IL DEBUTTO DEI “BADANTI” - LA PRIMA MISSIONE DEL DIRETTORIO GRILLINO IN SARDEGNA - BEPPEMAO PARTE IN TOUR PER CREARE “L’INTERNAZIONALE GRILLINA” - LA CERIMONIA DEGLI INSULTI ANCHE PER L’ULTIMO DEI FUORIUSCITI, CURRÒ

1. GRILLO MANDA IL DIRETTORIO IN SARDEGNA

Francesco Maesano per “la Stampa

 

GRILLO E DI MAIO GRILLO E DI MAIO

Come quei calciatori arrivati dal nulla durante il mercato agostano: tanti dubbi, tutto da dimostrare. Quell’oggetto misterioso che è il direttorio del M5S debutta lunedì mattina a Cagliari. I cinque deputati scelti alla guida del Movimento si presenteranno davanti alla sede di Equitalia per chiedere conto delle migliaia di cartelle, a loro avviso irregolari, emesse in Sardegna.
 

LA PRIMA DEL DIRETTORIO
Ieri, nel rifugio romano dell’hotel Forum, Grillo ha incontrato Carla Ruocco, che nell’organismo dei cinque ha la delega alle piccole e medie imprese, e la parlamentare sarda Emanuela Corda. Sul tavolo i dettagli dell’evento di lunedì: il battesimo del direttorio. «Ci sono troppi punti oscuri che vanno chiariti su questa vicenda dello scandalo notifiche», spiega la Corda al termine dell’incontro. «Saremo a Cagliari per dare sostegno a chi chiede chiarezza, perché è giusto che tutti paghino le tasse ma è anche giusto che tutti rispettino le regole».

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO


La partecipazione dei parlamentari sarà massiccia: una dozzina di colleghi accompagnerà in Sardegna i cinque neo-leader. L’officiante sarà sempre lui, Grillo, pronto a sostenere il coro dei suoi in Sardegna. Ma con la testa rivolta a un palcoscenico più largo, a quel processo di internazionalizzazione del suo format politico che lo terrà impegnato per tutta la prima metà del prossimo anno.
 

CAMPAGNA ESTERA
Per iniziare, oggi Grillo vedrà la stampa estera. Un appuntamento off limits per i cronisti italiani, buono per ribadire qualche concetto come l’addio all’euro e la sfida alle cancellerie europee per alzare di nuovo la temperatura in vista del tour 2015.

CARLA RUOCCOCARLA RUOCCO

 

È la nuova strategia del M5S: mentre i parlamentari si faranno portavoce dei problemi legati al territorio, cercando di strappare a Federico Pizzarotti un po’ del prestigio di cui gode tra gli eletti del M5S a livello locale, Grillo si farà globetrotter della rivoluzione a cinque stelle, dalla Francia alla Germania, dagli Stati Uniti alla Grecia. Altro che stanchino.
 

 

2. EROI IL GIORNO PRIMA, “MAIALI” QUELLO DOPO - L’AMARO ADDIO DI RITO IN CASA CINQUE STELLE - LA CERIMONIA DEGLI INSULTI ANCHE PER L’ULTIMO DEI FUORIUSCITI, CURRÒ

Mattia Feltri per “la Stampa

 

I maiali del giorno dopo - guarda un po’ - erano puri come Vestali solo fino al giorno prima. Poi, di colpo, si scopre che erano fannulloni, avidi, carrieristi, e cioè la carrellata classica di accuse che in tempi e in contesti un po’ più drammatici era rivolta ai trotzkisti.

 

Dunque, nemici del popolo. Tommaso Currò, il ventitreesimo parlamentare a lasciare i Cinque stelle (su 163, oltre il 14 per cento in un anno e mezzo), ha «tradito il sogno di milioni di italiani». La sentenza da Politburo di periferia viene dall’onorevole grillino Angelo Tofalo che su Twitter ha proposto il sempre suggestivo parallelo: «Altro che Razzi». A proposito, parentesi: uno dei primi ex, Luis Alberto Orellana, fu all’epoca accostato a Domenico Scilipoti. 
 

di battista e di maio in scooterdi battista e di maio in scooter

Lo scandalo rabbioso dei resistenti ha tutta l’aria di essere direttamente proporzionale alla vecchia illusione sulla superiorità morale del popolo minuto. Doveva arrivare in Parlamento e ripulirlo dal marciume con la forza dell’ingenua onestà.

 

Invece non c’è gruppo politico che conti percentuali così alte di transumanza, e peraltro in palazzi nei quali i record vengono continuamente aggiornati. L’iniezione di rettitudine nella carne corrotta, insomma, non c’è stata. Perché non si conosce cittadino che se ne vada dal Movimento così, con una stretta mano, senza essere cancellato dalle foto ufficiali coi titoli di mascalzone e ladro e prezzolato.

 

roberto-ficoroberto-fico

Currò è stato salutato dai colleghi al grido di «marchettaro» e «traditore» intanto che uno di loro, Carlo Sibilia, si rivolgeva a Matteo Renzi sfregando indice e pollice: «Lo hai pagato, eh?». Sui primi (oltre a Orellana - «che schifo di uomo», commentò un Alessandro Di Battista tutto sommato lieve - c’erano Maria Mussini, Maurizio Romani, Monica Casaletto, Alessandra Bencini e Laura Bignami) si fece una diagnosi impietosa e allo stesso tempo incoraggiante: «Cancro da estirpare». Brutta malattia, ma ora il M5s sarebbe guarito.

 

Molto meglio che i sei se ne andassero perché erano «zavorra», erano «parassiti», erano «disertori» e inoltre - chi l’avrebbe detto? - non avevano mantenuto la sacra promessa: «Si tengono i soldi». Anche questa è una costante: salutano o vengono cacciati, e un quarto d’ora dopo si viene a sapere della loro infamante rapacità. «Macchine mangia soldi», ha detto il primus inter pares Luigi Di Maio. Che, a proposito del transfuga Alessio Tacconi, chiese al mondo: «Ci lascia forse perché gli abbiamo chiesto conto di settemila euro?». 
 

CARLO SIBILIACARLO SIBILIA

Affamati di quattrini e mangiapane a ufo, «hanno alti indici di assenza», ha detto ancora il sempre zelante Di Maio, e si scrisse dell’«attività nulla in aula e in commissione» della senatrice Vincenza Labriola. Davanti a simili precedenti, il deputato Manlio Di Stefano stilò su Facebook l’elenco dei cornuti con tanto di foto e di titolo: «Dissidenti sanguisughe». Il resto era conseguente, «assetati di soldi, potere e poltrone», «faranno i conti con la loro anima», e persino «Barabba», in un’interpretazione senz’altro innovativa degli insegnamenti evangelici. Seguirono i commenti del popolo della Rete, da «maiali» in giù, e che maiali vi basti.

 

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