putin salvini meloni

LA PRIMA MEDAGLIA PER GIORGIA MELONI: GLI ATTACCHI DEI RUSSI - IL SITO PRAVDA.RU SI SCAGLIA CONTRO LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA: "TROPPO ATLANTISTA, HA SCELTO LA STRADA DELL'ABISSO. DA SOSTENITRICE DELL'UCRAINA GETTERÀ L'ITALIA IN UNA CRISI ANCORA PIÙ PROFONDA” - È L'ENNESIMO TENTATIFO DI INTERFERIRE NELLA CAMPAGNA ELETTORALE ALIMENTANDO FAKE NEWS E PROPAGANDA…

Francesca Sforza per “la Stampa”

 

loredana bertè giorgia meloni

L'effetto «Pravda» ha funzionato. Ci sono voluti tre giorni prima che dalle sabbie del sito russo «Pravda.ru» - magazine online che nulla a che vedere né con la Pravda sovietica (chiusa ufficialmente nel 1991 in seguito al crollo dell'Urss) né con il foglio ufficiale del Partito comunista della Federazione Russa che ne ha raccolto l'eredità nel 1997 (con scarso successo, a giudicare dall'estemporaneità della diffusione, mai garantita) - prendesse forma l'ultima polemica sulle interferenze russe nel voto italiano. Ma alla fine l'operazione può dirsi riuscita.

 

Malgrado la marginalità della pubblicazione infatti - il grande pubblico russo quanto a propaganda preferisce la Tass o Ria Novosti - «l'ha detto la Pravda» è stato fra i trend topic degli appassionati del genere per tutta la giornata di ieri. I fatti: il 17 agosto «Pravda.ru» mette online un articolo dal titolo «La nuova premier italiana Giorgia Meloni ha scelto la strada verso l'abisso».

 

MATTEO SALVINI E PUTIN

L'autrice, Liuba Lulko Stepushova, esperta di Sudamerica, di Africa e «fluente in portoghese» al punto da gestire la versione portoghese del sito (disponibile anche in inglese, francese e tedesco, oltre che in russo), sostiene che «La potenziale nuova premier italiana Giorgia Meloni dice che sarà una ferma atlantista e sostenitrice dell'Ucraina». E sintetizza: «Così facendo Giorgia Meloni getterà l'Italia in una crisi ancora più profonda».

 

Nel corso dell'articolo, che ieri dopo tre giorni è finalmente sbarcato sui social di casa, si sostiene che Meloni, a differenza di Matteo Salvini - «sospettato di aver boicottato il governo di Mario Draghi su ordine di Vladimir Putin» - «assicura che il suo governo sarà un solido governo atlantista e che sosterrà l'Ucraina nella sua lotta contro la Russia».

GIORGIA MELONI - VIGNETTA DI THE SPECTATOR

 

Allo stesso tempo, nell'analisi di Lulko Stepushova, questa fermezza non poggerebbe su basi granché solide: «In passato Giorgia Meloni è sempre stata euroscettica - si legge - ma questa volta non ha il coraggio di esserlo, e si capisce perché: nella situazione attuale con l'Ue, non sarebbe in grado di coordinare il programma della coalizione di centrodestra né di qualificarsi per le elezioni. Per questo - continua - Meloni nega con fermezza sia i sospetti di vicinanza alla Russia, sia la sua opposizione ai migranti e alla comunità Lgbt».

 

SALVINI PUTIN

Che è un po' come ammettere che essere filo russi - così come essere contrari ai temi sui diritti - non sia esattamente un modo per vincere le elezioni. Allo stesso tempo - e qui il ragionamento si contorce ancora - questo aspetto di Giorgia Meloni sarebbe più di facciata che di sostanza: «A essere franchi, infatti, l'elettorato italiano di destra non è a favore della solidarietà atlantica. Coloro che votano per Fratelli d'Italia - scrive ancora la giornalista citando un sondaggio dell'Aspen Institute - si oppongono con maggiore veemenza alle sanzioni anti-russe di quanto non facciano quelli della Lega».

 

Quindi, volendo trarre una conclusione logica, Meloni sarebbe filo atlantista e anti-russa ma con un elettorato anti-americano e filo ucraino, mentre Salvini sarebbe più filo russo, ma con una base non ostile alle sanzioni. Da questo punto di vista che l'Italia risulti essere sull'orlo di un abisso sembra l'unica conseguenza possibile, anche se a scriverlo è la più fake delle Pravde passate e presenti.

 

il video di giorgia meloni contro il reddito di cittadinanza 4

L'intento dell'articolo, e qui il piano del discorso inevitabilmente cambia da ermeneutico a politico, non era evidentemente quello di dare una lettura o un'opinione sulla situazione italiana. In questo caso si sarebbe infatti potuto argomentare che la linea Meloni somigliava più a quella polacca che a quella ungherese, e allargare sulle geometrie variabili dell'Europa, ma si sarebbe rivelata un'inutile perdita di tempo. Il punto infatti era produrre, di nuovo, interferenze «alla Medvedev», scaricando nel dibattito italiano parole chiave come «Meloni», «abisso», «anti-russo», «filo atlantico» e «Europa», lasciando che i social facessero il resto. Come infatti è avvenuto, al grido di battaglia «l'ha detto la Pravda».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini luca zaia vincenzo de luca tribunale

DAGOREPORT - SE DOMANI SALVINI SARÀ CONDANNATO, CHE FARÀ LA DUCETTA DEI DUE MONDI? CHIEDERÀ AL LEADER DELLA LEGA DI DIMETTERSI, RISCHIANDO DI FAR CADERE IL GOVERNO, O ATTACCHERÀ LA MAGISTRATURA ACCUSANDOLA DI AVER SFORNATO UNA “SENTENZA POLITICA”? LA SECONDA CHE HAI DETTO! - A QUEL PUNTO, IL "NESSUNO SI DIMETTE" VARRÀ ANCHE PER SANTANCHÈ, CHE RISCHIA IL RINVIO A GIUDIZIO? – ANNO NUOVO, ROGNE NUOVE: LE REGIONALI AD APRILE 2025 CON LE GRANE CAMPANIA E PUGLIA E IL CASO VENETO DEL DOPO-ZAIA – MELONI PONTE TRA TRUMP E L’UE? UNA FREGNACCIA CHE FA INCAZZARE FRANCIA, GERMANIA E POLONIA: PER PARLARE CON IL NUOVO BOSS DELLA CASA BIANCA, NON ABBIAMO BISOGNO DELLE SMORFIE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA…

giovanni caravelli giorgia meloni francesco paolo figliuolo

DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE. PRENDERÀ IL POSTO DI NICOLA BOERI (CHE FU SCELTO DALLA CAPA DEL DIS, ELISABETTA BELLONI, IN CHIAVE ANTI-CARAVELLI) – PARE CHE LA DUCETTA SIA RIMASTA STREGATA DAL PIGLIO MARZIALE DI FIGLIUOLO, AL PUNTO DA PIAZZARLO SULL’IMPORTANTE POLTRONA GIUSTO PRIMA DELLA FINE DEL SUO MANDATO POST-ALLUVIONE IN EMILIA E ROMAGNA (26/12/24) – LA NOMINA, ''VOLATA'' SOPRA CARAVELLI E MANTOVANO, FA STORCERE IL NASO ANCHE A VARIE FORZE MILITARI: NON ERA MAI ACCADUTO CHE AI VERTICI DELL’AISE CI FOSSERO TRE GENERALI DELL’ESERCITO (CARAVELLI, FIGLIUOLO E ZONTILLI)...

mauro crippa nicola porro bianca berlinguer pier silvio berlusconi paolo del debbio

DAGOREPORT – UN "BISCIONE", TANTE SERPI! GLI AVVERSARI DI BIANCA BERLINGUER A MEDIASET LAVORANO PER DETRONIZZARLA: STAREBBERO RACCOGLIENDO UN “PAPELLO” CON LAGNANZE E MALCONTENTI VERSO LA GIORNALISTA DA SOTTOPORRE A PIER SILVIO BERLUSCONI – GLI ANTI-BIANCHINA SONO STATI "INCORAGGIATI" ANCHE DAI FISCHI RISERVATI ALLA CONDUTTRICE AD "ATREJU" DAL POPOLO DI DI FRATELLI D'ITALIA CHE INVECE HA OSANNATO PAOLO DEL DEBBIO COME LEADER DI FORZA ITALIA IN PECTORE (TE CREDO, DEL DEBBIO E' PIU' ''MORBIDO'' DI TAJANI CON LA MELONI) – TRA I PIU' INSOFFERENTI (EUFEMISMO) VERSO BIANCA IL DUPLEX CONFALONIERI-CRIPPA, CAPO DELL'INFORMAZIONE MEDIASET (PORRO, DEL DEBBIO, GIORDANO, SALLUSTI): TUTTI INSIEME NON HANNO MAI DIGERITO CHE L'EX "ZARINA" DI RAI3 INTERLOQUISCA DIRETTAMENTE CON PIER SILVIO

marina pier silvio berlusconi niccolo querci

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (COME “AMBASCIATORE” PER I GUAI POLITICI) E DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO (CHE CURAVA I RAPPORTI PER MEDIASET) - GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE E RITAGLIARSI IL RUOLO DI INTERMEDIARI. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI…

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?