1. ESPOSITO STEFANO DA MONCALIERI (TORINO), TIFOSO DELLA JUVENTUS E SENATORE DEMOCRATICO DELLA REPUBBLICA IN QUOTA RENZI, SI LASCIA ANDARE A UN TWEET UN FILINO SOPRA LE RIGHE E SCOPPIA IL DELIRIO: “GODERE PER LA SCONFITTA DELLA JUVENTUS - SCRIVE - È COME ESSERE IMPOTENTI ED ESULTARE SE QUALCUNO FA GODERE LA TUA DONNA” 2. URCA. LE FEMMINISTE IN SERVIZIO PERMANENTE SI INDIGNANO. E NE FANNO UN CASO POLITICO ANCOR PRIMA CHE DI BUON GUSTO
1. IL TWEET SESSISTA DEL SENATORE PD SCATENA LA RISSA SUL KO DELLA JUVE
Andrea Cuomo per “il Giornale”
Tifo o non tifo, un po' impresentabile lo è anche lui: Esposito Stefano da Moncalieri (Torino), tifoso della Juventus e senatore democratico della Repubblica, nell'ordine in cui queste due cariche sembrano avere importanza per lui.
TWEET DI STEFANO ESPOSITOTWEET DI STEFANO ESPOSITO
Esposito Stefano, uno che a Palazzo Madama fa parte dei Bindi-boys, i baldi componenti della commissione antimafia che qualche giorno fa ha dato le patenti di impresentabili ai candidati alle ultime regionali, sabato come milioni di italiani ha una pessima serata. Dapprima la sconfitta della sua Juve a Berlino nella finale di Champions League davanti al Barcellona. Poi la litanìa degli sfottò su quei moltiplicatori di umori malmostosi che sono i social network. Il senatore renziano non potendosela prendere con il destino cinico e baro, visto che la superiorità del Barcellona in campo è stata evidente, decide di scagliarsi contro i gufi anti juventini, che nei minuti dopo il triplice fischio finale di Çakir si sono dati alla pazza gioia.
Tra di loro anche il compagno di partito Matteo Orfini, grande tifoso milanista, che lo stuzzica così: «Caro @stefanoesposito, apprezzo molto il tuo tweet su gramazio ma ora vorrei un commento su suarez... #BarcaJuve».
Schadenfreude la chiamano i tedeschi: gioia per le disgrazie altrui. Ma il senatore Esposito non doveva avere un dizionario di tedesco a portata di mano, e si lascia andare a un tweet un filino sopra le righe: «Godere per la sconfitta della Juventus - scrive - è come essere impotenti ed esultare se qualcuno fa godere la tua donna». Urca. Le femminucce si indignano. E ne fanno un caso politico ancor prima che di buon gusto. La scrittrice Silvia Ballestra citofona a Renzi: «Questa è la nuova classe dirigente con cui vuole modernizzare il Paese?».
La giornalista del quotidiano torinese La Stampa Antonella Rampino va oltre: «Un tweet disgustoso. Unica replica possibile le scuse. In Usa lei sarebbe fuori dalla politica».
Barbara Collevecchio twitta indignata: «Ciao @matteorenzi questo è un tuo senatore cui hai dato pure potere: @stefanoesposito alla vergogna non c'è mai fine». Frasi a cui il senatore replica fingendo fair play: «Per fortuna le donne italiane non sono tutte così.
Sorridete qualche volta, non è vietato e non fa male». E anche qualche maschietto storce il naso: «E lei sarebbe un senatore? Questi sono i suoi argomenti? La sua pochezza? La sua cultura? Mah», si perplime tale Marco Visconti. E Cusvi: «Renziano e juventino, senza aiutino vinci pochino!».
Per fortuna la stagione del calcio è finita. Per sfortuna quella della politica ancora no.
BIANCA BERLINGUER MARCO PANNELLA ANTONELLA RAMPINO - Copyright Pizzi
2. STEFANO ESPOSITO: SONO JUVENTINO, NON SESSISTA
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
‘’Godere per la sconfitta della Juventus è come essere impotenti ed esultare se qualcuno fa godere la tua donna”.
Senatore Stefano Esposito (Pd), su Twitter scrive proprio così, a poche ore dalla finale persa dai bianconeri: sono piovute accuse di sessismo e maschilismo. Pentito?
«Proprio no. Non mi sono rovinato la giornata per quelle accuse. Anzi mi sono divertito molto».
Ma le accuse di sessismo non sono affatto divertenti. La scrittrice Silvia Ballestra si rivolge a Renzi: “E questa è la nuova classe dirigente con cui vuoi modernizzare il Paese?”.
«Intanto in rete c’è chi ha scritto “ma dov’è il sessismo?”, e ha raccolto cinquecento “mi piace”. E comunque questa battuta girava da ieri in Rete. Come sfottò. Io l’ho ripresa. In quelle parole non c’è sessismo, né maschilismo».
Ma lei è un senatore. Moderarsi è un obbligo.
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«Ma lasci perdere, un po’ di leggerezza… Mica ho detto che sono tutte… Il sessismo è un’altra cosa, in questo caso dov’è? Lo scriva: io non sono maschilista,né sessista, né misogino.».
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Le parole di chi sta nelle istituzioni hanno un peso diverso.
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«No, guardi: questa è la miglior dimostrazione che quando qualche figuro con un po’ di notorietà – vera o presunta – si intesta una battaglia, questa diventa il tema del giorno».
Resta una frase molto infelice. Sessista, per molti.
«Senta, semmai dovrebbero essere incazzati gli uomini che ho definito impotenti. Diciamo che secondo alcuni questa è la sindrome da femminismo anni Settanta. Quando uno supera il limite, si scusa. Ma in questo caso no. Non sono abituato a scusarmi su richiesta strumentale di qualcuno».
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In molti hanno chiesto l’intervento di Renzi, ha visto?
«Renzi e Orfini, come tutti, pensano ciò che vogliono. Ma io non sono dipendente di Renzi o Orfini. Le dico un’altra cosa: l’accusa non è nuova. Una no tav prese una botta e disse di essere stata molestata. Io dissi che aveva attaccato i poliziotti. E giù a darmi del “sessista” e “maschilista”. Tre mesi fa la sua denuncia contro di me è stata archiviata».
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