1. INCASSATO IL SALVACONDOTTO GIUDIZIARIO DA UN NAPOLITANO IMPAURITO DALL’AVENTINO DEL PDL, IL POLIFEMO DI ARCORE LEGGE I SONDAGGI E SI GASA: VOTO A GIUGNO 2. SECONDO LA GHISLERI, IL CENTRODESTRA CRESCE ANCORA FINO A DIVENTARE MAGGIORANZA, IL PD CALA E GRILLO STA ACCUSANDO IL COLPO DI ESSERE ENTRATO IN PARLAMENTO 3. ALFANO A BELLA NAPOLI: IL PDL NON VOTERÀ IL "GOVERNO DEL PRESIDENTE" SE VIENE TAGLIATO FUORI CHI RAPPRESENTA UN TERZO DEGLI ITALIANI

1. BERLUSCONI ALZA IL TIRO, VOTO A GIUGNO - IN OSPEDALE HA RICEVUTO GLI ULTIMI SONDAGGI DI EUROMEDIA:
Amedeo La Mattina per La Stampa

Nemmeno il sondaggio Euromedia della Ghisleri (infallibile per il Cavaliere) gli ha fatto venire il buon umore. L'uvetite non passa, non può leggere, non può guardare la televisione (ma per il big match Barcellona-Milan ha fatto un'eccezione all'insaputa dei medici), da un occhio però non ci vede e deve tenere una mascherina tipo subacqueo con i vetri scuri.

Non c'è nulla che lo tiri su, nemmeno la compagnia affettuosa della fidanzata Francesca Pascale, le carinerie della sua fedelissima ombra Mariarosaria Rossi, le visite della figlia Marina e della pasionaria Santanchè. Eppure quel sondaggio recapitato nella suite del San Raffaele lo ha determinato ancora di più nel puntare tutto sulle elezioni a giugno, perchè gli dice che il centrodestra cresce ancora fino a diventare maggioranza, il Pd cala e Grillo sta accusando il colpo di essere entrato in Parlamento.

Le trattative più o meno mascherate sulla presidenza delle Camere, gli incontri con i partiti non fanno bene alle 5 Stelle. Se poi alla fine una Stella dovesse andare a sedersi nel più alto scranno di Montecitorio, secondo Berlusconi, il MoVimento si schianta.

Chissà se sarà così; forse c'è tanta invidia e rabbia per il fatto che a Bersani non passa per l'anticamera del cervello di mettersi a discutere con lui, con il «corruttore di senatori», delle cariche istituzionali, del prossimo capo dello Stato men che meno. Il lupo nero si chiama Prodi, colui che l'ha sconfitto per due volte e che l'altro giorno è andato dai magistrati napoletani per parlare del «senatore corrotto» De Gregorio.

Non vuole più un presidente della Repubblica di sinistra, anche se gli viene attribuita una certa simpatia per chi, come D'Alema, fa l'elogio del compromesso (dell'inciucio?) e non metterebbe all'angolo chi rappresenta un terzo degli italiani. Nonostante ciò ieri Berlusconi ha fatto una nota per smentire le voci.

«Per il Quirinale il centrodestra non ha bisogno di chiedere a nessuno, e tanto meno alla sinistra, "candidati in prestito", perché, dopo tanti presidenti di un solo colore, ha invece diritto a rivendicare un candidato diverso e di altra estrazione». Ma qual è il suo candidato in pectore di cui ha parlato durante la campagna elettorale? Nessuno lo sa e chissà se ce n'è uno.

Allora smentire il suo gradimento su D'Alema (e Amato) sa tanto di escamotage per non bruciarlo (o bruciarli). Con il sospetto che l'operazione bruciatura di D'Alema, osserva una vecchia volpe come Osvaldo Napoli, sia nata dentro il Pd, dopo aver «appositamente preconfezionata la sua candidatura».

Dalla suite del dolore, l'ex premier del centrodestra segue l'evoluzione della situazione politica e apprezza il comportamento di Napolitano che ha ricevuto il segretario Alfano e i capigruppo Cicchitto e Gasparri. Al presidente è stato chiesto una difesa, un intervento contro la «persecuzione giudiziaria», una mossa presso il Csm e Napolitano lo ha fatto per il bene del paese, per evitare l'Aventino dei parlamentari Pdl, per scongiurare che la neonata legislatura abortisca e non si riesca a eleggere le massime cariche dello Stato.

«Grazie Presidente», ha perfino twittato la Santanchè. «Ma il saggio pompiere del Colle ha fatto il suo passo, l'Anm piromane ha lanciato una tanica di benzina e Bersani chi l'ha visto?», si chiede Daniele Capezzone per sottolineare che il rischio sia quello di un capo dello Stato che predica nel deserto, con i pm sempre all'attacco e il Pd ad amoreggiare con le 5 Stelle. Alfano ha però fiducia nell'inquilino del Quirinale: «Solo lui può essere il punto di equilibrio su tutto, ma questo equilibrio dovrà essere trovato prima che si formi il governo».

Alfano si augura che Napolitano riesca ad evitare la messa fuori gioco di Berlusconi per via giudiziaria, che si faccia mediatore tra i protagonisti politici e anche di questo si è parlato ieri al Colle. Un carico eccessivo per presidente della Repubblica, il quale considera «comprensibile la preoccupazione dello schieramento risultato secondo di vedere garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento».

Ma Berlusconi rimane sul piede di guerra. È pronto a dare fuoco al suo «senso di responsabilità», a far mancare il numero legale in aula se le cose si metteranno male. «O c'è un quadro che migliora la situazione - spiega Cicchitto facendo riferimento alle cariche istituzionali - oppure non vengano a bussare alla nostra porta quando fallirà il tentativo di Bersani di formare il governo». Già, il governo del presidente: il Pdl non lo voterà se verrà tagliato fuori da tutto. E ieri al Quirinale è stato detto al presidente.

 

 

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