POLITICA AMMUINA - MA NAPOLITANO LO SA CHE I PARTITI CAMBIERANNO LA LEGGE ELETTORALE SOLO DOPO LE ELEZIONI? - I PARTITI LO SANNO CHE SE RIUSCIREMO A SFANGARLA DALLA TEMPESTA PERFETTA DELL’EURO NON CI SARÀ NESSUN MOTIVO PER ANDARE AL VOTO ANTICIPATO A NOVEMBRE? SE, INVECE, ARRIVA L’EUROCRAC NON AVREMO NEMMENO IL FIATO PER ARRIVARE ALLE URNE…

1- DOPO
Jena per "La Stampa" - Ma Napolitano lo sa che i partiti cambieranno la legge elettorale solo dopo le elezioni?


2- NAPOLITANO DICE NO AL VOTO ANTICIPATO
Umberto Rosso per "la Repubblica"

Lancia un duro richiamo a Pd e Pdl, impegnati in un balletto dei veti incrociati che paralizza la riforma elettorale. La legge va fatta subito, con una «rapida, conclusiva convergenza » in sede parlamentare. E dà una brusca frenata alle ipotesi di elezioni anticipate, che circolano da settimane: «Quello è un potere che spetta solo al capo dello Stato, sollecito la massima cautela e responsabilità».

Giorgio Napolitano scende in campo con un nuovo, pressante appello a far presto per cambiare il Porcellum visto che, come constata amaramente, le posizioni dei partiti col passare dei giorni «anziché chiarirsi diventano più sfuggenti e polemiche». Sono passati «oltre venti giorni dalla mia ultima lettera», conteggia, ma «nulla è accaduto».

Il presidente della Repubblica si affida ad una nota ufficiale, dopo i contatti con i leader dei partiti degli ultimi giorni, diffusa proprio mentre al Colle sale Mario Monti venuto a fare il "punto" sul governo prima di cominciare il suo tour europeo. Anche il presidente Napolitano è in partenza, da stasera dovrebbe raggiungere Stromboli dove come ogni anno trascorrerà alcuni giorni di riposo.

Prima di lasciare Roma, ecco la mossa del Quirinale per tentare di sbloccare lo stallo sulla legge elettorale. Napolitano rinnova il suo «forte appello» ai partiti, chiama ad un «responsabile sforzo», chiede di sottrarre finalmente il confronto alle «consultazioni riservate» e di portarlo alla luce del sole delle aule parlamentari per varare la legge.

Così ci sarebbe «un rafforzamento della credibilità del paese sul piano internazionale». Napolitano fa partire due messaggi precisi. Il primo è per il Pdl. Il capo dello Stato ricorda infatti di aver parlato, agli inizi di luglio ai presidenti delle Camere, di «formalizzare un testo di riforma largamente condiviso, anche se non definito su alcuni punti ancora controversi». Insomma, andare in aula con un impianto concordato in modo ampio, anche se con qualche singolo dettaglio ancora aperto. Il che non vuol dire procedere a colpi di maggioranza.

Ma il Pdl, "usando" quelle parole di Napolitano, negli ultimi giorni ha messo in campo lo spauracchio dell'approvazione in proprio della riforma, resuscitando il vecchio asse con la Lega. Anche il presidente del Senato ha ipotizzato di varare a maggioranza il testo. Scatenando le durissime reazioni del Pd, che minaccia ritorsioni anche sugli assetti che sorreggono il governo. Ora, il capo dello Stato stoppa le fughe solitarie del centrodestra, e così rassicurando il partito di Bersani.

Ma il secondo messaggio del Colle è rivolto proprio al Pd. Napolitano fa riferimento alle ipotesi «che appaiono sulla stampa » di un possibile anticipo delle elezioni, «normalmente previste per il prossimo aprile». Per tirare il freno a mano. Invoca la massima cautela nel parlare di scioglimento, si tratta infatti dell' «esercizio di un potere costituzionale di consultazione e decisione che appartiene solo al presidente della Repubblica».

Alcune dichiarazioni riflettono l'aria che tira in un pezzo del Pd. Ma Napolitano sgombra il terreno dal fantasma delle elezioni anticipate, che condiziona il confronto. Il Pdl infatti resiste perché sospetta che dopo la riforma si vada dritti al voto anticipato. Adesso lo stop del Colle, che esclude un link automatico fra legge elettorale e voto, potrebbe rimuovere i veti.

 

GIORGIO NAPOLITANO Seggio ElettoraleIL TRIO ABC ALFANO CASINI BERSANI jpegIL TRIO BERSANI CASINI ALFANOdipietro bersani vendola ITALIA VOTO ELEZIONI DI D RADPOUR PER LA STAMPA

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