LA PRIMA CASA NON SI PIGNORA MA SI “CONGELA”! IL GOVERNINO PROVA A FARE QUALCOSA DI BUONO PER GLI ITALIANI

Mario Sensini per Corriere.it


Pignoramenti meno «dolorosi» e più attenti alle esigenze delle famiglie e delle imprese, maggior flessibilità sui pagamenti rateali, alleggerimento degli obblighi a carico dei contribuenti che propongono un ricorso. Sollecitato dal Parlamento, il governo è pronto a metter mano ad una nuova revisione delle norme sulla riscossione dei tributi per conto degli enti pubblici.

Venendo incontro alle esigenze dei contribuenti, e cercando di garantire, al tempo stesso, l'efficacia dell'azione di recupero dei crediti fiscali. Da parte di Equitalia, la società pubblica che continuerà a riscuotere per conto dello Stato centrale (tasse e contributi, in primis ), ma anche degli enti locali che una volta sciolto il rapporto con Equitalia dovranno presto preoccuparsi di incassare i propri tributi, direttamente o attraverso soci privati.

Lo studio delle nuove regole sulla riscossione è già in fase avanzata, e ieri ci sarebbe stata al Ministero dell'Economia una prima verifica tecnica importante. La linea sulla quale si muove il governo è quella tracciata dalla Commissione Finanze della Camera in una risoluzione di pochi giorni fa, non a caso accolta ben volentieri dall'esecutivo. Il primo obiettivo è porre un limite all'esproprio e al pignoramento che scatta sulla casa di abitazione del contribuente moroso o, nel caso di un'impresa, sui beni funzionali all'attività.

L'idea è quella di consentire il pignoramento dei beni a fronte di un credito fiscale di un certo importo (oggi deve essere superiore a 20 mila euro), ma non la loro alienazione. La casa, insomma, potrà essere «congelata», ma non venduta all'asta dall'agente della riscossione per tutelare il credito dell'ente pubblico che gliel'ha affidato.

Un'altra novità importante che si profila è un ammorbidimento del principio «solve et repete» tanto odiato dai cittadini, ovvero l'obbligo di pagare almeno un terzo delle maggiori somme pretese dal Fisco prima di poter presentare un ricorso ed avviare un contenzioso. Potrebbero essere esentati da quest'obbligo almeno i contribuenti nei cui confronti l'amministrazione fiscale non contesti comportamenti fraudolenti, o comunque dolosi.

Nel pacchetto allo studio del governo ci sarebbero anche delle norme per consentire maggior flessibilità sui pagamenti rateali, anche in questo caso dei debiti fiscali. In pratica, la possibilità di avere una dilazione di pagamento più lunga, e dunque rate più leggere da pagare, con un occhio di maggior riguardo per i contribuenti che hanno problemi di liquidità. Il numero massimo delle rate mensili (oggi è di 72, quindi 6 anni) potrebbe essere leggermente aumentato, anche se non si arriverà a 120, come suggerisce qualcuno.

Ma potrebbe cadere, di conseguenza, l'attuale vincolo di una rata minima da cento euro. Sicuramente, il fisco sarà un po' più tollerante sui pagamenti mancati, oppure in ritardo: l'idea è quella di accettare il mancato pagamento di un massimo di cinque rate nell'arco dell'intero piano di rateizzazione, non più di tre consecutive, senza che per questo il piano di dilazione dei pagamenti venga revocato, mentre oggi il beneficio decade automaticamente se il contribuente «buca» il pagamento di due rate consecutive.

Nello stesso tempo il governo non esclude di metter mano anche ad altre regole sulla riscossione, ma sul versante opposto. Come ha sottolineato la Corte dei conti, dopo una stretta durissima, il Parlamento ha allentato le norme contro l'evasione, e con queste quelle sulla riscossione. Con il risultato che la capacità di recupero dei crediti, negli ultimi due anni, si è molto ridotta. Non solo da parte di Equitalia. La legge che di fatto impedisce la riscossione coatta per i crediti sotto i 2.000 euro ha messo in ginocchio le casse dei Comuni. I sindaci vogliono riprendersi da Equitalia la riscossione, ma da mesi non incassano più un euro su multe, contravvenzioni, e tutti gli altri accertamenti di importo più piccolo.

È dunque possibile che nel pacchetto, che sarà pronto nel giro di un paio di settimane, il governo possa anche riconsiderare alcune scelte del passato che si stanno rivelando problematiche. Richiederà invece tempi molto più lunghi la riforma del catasto immobiliare, sollecitata ancora ieri dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.

Ci vorranno cinque anni, ma è indispensabile, perché le rendite sono vecchissime e inique. Proiettando la loro ingiustizia sul fisco, grazie all'Imu basata sulle rendite per giunta rivalutate, e sul welfare , perché ad esempio l'indice Isee della ricchezza, usato per l'accesso alle prestazioni, tiene conto degli immobili posseduti valutati in base al catasto e non al valore di mercato.

 

CASA SEQUESTROLETTA enricol AGENZIA DELLE ENTRATE logo agenzia delle entrate ATTILIO BEFERAEQUITALIA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…