matteo renzi giuseppe conte

CARO "GIUSEPPI", TI PRESCRIVO – IL "LODO CONTE" CHE DOVREBBE RISOLVERE LE TENSIONI DELLA MAGGIORANZA SULL'ABOLIZIONE DELLA PRESCRIZIONE PARTE MOLTO MALE - NEL VERTICE A PALAZZO CHIGI I RENZIANI HANNO GIÀ FATTO PRESENTE CHE PRESENTA PROFILI DI INCOSTITUZIONALITÀ – C'È SCRITTO NERO SU BIANCO CHE IL BLOCCO DELLA PRESCRIZIONE DOPO IL PRIMO VERDETTO SI APPLICA SOLO IN CASO DI CONDANNA. PER LE ASSOLUZIONI INVECE...

giuseppe conte alfonso bonafede

Giovanni Bianconi per www.corriere.it

 

La bozza del disegno di legge sulla riforma del processo penale che dovrebbe risolvere le tensioni nella maggioranza sull’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado è arrivata da poche ore ai responsabili Giustizia dei partiti.

 

Ma la discussione di stasera a palazzo Chigi, nella riunione convocata alle 17 dal premier Giuseppe Conte per dare il via libera al testo da portare in Consiglio dei ministri, non si preannuncia semplice: la soluzione trovata dai tecnici del ministero della Giustizia per attuare il cosiddetto “lodo Conte” suscita infatti diverse perplessità nelle forze che sostengono il governo (a parte i Cinque stelle).

MATTEO RENZI 1

 

Adesso è scritto nero su bianco che il blocco della prescrizione dopo il primo verdetto si applicherà solo in caso di condanna; per le assoluzioni, invece, ci sarà una sospensione non superiore a due anni, dopodiché ricomincerà a decorrere. E già questa distinzione tra assolti e condannati, per i renziani di Italia viva, presenta “profili di incostituzionalità”. Tuttavia anche Pd e Leu chiedevano un intervento che assicurasse tempi certi nelle successive fasi di giudizio per i condannati in primo grado, e l’idea partorita al ministero di via Arenula suscita molte riserve.

 

La riforma Bonafede

bonafede di maio conte

Il progetto governativo prevede che durante l’appello, trascorsi due anni senza che sia arrivata la sentenza, «le parti o i loro difensori possano presentare istanza di immediata definizione del processo». A quel punto entro sei mesi bisogna raggiungere un verdetto, e se il termine non viene rispettato il magistrato che non ha pronunciato la sentenza potrà essere sottoposto a procedimento disciplinare. Il quale avrà ovviamente un esito incerto, e comunque non inciderà sui ritardi che si sono già consumati.

giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede

 

MATTEO RENZI 2

Ma pure il limite di sei mesi per definire il processo d’appello potrà essere a sua volta modificato (e quindi allungato), se il Consiglio superiore della magistratura ritenesse che in un determinato distretto giudiziario le condizioni e i carichi di lavoro richiedano tempi maggiori. Il che significa che un processo potrà durare più o meno tempo a seconda del luogo in cui viene celebrato: un rimedio che sancirebbe una disparità di trattamento difficilmente accettabile.

giuseppe conte alfonso bonafede 2

 

E nelle riunioni interne al Pd si sono già levate voci molto critiche su questo punto. Dunque il vertice comincia con posizioni differenti e distanti, con riserve su diversi aspetti non facili da superare. Saranno necessarie tutta l’abilità di Conte e la disponibilità dei partiti a non irrigidirsi troppo sulle rispettive posizioni per evitare nuove spaccature.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...