reddito cittadinanza tridico

PREVIDENZA E INCOMPETENZA - SULL'INPS ALEGGIA LO SPETTRO DI UNA SCARICA DI RICORSI - A PORRE IL PROBLEMA AL TESORO E AL MINISTERO DEL LAVORO SONO STATI GLI STESSI ORGANI DI CONTROLLO DELL'ISTITUTO - LA DOMANDA È: PUÒ IL PRESIDENTE PASQUALE TRIDICO FIRMARE ATTI CHE SAREBBERO DI COMPETENZA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE CHE, PERÒ, ANCORA MANCA?

Francesco Pacifico per “il Messaggero”

 

luigi di maio pasquale tridico

Sull'Inps aleggia lo spettro di una pletora di ricorsi. E a porre il problema al Tesoro e al ministero del Lavoro sono stati gli stessi organi di controllo dell'Inps. La domanda che si sono posti è: può Pasquale Tridico, presidente dell'istituto privo di consiglio di amministrazione per i ritardi della politica, firmare atti che sarebbero di competenza dell'organismo, che, però, ancora manca?

 

Soprattutto da quando l'economista ha perso lo status di commissario per diventare presidente a tutti gli effetti. Sembra una questione formale, ma potrebbe avere conseguenze molte pratiche sull'ente: in estrema istanza, anche scatenare contenziosi sulle delibere finora prese, rallentando l'attività di via il Ciro il Grande.

 

Il problema è stato segnalato nella seduta del primo agosto durante la cosiddetta riunione di gestione, alla quale hanno partecipato i manager della struttura tecnica e i sindaci, con l'apporto del magistrato delegato dalla Corte dei Conti al controllo. E in quest'ottica, sempre dagli organi di audit, sarebbe stata inviata nei giorni scorso una lettera per ottenere chiarimenti dai ministeri competenti.

pasquale tridico 1

 

LA GENESI

In sostanza, tutto nasce dalla decisione - inserita nel cosiddetto Decretone che ha regolato il reddito e Quota 100 - di reintrodurre nella governance dell'istituto il consiglio d'amministrazione, cancellato dall'ex ministro Maurizio Sacconi. E il provvedimento è chiaro sulla divisione dei poteri: al presidente sono delegati i compiti di rappresentanza legale dell'ente, di convocare e presiedere il Cda e di assistere alle sedute del consiglio di indirizzo e vigilanza. Nulla di più.

 

Il Cda, invece, ha l'ultima parola sui piani pluriennali, sui criteri di investimento, sul bilancio preventivo e consuntivo, sulla programmazione, sull'impiego dei fondi disponibili, sull'organizzazione dell'organico, mentre il direttore generale ha il cosiddetto potere d'indirizzo. Sempre nel Decretone si prevede che nelle more del passaggio di consegne tra vecchia e nuova gestione, «possono essere nominati i soggetti cui sono attribuiti i poteri, rispettivamente, de presidente e del consiglio di amministrazione».

inps-3

 

Il 14 marzo scorso, con decreto interministeriale e «nelle more del perfezionamento della procedura di nomina» della governance, a Tridico e al suo vice Adriano Morrone «sono attribuiti i poteri del presidente e del consiglio di amministrazione». Da notare che non viene usata la formula di commissario. Il 22 maggio, con decreto legge presidenziale registrato dalla Corte dei Conte il 26 giugno, l'economista viene nominato presidente dell'Inps con i soli poteri previsti dalla legge.

 

Ed è da qui che iniziano a sorgere i problemi. Per la cronaca, al consiglio dei ministri di oggi dovrebbe essere designato il Cda dell'Inps. Intanto, in una serie di missive inviate al governo in questi mesi, gli organi di controllo chiedono chiarezza su due aspetti: in primo luogo, se durante «le more del perfezionamento della procedura di nomina» dei nuovi vertici non sarebbe stato meglio nominare Tridico e Morrone come commissari, indicando anche i tempi del loro incarico.

corte dei conti2

 

Ma soprattutto l'audit vorrebbe capire se, in qualità di «semplice» presidente, l'economista poteva firmare tutti gli atti emessi dal 22 maggio in poi. Parliamo di provvedimenti importanti per la gestione del reddito e Quota 100 così come l'avviso per la commissione che dovrebbe selezionare il vicario del coordinamento medico legale. Senza contare che in questi mesi lo stesso Tridico ha delineato una riorganizzazione dell'istituto, che in teoria avrebbe dovuto proporre il direttore generale.

Ultimi Dagoreport

meloni salvini chat fratelli d'italia

CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL GARANTE DELLA PRIVACY DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "FRATELLI DI CHAT. STORIA SEGRETA DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI” – MA VE LI IMMAGINATE MELONI, LA RUSSA, CROSETTO, URSO CONSEGNARE VOLONTARIAMENTE IL LORO CELLULARE ALLE "TOGHE ROSSE" PER SCOVARE "L’INFAME"? - LA TALPA, INVECE, PASSANDO PER VITTIMA E DENUNCIANTE, ALLONTANA DA SE’ LA POSSIBILITÀ DI VERIFICA, COSTRINGENDO LA MAGISTRATURA A GUARDARE AL DI FUORI DEI PARLAMENTARI: QUINDI GLI STAFF, LE SEGRETERIE, I PORTAVOCE, GLI ANELLI PIÙ DEBOLI…

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?