putin pravda giornali travaglio

PRAVDA DE NOANTRI - "LIBERO" INCASTRA I TIFOSI NON DICHIARATI DI PUTIN, CHE SUI GIORNALI RILANCIANO LA PROPAGANDA RUSSA: "FATTO APPARENTEMENTE SINGOLARE VISTO CHE I LORO DIRETTORI, NONOSTANTE BASTONINO CONTINUAMENTE LA NATO E L'OCCIDENTE, GIURANO OGNI GIORNO DI NON ESSERE FILO-PUTINIANI. COSÌ COME FINO A POCO FA METTEVANO LA MANO SUL FUOCO SUL FATTO DI NON ESSERE NO VAX" - SUL "FATTO QUOTIDIANO", "LA VERITÀ" E "IL MANIFESTO" SI CONTINUA A PARLARE DI DENAZIFICAZIONE DELL'UCRAINA E DI OPERAZIONE MILITARE SPECIALE...

Gianluca Veneziani per “Libero Quotidiano

 

i giornali russi

Ieri su Libero abbiamo pubblicato quattro pagine della Pravda, il quotidiano russo un tempo filo-sovietico e oggi tifoso dell'invasione dell'Ucraina. Il nostro intento era insieme di informare e suscitare sdegno, cioè mostrare come la propaganda putiniana deformi la realtà e adotti metodi comunicativi analoghi a quelli dei tempi più bui dell'Urss.

 

Nel mostrare quanto accade oltre la cortina di ferro dell'informazione volevamo anche prendere le distanze, convincerci di quanto siamo fortunati noi a non essere bombardati da una stampa che glorifica lo Zar...

 

gli articoli pro putin sulla stampa italiana

Al risveglio però abbiamo dovuto disilluderci. Sulle pagine di alcuni quotidiani nostrani abituati a fare il controcanto a prescindere, trovavi tesi, frasi e argomentazioni che sembravano riprese pari pari dalla Pravda.

 

Fatto apparentemente singolare visto che i loro direttori, nonostante bastonino continuamente la Nato e l'Occidente, giurano ogni giorno di non essere filo-putiniani. Così come fino a poco fa mettevano la mano sul fuoco sul fatto di non essere No Vax. Eppure gli articoli che affollano i loro giornali lasciano intuire il contrario...

 

marco travaglio

L'idea, ad esempio, che l'attacco all'Ucraina serva in realtà a denazificare il Paese veniva rilanciata, con scarso senso della vergogna, dal Fatto quotidiano. Sulla Pravda di due giorni fa si leggeva: «La Federazione Russa sta conducendo un'operazione militare speciale in Ucraina per smilitarizzarla e denazificarla».

 

Sul quotidiano di Travaglio, in un pezzo di Fabio Mini, si poteva leggere che l'attacco è rivolto dalla Russia contro le «milizie nazi» e che «Putin decide di invadere l'Ucraina per definirne lo status (neutralità) e mettere in sicurezza la fascia di territorio russofono». Quindi, secondo il Fatto, si è trattato non di un'aggressione, ma di un'operazione di sicurezza in funzione anti-nazi...

 

NATO E NAZI

Anche sui presunti legami tra i battaglioni nazisti dell'Ucraina e le potenze occidentali pare non esserci differenza tra la lettura della Pravda e l'interpretazione di alcuni giornali di casa nostra.

 

maurizio belpietro

Il quotidiano ex sovietico scrive: «Insieme ai suoi "amici europei", gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per formare in Ucraina un regime nazista». Da noi i finti anti-putiniani fanno lo stesso.

 

Per Il Fatto quotidiano, che cita tale Jacques Baud, analista strategica, la resistenza ucraina è fatta non da coraggiosi patrioti, ma da mercenari filo-nazi venduti all'Occidente. "Le bande paramilitari", scrive il giornale travagliesco riprendendo la frase di Baud, "sono composte principalmente da mercenari stranieri, spesso militanti di estrema destra. Sono armati, finanziati e addestrati anche da Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Francia".

 

norma rangeri direttrice del manifesto

Ed ecco poi Il Manifesto, secondo cui l'Occidente dal 2015 non farebbe altro che fornire armi ai nazisti ucraini e addestrarli: dalla Nato ai nazi il passo è breve.

 

«La Nato», scriveva ieri Guido Viale, «per esplicita ammissione o vanteria di Biden, da almeno sette anni consegna ingenti armamenti e migliaia di istruttori non solo al governo ucraino, ma anche alle sue numerose milizie. Non solo il battaglione Azov, dichiaratamente nazista, ma molti altri corpi di analogo sentire».

 

È la stessa tesi che campeggiava su La Verità (o la Pravda, per dirla in russo?), dove lunedì scorso il filosofo Alexander Dugin in un'intervista sosteneva che «sono stati i liberali occidentali a rendere possibile il nazismo ucraino, a sostenerlo, ad armarlo e a metterlo contro la Russia» e che «l'operazione militare speciale è diretta non solo contro il nazismo, ma ancor più contro il liberalismo e il globalismo».

 

vladimir putin 3

Parole che combaciano con quelle scritte sulla Pravda, quella russa, dove si leggeva che «l'Ucraina è diventata un ostaggio della lotta geopolitica dei globalisti americani». Sulla stessa Verità ancora ieri si accusava la Nato, in nome di una retorica tipicamente putiniana, di eccessiva aggressività.

 

«Non risulta», avvertiva Pietro Dubolino, «che sia mai stata fornita alla pubblica opinione la minima motivazione a sostegno di quanto deciso in alcune stanze del potere, secondo cui era da attribuirsi vitale importanza all'obiettivo di far entrare a far parte della Nato l'Ucraina». Deve essere colpa di quell'andazzo per cui, a detta della Pravda, quella vera, «i membri della Nato hanno mostrato aggressività negli ultimi 70 anni».

 

vladimir putin

PROPAGANDA

Chi non accetta questa lettura sarebbe servo dell'America e vittima del totalitarismo occidentale. Parlando della campagna mediatica favorevole alla guerra contro Putin, Piero Bevilacqua sul Manifesto la definisce «una fanfara propagandistica totalitaria», testimonianza del «servilismo filo-atlantico».

 

vladimir putin 4

Quale sarebbe la colpa principale di chi non si adegua alla propaganda russa? Sminuire i successi militari putiniani e credere che siano veri i bombardamenti sugli ospedali ucraini. Il Fatto sosteneva ieri, sempre citando Baud, che «i russi hanno acquisito un territorio grande come il Regno Unito, con una velocità di avanzata superiore a quella che la Wehrmacht aveva raggiunto nel 1940» e addirittura che l'attacco all'ospedale di Mariupol era una messinscena: «Sembra che gli ucraini», recitava Il Fatto riprendendo Baud, «abbiano riprodotto l'episodio della maternità di Kuwait City del 1990, che fu inscenato per convincere l'Onu a intervenire in Iraq». Pare appunto di leggerei fogli di regime dello Zar. Però guai a chiamarli filo-putiniani...

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...