salvini plotone

“COSÌ PRENDEREMO PIÙ VOTI” – VIAGGIO DI MATTIOLI ALLA FESTA LEGHISTA DI VERDELLO DOVE TRA BANCONI E SALAMELLE IL POPOLO INCORAGGIA IL “CAPITANO” SALVINI: “STANNO PROVANDO A FERMARLO, È IL SEGNALE CHE STA LAVORANDO BENE” – “CI STANNO FACENDO UN FAVORE, DELL’INDAGINE NON FREGA NIENTE A NESSUNO. GLI LASCINO FARE QUELLO CHE HA PROMESSO”

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

salvini

«Questi giudici si occupino dei reati veri». «È tutta una manovra dell' opposizione». «È la solita magistratura che fa politica». «In realtà ci stanno facendo un favore, ne usciremo ancora più forti». E, definitivo: «L' indagine? Diciamo che non gliene frega niente a nessuno».

 

Una certa sensazione di déjà vu, magari? Però non sono i forzisti che commentano una delle innumerevoli disavventure giudiziarie di Silvio Berlusconi. Sono i leghisti nel day after di quella di Matteo Salvini, indagato ad Agrigento per il sequestro dei migranti della Diciotti (sequestro per la Procura, beninteso, legittima difesa degli interessi degli italiani per il ministro indagato e indignato).

I MIGRANTI SBARCANO DALLA DICIOTTI

 

E allora si ha la conferma che per il popolo leghista, la base del Nord, la pancia del partito, l' indagine sia un accanimento giudiziario nel caso migliore, un complotto in quello peggiore, ma che non fermerà la corsa del Capitano verso gli immancabili destini. Anzi, la favorirà.

 

Il popolo leghista in festa

La controprova alla festa leghista di Verdello, 8 mila abitanti a dieci chilometri da Bergamo, prima sezione aperta in tutta la provincia, anche precedendo il capoluogo. E naturalmente con Lega al 38% e sindaco leghista alla guida di una maggioranza di centrodestra.

isoardi salvini

 

Il baccanale si svolge al Centro sportivo, al termine di una strada di villette che sono il trionfo del nano da giardino, sotto un pallone da campo da tennis gremito di gente che mangia stinco o capriolo ma sempre con polenta, perché la pur ottima cucina locale non ha elaborato varianti estive.

 

Ed eccolo qui, il primo cittadino, in bermuda a servire ai tavoli come i sindaci comunisti alle Feste dell' Unità di una volta. Si chiama Luciano Albani, titolare di un' azienda di automazione industriale, qualsiasi cosa voglia dire: «La fiducia in Salvini è intatta, anzi è più forte di prima. È chiaro che stanno provando a fermarlo. È il segnale che sta lavorando bene e che dà fastidio».

 

MILITANTE LEGHISTA

Ma nell' improbabile caso che, dopo gli innumerevoli passaggi previsti dalla legge, Salvini sia rinviato a giudizio o condannato, dovrebbe dimettersi? «Secondo me, no.

Sta facendo quel che aveva promesso, glielo lascino fare. Poi alle elezioni giudicheranno gli italiani».

 

matteo salvini con l'ambulante moussa mbaye

E infatti l' atmosfera che si respira fra i banconi e le salamelle è proprio questa: dopo decenni di battaglie e di delusioni, forse è la volta buona per governare sul serio: «O adesso o mai più», chiosa il sindaco, e pazienza se i Cinque stelle sono simpatici più o meno come le punture delle zanzare e solo a sentir nominare il reddito di cittadinanza. Qui, nel regno delle partite Iva, parte una smorfia che dice tutto.

 

I più solidali

Eppure fra i cartelli ultimativi ed esclamativi, da «La difesa è sempre legittima!» a «Clandestino è reato!», si scopre un elettorato forse meno radicale dei suoi eletti. Sarà l' antico imprinting cattolico di queste terre, confermato da una toponomastica tutta mons. e don, ma per esempio sulla vicenda della Diciotti si esprimono anche opinioni più, diciamo così, umanitarie.

salvini a pontida 2018

 

«Beh, una volta entrati in un porto italiano, io quei migranti li avrei fatti sbarcare», dice Francesco, impiegato per professione e militante per passione, precisando però che «la linea di Salvini sull' immigrazione è quella giusta».

 

E rilanciando subito il mantra leghista di queste ore, la linea dettata dal Capitano nell' incendiario comizio di Pinzolo, l' altra sera: «Com' è possibile - si chiede Francesco - che non ci sia un indagato per la strage di Genova e ce ne sia uno soltanto per aver ritardato uno sbarco?».

 

L' attacco ai media

diciotti

Altro capitolo della narrazione leghista: i media ostili (e, ça va sans dire, bugiardi), come se il partito al governo, e non per la prima volta, fosse ancora e sempre fuori dall' establishment. «Si sa, i giornali e i tiggì sono tutti contro Salvini.

 

Ma più lo attaccano e più lui viene premiato dai voti», e questa è Giuseppina, casalinga, 77 anni portati benissimo, leghista «da sempre». E l' indagine? «Lo stesso, prenderemo più voti».

 

salvini

Quanto ai disperati della Diciotti, la sciura Giuseppina non ha dubbi: «Bisognava dare loro cibo e vestiti e poi rimandarli subito da dove sono venuti, altrimenti ne arriveranno continuamente altri». E qui, altro che moderazione.

 

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