PREPARIAMOCI A RIDERE - IL BANANA HA ACCETTATO DI COMPARIRE IN AULA AL PROCESSO RUBY IL 19 OTTOBRE PER RENDERE DICHIARAZIONI SPONTANEE E SOTTOPORSI AGLI INTERROGATORI DEGLI INQUIRENTI - GHEDINI E LONGO, CHIAMANDO A TESTIMONI FRATTINI, GALAN E BONAIUTI, DOVRANNO CIMENTARSI NELL’IMMANE COMPITO DI CERCARE DI DIMOSTRARE CHE SILVIO CREDEVA DAVVERO CHE RUBY FOSSE LA NIPOTE DI MUBARAK...

Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

Per la prima volta Silvio Berlusconi dirà la sua nel processo Ruby. Lo farà nell'udienza del 19 ottobre con i giudici del Tribunale di Milano di fronte ai quali è imputato di concussione e prostituzione dell'allora minorenne Karima el Mahroug per i rapporti che, secondo l'accusa, ha avuto a pagamento con la marocchina dopo le serate hard del bunga bunga.

«L'onorevole Silvio Berlusconi intende rendere dichiarazioni spontanee o sottoporsi all'esame», annunciano i legali dell'ex premier in una lettera al presidente della quarta sezione penale Giulia Turri che nell'udienza del 13 luglio, l'ultima prima della pausa estiva, aveva invitato i difensori a comunicare alla ripresa se il Cavaliere volesse essere sentito o no.

La differenza non è secondaria: fare dichiarazioni spontanee significa parlare liberamente; accettare l'interrogatorio, cosa che il Cavaliere ha fatto rarissimamente nelle sue molte vicende giudiziarie, vuol dire sottoporsi al fuoco di fila delle domande dell'accusa, ma anche dei giudici e della difesa e doversi avvalere della facoltà di non rispondere ogni volta che la strada si fa insidiosa.

Dopo la rinuncia a sorpresa da parte dei pm Ilda Boccassini, Piero Forno e Antonio Sangermano degli ultimi 40 testimoni dell'accusa su 136, compresa la "parte lesa" Ruby, nella lettera ai giudici gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo indicano anche quali saranno i primi sei dei loro 78 testimoni a dover essere chiamati per il 5 ottobre, quando il processo ripartirà.

Saranno citati gli ex ministri Franco Frattini e Giancarlo Galan, il portavoce di Berlusconi alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti, il consigliere diplomatico Bruno Archi, Valentino Valentini stretto collaboratore dell'ex premier e l'interprete Mohamed Reda Hammad. Erano tutti presenti il 19 maggio 2010 al pranzo ufficiale offerto da Berlusconi a Villa Madama in onore dell'allora presidente egiziano durante il quale il Cavaliere avrebbe accennato a Mubarak di aver conosciuto una sua parente di nome Ruby. Una «circostanza palesemente falsa», hanno dimostrato le indagini.

«La reazione del presidente Mubarak fu, dall'espressione che percepii, che non avesse realizzato a chi si riferisse», era una «conversazione un po' confusa» nella quale «emerse che una certa Ruby fosse una cantante egiziana», ha dichiarato Frattini a Ghedini e Longo nelle indagini difensive aggiungendo che Berlusconi concluse: «Allora ci informeremo meglio».

Testimonianze che dovrebbero provare come Berlusconi credeva che la ragazza fosse davvero parente di Mubarak quando, la notte del 27 maggio 2010, telefonò in Questura a Milano dove Ruby era stata portata perché accusata di furto. Dopo una serie di contatti telefonici, durate i quali Berlusconi disse che Ruby gli era stata segnalata come nipote di Mubarak e che gli sono costati l'accusa di concussione, la marocchina fu affidata alla consigliera regionale pdl Nicole Minetti contro le indicazioni del pm dei minorenni che aveva ordinato di metterla in una comunità, sostiene la Procura.

Berlusconi non sarà presente all'udienza del 5 ottobre. «Gli è impossibile per pregressi impegni essere a Milano» spiegano i suoi avvocati assicurando che comunque «non si oppone un legittimo impedimento», che pure gli era stato riconosciuto dai giudici anche per una riunione meramente politica, e «si chiede che possa essere sentito» il 19. I legali, infine, non sciolgono ancora l'ultima riserva, e cioè se chiedere di interrogare lo stesso i testimoni tagliati dall'accusa.

 

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