IL PAPATO “LIBERAL” DI BERGOGLIO HA SCATENATO DISPUTE TEOLOGICHE TRA LE PORPORE - SCONTRO O’MALLEY-MARADIAGA SULLA COMUNIONE PER I RISPOSATI – PAROLIN: LA CURIA CHE VERRA’

G. G. V. per il "Corriere della Sera"

Francesco, in omaggio alla «sinodalità», desidera che i vescovi discutano e approfondiscano anche i temi più delicati, specie in vista del Sinodo sulla famiglia di ottobre. E loro, a cominciare dai cardinali del suo gruppo di Consiglio, non lo deludono. L'ultima uscita è quella del cardinale Sean O'Malley, che al quotidiano della sua città, il Boston Globe , ha detto di «non vedere alcuna giustificazione teologica» perché la Chiesa debba cambiare le regole sui divorziati risposati esclusi dai sacramenti.

In generale, l'arcivescovo cappuccino di Boston - a parte l'apertura sulla nomina di una donna a capo di un dicastero in Curia, possibilità ormai sostenuta da tutti o quasi - non crede ci si debbano aspettare modifiche sui temi etici, dalla contraccezione alle nozze gay. «La Chiesa deve essere fedele al Vangelo e all'insegnamento di Cristo. A volte è molto difficile. Dobbiamo seguire quel che vuole Cristo e confidare che quel che ci chiede è la cosa migliore».

Ma il problema, più che la dottrina, è l'atteggiamento. Una ventina di giorni fa il cardinale honduregno Óscar Rodríguez Maradiaga, che guida il Consiglio degli otto porporati, aveva al contrario invitato il prefetto dell'ex Sant'Uffizio, Gerhard Müller, «ad essere più flessibile», sempre in tema di divorziati e risposati.

Müller era stato netto sull'indissolubilità del matrimonio, e al Corriere aveva spiegato: «La Chiesa non ha l'autorità di relativizzare la Parola e i Comandamenti di Dio». Di qui la replica di Maradiaga: «Il mondo, fratello mio, non è così, non è in bianco e nero», aveva osservato ironico. «Dopo il fallimento di un matrimonio ci possiamo chiedere: gli sposi erano veramente uniti in Dio? Lì c'è ancora molto spazio per un esame più approfondito».

Del resto era stato lo stesso Francesco, a fine luglio, ad avviare il dibattito: «Io credo che questo tempo sia un kairos, un'occasione di misericordia». Il Papa, peraltro, aveva precisato che il problema «non si può ridurre solo» alla questione «se si possa fare o no la comunione»: significherebbe «non capire quale è il vero problema, un problema grave di responsabilità della Chiesa nei riguardi delle famiglie che vivono in questa situazione».

Discussioni permettendo, è probabile che si cerchi di trovare una soluzione condivisa riconoscendo con maggiore «elasticità» la nullità delle prime nozze. La segreteria del Sinodo si riunirà il 24 e il 25 febbraio per cominciare ad ordinare le risposte al questionario giunte dalle diocesi e dai fedeli di tutto il mondo, si pensa di istituire delle commissioni per fare sintesi, ma di certo la maggior parte dei cattolici desidera che la soluzione si trovi e che i divorziati e risposati non siano esclusi.

Per parte sua, il Consiglio dei cardinali tornerà a vedersi dal 17 al 19 febbraio per proseguire l'analisi delle proposte di riforma della Curia. Ieri, in un'intervista ad Avvenire , il Segretario di Stato Pietro Parolin ha detto l'essenziale su ciò che la Curia dovrà diventare: «Uno strumento agile e snello, meno burocratico e più efficace».

In Argentina, invece, il quotidiano la Nación ha annunciato che Francesco, preoccupato dalla crisi del suo Paese, avrebbe «convocato» per il 19 marzo in Vaticano i rappresentanti dei sindacati, degli imprenditori e del governo per invitarli al dialogo. Ma Oltretevere non risulta nulla e l'iniziativa è stata negata in Argentina da Alicia Barrios, giornalista amica del Papa: ha detto di averne parlato al telefono con lo stesso Bergoglio, che avrebbe esclamato «è una sciocchezza!» smentendo ogni cosa.

 

 

Papa Francesco con coppa e maglietta del San Lorenzo BERGOGLIO AL PRESEPE VIVENTE oscar-rodriguez-maradiagaPAROLINGERHARD LUDWIG MÃœLLERCRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

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