TRANI À GOGO - PRESSIONI SU “ANNOZERO”? NESSUN DANNO: LA PROCURA DI ROMA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER PATONZA, MASI E INNOCENZI -L’INCHIESTA INIZIATA DUE ANNI E MEZZO FA COME COSTOLA DI QUELLA SULLE CARTE “REVOLVING” DI AMERICAN EXPRESS, TRASFERITA NELLA CAPITALE 15 MESI FA - CADE ANCHE L’ACCUSA DI ABUSO D’UFFICIO, VISTO CHE FINCHÉ C’ERA SADO-MASI AL COMANDO, SANTORO NON HA CHIUSO…

Cristiana Mangani per "Il Messaggero"

Non ha violato la legge, tantomeno ha provocato un danno. È questo che ritiene la procura della Capitale che ha deciso di chiedere l'archiviazione per Silvio Berlusconi, per l'ex direttore generale della Rai, Mauro Masi, e per l'ex commissario dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi, finiti al centro di un'inchiesta sulle presunte pressioni che il premier avrebbe esercitato, nel 2009, per spegnere la trasmissione Annozero, condotta da Michele Santoro.

La richiesta è stata avanzata al gip dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dai pm Ilaria Calò e Roberto Felici, ed è nata da una costola di una più ampia indagine condotta dalla procura di Trani sulle carte di credito revolving del circuito American Express. Un fascicolo che è stato trasferito a Roma per competenza territoriale il 24 marzo dello scorso anno.

Inizialmente, a piazzale Clodio, vennero ipotizzati per il solo Berlusconi i reati di minaccia a un corpo amministrativo dello Stato e di concussione ai danni di Masi e di Innocenzi (che risultavano parti offese), così come avevano consigliato i colleghi pugliesi nel trasferire l'inchiesta.

Ma una decisione del Tribunale dei ministri del 19 luglio scorso ha stabilito che le due ipotesi di reato andavano archiviate e che c'erano unicamente gli estremi per indagare sull'abuso d'ufficio, estendendo quindi le accuse anche a Masi e a Innocenzi, il quale, subito dopo, fu costretto a dimettersi dal suo incarico.

Il collegio speciale per i reati ministeriali ha concluso, dopo 15 mesi, che la concussione non era prefigurabile, a differenza di quanto inizialmente ipotizzato, perché il premier quando telefonava a Innocenzi e Masi, non agiva nelle sue funzioni di primo ministro. Da qui l'archiviazione delle due accuse e la nuova contestazione da parte dei pm dell'abuso d'ufficio, estesa a tutti e tre i protagonisti della vicenda, come suggerito dallo stesso Tribunale dei ministri.

Ora il capo della procura romana, Giovanni Ferrara, ha deciso che la vicenda va chiusa con una richiesta di archiviazione, per «mancata violazione di legge e per l'inesistenza di un danno certo».

Ulteriori approfondimenti fatti dagli inquirenti della Capitale hanno spinto i pm a ritenere che non si possa contestare l'abuso d'ufficio sulla base delle sole telefonate che Berlusconi ha fatto per lamentarsi del programma di Santoro. Telefonate che, tra l'altro, non hanno sortito l'effetto sperato perché Annozero non ha subito alcuna sospensione.

Da qui, in assenza di un ingiusto vantaggio e di una violazione di legge o di regolamento, come invece prevede l'articolo 323 del Codice penale, la decisione di chiudere la vicenda con una richiesta di archiviazione.

Il caso giudiziario era partito dalla procura di Trani come tranche di un'inchiesta su alcune carte di credito del circuito American Express. Indagando per truffa e usura la procura si è ritrovata sul tavolo intercettazioni di conversazioni telefoniche tra il presidente del Consiglio, l'ex commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e l'ex direttore generale della Rai in cui si parlava del destino di alcuni talk show del servizio pubblico televisivo.

Il presidente del Consiglio, al telefono con Innocenzi, il 14 novembre del 2009, insisteva: «Quello che adesso bisogna concertare è che l'azione vostra sia un'azione che consenta...che sia da stimolo alla Rai per dire "chiudiamo tutto", ma non solo su Santoro, aprite il fuoco su tutte le trasmissioni di questo tipo». Tutti dialoghi che ora potrebbero finire in archivio.

 

 

Mauro Masi SILVIO BERLUSCONI GIANCARLO INNOCENZIMICHELE SANTORO giovanni ferrara procuratore di roma

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…