MA CHE ASPETTA LADY TARANTOLA A DIMETTERSI? MAI ERA SUCCESSO CHE UN PRESIDENTE DELLE RAI FOSSE BOCCIATO DAL CDA! – FIGURACCIA ANCHE PER GUBITOSI: PONGO ORFEO E’ GIA UN DIRETTORE DIMEZZATO - LA NOMINA AL TG1 DELL’EX “ENFANT PRODIGE” CARO A CALTA-CASINI SPACCA IL CDA RAI E PASSA PER UN SOLO VOTO - ANCHE L’USIGRAI AZZANNA: “ALTRO CHE AUTONOMIA DALLA POLITICA, E’ STATO SCELTO CON VECCHI E BEN NOTI METODI…”

Paolo Festuccia per "la Stampa"

Una giornata complicata. Anche per la Rai dei «tecnici». Perché l'intesa in cda ha retto fino a poco prima della nomina del direttore del Tg1, Mario Orfeo al posto di Alberto Maccari. Prima di allora, infatti, il ricambio prospettato dal direttore generale Luigi Gubitosi per i vertici delle tre reti, Raiuno (Giancarlo Leone), Raidue (Angelo Teodoli), Raitre (Andrea Vianello) e Marcello Ciannameo al palinsesto era passato all'unanimità. Poi, invece, sulla nomina del Tg dell'ammiraglia Rai il cda si è dovuto contare: cinque voti a favore, quattro contrari.

Questi ultimi divisi tra destra e sinistra. E per meglio precisare, due no dai consiglieri provenienti dalla società civile (Tobagi e Colombo) e gli altri due dall'area di centrodestra (Pilati e Todini). E così, a dare il via libera all'arrivo di Mario Orfeo (ormai ex direttore de Il Messaggero) al Tg1, di fatto, sono stati i «rinominati» consiglieri del passato consiglio con l'aggiunta dei voti dei colleghi di nomina ministeriale (il consigliere Pinto e la presidente Tarantola).

Tema questo, che stando a fonti qualificate del settimo piano di viale Mazzini, non «pochi problemi è destinato a creare nel futuro della governance della Tv pubblica». Al punto, che se ai nuovi dirigenti giungono plausi indistinti da molti settori trasversali dell'emiciclo parlamentare, l'Usigrai mette subito le mani avanti nel sostenere, «che non è questo il segnale che si chiedeva». Perché, «a dispetto delle ripetute dichiarazioni di autonomia dalla politica arrivate dalla nuova dirigenza Rai, vecchi e ben noti metodi di scelta dei vertici non ci hanno convinto».

L'Usigrai critica, infatti, la «risicata maggioranza» ottenuta con la nomina di Orfeo ma anche la scelta di ricorrere all'ennesima «professionalità esterna». Argomento questo che pure Luisa Todini cavalca per argomentare il suo no a Orfeo, che è al «metodo e non alla persona». Dunque, prime nomine e prime spaccature in consiglio: anche dentro medesime maggioranze come quella del Pdl: due consiglieri da un lato, altri due, quelli di nuova nomina (Todini e Pilati) dall'altro.

Del resto, si lascia sfuggire un componente del cda «i partiti non ci sono più anche a viale Mazzini e queste nomine arrivano da singoli spezzoni parlamentari con l'accordo dei componenti governativi del cda. Tutto ciò, però è destinato a creare ripercussioni considerevoli all'interno dell'azienda». Che peraltro si sono subito manifestate con la bocciatura della proposta di revisione del regolamento presentato al consiglio dalla presidente Tarantola (due voti a favore sette contrari) dove i membri del cda, proprio sulla delicata questione dei poteri, hanno posto il loro veto in maniera compatta.

Insomma, al primo vero banco di prova anche la Rai dei tecnici stenta a partire. Mal di pancia a destra e a sinistra. Non è mistero, infatti, che qualche consigliere abbia chiesto conto al Dg Gubitosi le ragioni di una così ridotto scarto di voti per la nomina al Tg1 di Orfeo. Una nomina tramontata giovedì scorso sera, forse, proprio per le difficoltà di consenso in cda, e tornata poi vincente sabato, appena 48 ore più tardi.

 

IL NUOVO CDA RAI TARANTOLA GUBITOSI gubitosi-tarantolaMARIO ORFEO E FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE jpegPIER FERDINANDO CASINI Ron Moss e Luisa Todini Andrea Vianello

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