO: “SERVE UN FRENO SULLE POLITICHE IMMIGRATORIE - SE DEVO PENSARE AD UN MODELLO DI ACCOGLIENZA NELLA REGIONE PENSO A PIÙ TURISTI CHE RIVITALIZZANO LE ECONOMIE LOCALI, NON ALL'ACCOGLIENZA AI MIGRANTI FATTA IN MANIERA INCONTROLLATA”
Alessandra Longo per “la Repubblica”
roberta lombardi virginia raggi
Più turisti meno migranti». Finalmente Roberta Lombardi, candidata 5 Stelle alla Regione Lazio, scioglie con la consueta ruvidezza il dilemma esistenziale che affligge i cittadini che vivono «nelle province del Lazio e nei suoi Borghi». Preferite il turista americano, «che rilancia l' economia locale», o il migrante nigeriano «che invece pesa sull' economia locale»?
È questa, più o meno, la domanda che sottintende l' equazione lombardiana, sparata sui manifesti elettorali, e prima ancora rivelata a Giovanni Minoli in un' intervista su La7. Un'equazione che risulta in perfetta oggettiva sintonia con il Salvini delle ruspe. Vittorio Zucconi trova la sintesi in un tweet: ecco la «Lega Lombardi».
IL MANIFESTO ELETTORALE DI ROBERTA LOMBARDI
La candidata governatrice, famiglia fieramente almirantiana, come quella del collega Di Battista, non ci sta però ad essere «etichettata»: «Non è questione di essere di destra o di sinistra, ma semplicemente di buon senso». E il «buon senso» che cosa dice? «Se devo pensare ad un modello di accoglienza nel Lazio penso a più turisti che rivitalizzano le economie locali, non all' accoglienza ai migranti fatta in maniera incontrollata».
E poi ancora in un post: «I giornali scrivono che ho virato a destra? Ridicoli!
Io guardo i numeri, la realtà, e dico che in questo momento serve un freno sulle politiche immigratorie e un rilancio del comparto turistico». C' è chi parla di «supercazzola elettorale», e sottolinea la «confusione» in economia, c' è chi plaude «alla nuova immagine salviniana dei Cinquestelle». Lei, la «faraona», soprannome che circola, e le si addice, si definisce «postideologica», una che, prima di essere folgorata da Grillo, non aveva mai votato.
Ma aveva già fatto nel 2013 la sua bella gaffe sul fascismo. Tirando fuori la solita dicotomia tra fascismo buono, «prima che degenerasse», e fascismo cattivo: «Se penso all' Inps credo sia stata una conquista di civiltà, se penso alle leggi razziali penso a una delle pagine più buie della nostra storia». Peccato che la previdenza esistesse già prima.
Ma la candidata governatrice probabilmente si annoia con la storia del Novecento. Se ne è accorto Giovanni Minoli intervistandola: «Quelli che la appoggiano si definiscono lombardiani. Nessun imbarazzo ad appropriarsi del nome della corrente che fu di un grande socialista?». E lei: «Non lo sapevo. C'è già stato un Lombardi? Se mi dice che era importante vedrò di informarmi».
Né di destra né di sinistra, molto attenta a captare l' aria che tira. Una che passa con disinvoltura dal fascismo buono (quello con «altissimo senso dello Stato») al legame stretto e duraturo con i sindacati di base Usb, vicini al centro sociale Corto Circuito, e molto presente accanto ai comitati impegnati nei piani di zona e nelle periferie. Però adesso quella roba lì non rende elettoralmente.
Il suo avversario, l' attuale governatore uscente Nicola Zingaretti, copre, con Leu, tutta la sinistra. E allora ecco la «Lega Lombardi»: più turisti e meno migranti. Un punto di contatto con Salvini? «Solo buon senso. Se poi Salvini fa affermazioni di buon senso...».
Ed è forse il buon senso che guida il commento della «faraona» quando apprende che Emanuele Dessì, candidato al Senato a lei vicino, è al suo terzo pestaggio di rumeni: «Non mi sento di giudicare il comportamento di una persona che in quel momento vede la sua compagna o i suoi figli in pericolo». (A onor del vero, nessun assedio alla famiglia. Lo stesso Dessì, racconta di aver menato le mani l' ultima volta «perché insultato pesantemente». Ma forse la Lombardi non lo sapeva).