renzi boschi tiziano pier luigi

IL “PATTO GENERAZIONALE” DEL RENZISMO: IL CETRIOLO PASSA DAL PADRE AL FIGLIO - PRIMA I GUAI DELLE SOCIETÀ DI TIZIANO RENZI, POI QUELLI DI BANCA ETRURIA DEL PADRE DI MARIA ELENA BOSCHI: I “BABBI” RENZIANI SONO DEI PIANTAGRANE

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei

Nel tempo viscido e zuccheroso dei miscugli emotivi e dei confini saltati, là dove ormai da anni pubblico e privato, politico e personale non solo combaciano, ma si aggrovigliano non di rado litigano anche fra loro, il presidente Renzi, sui tre quarti della sua relazione, ha tirato il fiato raccontando del suo babbo, che da 15 mesi risulta indagato, e sarà questo il suo secondo Natale.

 

È una storia stranota ai renzologi, debitamente intricata e controversa: ruota attorno a diverse società di Tiziano Renzi, a vari membri della famiglia e a un certo numero di soci, uno dei quali che per buffa coincidenza di cognome fa Massone, ha reso noto che il babbo del premier due volte l’anno organizzava viaggi in pullman a Medjugorje, e il giovane Matteo l’aiutava a caricare le valigie.

renzi a cernobbio con la boschi nirenzi a cernobbio con la boschi ni

 

È possibile che se Renzi junior non fosse oggi a Palazzo Chigi, il destino anche giudiziario del suo barbuto papà sarebbe più lieve, e adesso anche lui ne sentirebbe meno il peso. Sennonché quando ieri il premier ha riaperto la questione aveva certamente in testa un altro babbo, quello di Maria Elena Boschi, com’è noto impicciato con Banca Etruria – e anche per lei vale la stessa pena, che si traduce in atti giudiziari, maldicenze, scampanellate di giornalisti al citofono e troupe al cancello di casa.

 

PIER LUIGI BOSCHIPIER LUIGI BOSCHI

Ora, fermo restando che il potere comporta una responsabilità supplementare, e con essa anche un sacco di grane di solito impreviste, non si è ovviamente in condizione per maturare un giudizio sulle due vicende, che per un giorno si sono sembrate in qualche modo intrecciate, per via di un possibile rapporto di lavoro tra babbo Renzi e babbo Boschi attraverso l’ex presidente di Banca Etruria, Rosi.

 

tiziano renzitiziano renzi

Ma per quel poco che con il dovuto smarrimento pare di comprendere: o è la sorte che si accanisce nello stesso momento, negli stessi luoghi e nello stesso comparto contro i babbi del renzismo; oppure, francamente, viene da pensare che siano i due babbi, Tiziano Renzi e Pierluigi Boschi, ad avere, per così dire, una qualche predisposizione ai pasticci in salsa toscana ed eventualmente bancaria.

 

Se poi si considera che a proposito della concessione di un certo prestito a babbo Renzi nell’ultimo mese le indagini si sono normalmente indirizzate sul ruolo svolto, in qualità di cassiere, dal babbo di Luca Lotti, beh, insomma: pure al di là di qualsiasi implicazione giudiziaria, così come di qualunque richiamo alla teoria di Jung sui nessi a-causali, si converrà che il tris di babbi renziani evoca il Giglio Magico, sia pure in versione debitamente attempata.

matteo renzi con il padre tizianomatteo renzi con il padre tiziano

 

Anche di questa singolare coincidenza parentale si chiacchierava, sia pure abbassando voce, ieri mattina alla Leopolda “di lotta e di governo”; vivaio, palestra e tempio della imminente trasformazione dell’Italia, che anzi è già iniziata - sia pure con questo genere di sassolini d’inciampo generazionale.

 

A tale riguardo, si può aggiungere che Renzi s’è anche detto fiero dell’Italia “dei miei nonni”, pure annunciando di voler essere orgoglioso di quella “dei miei nipoti”. Rimarcare, nella foga del discorso presidenziale, l’omissione retorica dei padri pare, più che ingiusto, malizioso. Ma tant’è.

 

Matteo e Tiziano Renzi su CHIMatteo e Tiziano Renzi su CHI

Neanche a farlo apposta, sempre nella mattinata, la blindatissima regia di Simona Ercolani ha offerto al gentile pubblico leopoldinesco la visione di due video - uno straniero (forse tedesco) e uno identico, ma di ambientazione italiana - che senza troppa fatica si possono far rientrare nell’argomento, divenuto scivolosetto, dei padri e dei figli.

 

Entrambi narravano per immagini, con ritmo veloce, musiche adeguate e un pizzico di sadico umorismo, l’apologo di un genitore, solo e in tutta evidenza vedovo, trascurato dai figli il giorno di Natale. E allora che ti organizza il vecchietto? La sua morte, annunciata con sms. I figli allora, disperati e pentiti, si precipitano nella vecchia casa paterna. Ma trovano lui vivo e vegeto, che ha pure preparato il pranzo. Abbracci e cena (nella versione italica culminata in una parmigiana di melanzane).

 

renzi con il padre tiziano indagatorenzi con il padre tiziano indagato

Non che il senso politico dei due video fosse così immediatamente chiaro. Ma certo nel covo della rottamazione è sembrato sanzionare un rovesciamento di senso e prospettive.

Un tempo erano i figli che variamente scapestrati, da Piccioni a Donat Cattin passando per Leone e De Mita, creavano in qualche modo problemi ai potenti. Oggi sono i padri che inguaiano i potenti figli. Non si sa cosa è meglio, forse è lo stesso, forse tutto cambia per restare uguale – come pensano e dicono i gufi.

 

 

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…