matteo salvini silvio berlusconi vincent bollore

L'INTERVENTO DA "STATISTA" DI BERLUSCONI DA FLORIS E' STATA LA GOCCIA CHE HA SPEZZATO DEFINITIVAMENTE IL FILO CON SALVINI: FURIOSO HA TUONATO TELEFONICAMENTE CON GHEDINI E LA RONZULLI E POI LA LEGA  HA VOTATO CONTRO LA NORMA SALVA-MEDIASET - MA IL TRUCE È RIMASTO ISOLATO: ANCHE LA MELONI L'HA MOLLATO AL SUO DESTINO, FELICE DI VEDERE QUANTO FORZISTI CHE PRIMA BUSSAVANO ALLA PORTA DELLA LEGA, ORA PENSANO DI PASSARE A FRATELLI D'ITALIA...

berlusconi bollore vivendi mediaset

1 – FERMI TUTTI! È IN CORSO IL PIÙ GRANDE FAVORE POLITICO A BERLUSCONI DELLA STORIA RECENTE. È STATO PRESENTATO IN SENATO, PROPRIO DOVE IL GOVERNO PUÒ ESSERE SALVATO DA FORZA ITALIA, L'EMENDAMENTO DI GUALTIERI-PATUANELLI PER BLOCCARE BOLLORÉ E PERMETTERE A SILVIO DI SPUNTARE CENTINAIA DI MILIONI IN PIÙ IN CASO DI TRANSAZIONE O VENDITA A VIVENDI 

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/fermi-tutti-corso-piu-grande-favore-politico-252509.htm

matteo salvini silvio berlusconi

 

CONTE AIUTA MEDIASET E SPACCA IL CENTRODESTRA

Fausto Carioti per “Libero quotidiano”

 

Due piccioni con un emendamento. L' obiettivo ufficiale della maggioranza è frenare la corsa dei francesi di Vivendi, che dopo essere diventati primi azionisti di Telecom Italia sono saliti in Mediaset, di cui controllano una quota del 29%, seconda solo a quella di Fininvest (38%).

 

Aiutare in questo modo Silvio Berlusconi, però, significa garantirsi la non belligeranza di Forza Italia, già avviata dal suo leader sulla strada della «responsabilità», tanto da rendersi disponibile a scrivere insieme ai giallorossi la prossima manovra. Per Giuseppe Conte può essere un' assicurazione sulla vita, giacché i numeri su cui si regge il governo, in particolare al Senato, sono fragilissimi.

 

Nasce così la modifica al decreto Covid approvata ieri a palazzo Madama, che assegna all' autorità per le Comunicazioni il potere di bloccare i transalpini qualora la loro posizione sia ritenuta «lesiva del pluralismo».

SALVINI BERLUSCONI OSHO

 

C' è già stato un primo risultato: la Lega non ha votato la norma, che invece è stata condivisa dai Fratelli d' Italia, e alcuni forzisti hanno attaccato in modo durissimo gli "alleati" salviniani. Un punto per Conte e i partiti che lo sorreggono, quindi.

 

Anche se per metterlo a segno hanno dovuto inventarsi una norma che i grillini, sino a poco tempo fa, avrebbero respinto ritenendola «ad personam» e «salva-Berlusconi».

 

GIACOMO LASORELLA

SEI MESI DI TEMPO

La partecipazione dei francesi in Mediaset, infatti, era stata già bloccata dall' autorità per le Comunicazioni e "congelata" al 10% in base alla legge Gasparri del 2004, che mette un tetto alle quote che un unico soggetto può detenere nelle società che si occupano di tv e telecomunicazioni.

 

Un mese fa, però, era intervenuta la Corte di Giustizia europea, dichiarando quel limite contrario al diritto della Ue. Ma il vantaggio così conseguito da Vivendi è stato azzerato dalla norma approvata ieri, che presto diventerà legge dalla Camera.

gianni letta luigi di maio

 

Il parlamento approfitta di uno spiraglio lasciato aperto dai giudici europei e «in considerazione delle difficoltà operative e gestionali derivanti dall' emergenza sanitaria in atto», ossia usando il Covid come giustificazione, incarica l' autorità per le Comunicazioni di fare un' istruttoria lunga sei mesi.

 

primo consiglio comunale di napoli valeria valente

Al termine di questa, il garante Giacomo Lasorella potrà «inibire l' operazione» ritenuta pericolosa per il pluralismo «o rimuoverne gli effetti». E Lasorella, ex vicesegretario generale della Camera, è stato nominato ad agosto su indicazione di Luigi Di Maio.

 

In sostanza, l' emendamento presentato dalla piddina Valeria Valente, ma scritto dai ministri Roberto Gualtieri (Pd) e Stefano Patuanelli (M5S) su mandato di Conte, dà sei mesi a Berlusconi per trovare un' intesa con Vincent Bolloré, presidente di Vivendi, e sterilizza l' intervento del Tar del Lazio, chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dai francesi. Oltre, naturalmente, ad aprire un nuovo fronte nella partita che vede il governo di Parigi freddo sulla cessione a Fincantieri di Chantiers de l' Atlantique, per la quale ha preso tempo sino a fine anno.

cyrill vincent e yannick bollore

 

Sono stati gli stessi esponenti della maggioranza a far sapere che l' emendamento era stato «condiviso dalla opposizione». Non da tutta, però, e si è visto in commissione Affari Costituzionali, dove il testo è passato, ma con il voto contrario della Lega.

 

Durante questo dibattito il leghista Ugo Grassi, grillino sino a un anno fa, ha accusato i suoi ex compagni di movimento di volersi «alleare con Berlusconi», tanto da far dire agli esponenti del Pd presenti che sembrava di sentir parlare «l' avvocato di Vivendi».

ugo grassi luigi di maio

 

LO SCONTRO

Risultato: l' ala di Forza Italia vicina a Mara Carfagna è insorta. Il senatore Andrea Cangini ha accusato Matteo Salvini di avere «cambiato slogan: da "prima gli italiani" a "prima i francesi"». Più morbido il forzista doc Maurizio Gasparri, il quale ha difeso l' emendamento sostenendo che esso «non è ad aziendam o ad personam, ma risponde a un indirizzo di difesa del sistema produttivo italiano».

andrea cangini

 

L' ambizione di Salvini non era comunque quella di spaccare il proprio fronte e passare come amico dei francesi. Così ne ha discusso con Berlusconi in una telefonata che per gli uomini del Capitano è stata «cordiale, perché Matteo ha contestato il metodo e non il merito», e che ad Arcore definiscono «serenissima nei toni», forse un po' meno nei contenuti.

 

MATTEO SALVINI CON LA MASCHERINA DI TRUMP

Fatto sta che in serata, quando lo stesso testo è stato votato in aula, la Lega si è limitata all' astensione. Il suo leader ha preso la parola per dire di non credere al «presunto scambio» e ha assicurato di ritenere Mediaset «una grande azienda italiana che va tutelata». Aggiungendo, però, che una riforma come quella delle comunicazioni «non si fa di notte con un emendamento al decreto Covid, ma con trasparenza». La distanza tra alleati si è ridotta, ma rimane. Così come la paura leghista dell' inciucio.

andrea canginiMAURIZIO GASPARRIGIACOMO LASORELLA

piersilvio e silvio berlusconi

MATTEO RENZI E VALERIA VALENTE

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)