RENZI, DIETRO LA LAVAGNA - L’EUROPA STRIGLIA BULLO TOSCANO: PRIMA DI SPENDERE IL “TESORETTO” DA 1,6 MILIARDI, L’ITALIA DEVE CENTRARE GLI OBIETTIVI DI BILANCIO - EURO-BACCHETTATA SULLE RIFORME: “C’È MOLTO DA FARE”
Marco Zatterin per “la Stampa”
matteo renzi pier carlo padoan
Se davvero ci sarà, il «tesoretto» da 1,6 miliardi, l’Italia «potrà usarlo per alcuni interventi prioritari», ovviamente a condizione che «gli obiettivi di bilancio previsti siano conseguiti e non peggiorati». Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue che coordina l’Eurozona, arriva in missione a Roma e regala una solare apertura di credito al governo Renzi, condendola con un giudizio complessivamente favorevole per il modo con cui l’esecutivo sta gestendo interventi strutturali e conti pubblici.
matteo renzi pier carlo padoan
È un buon segno, ma non basta. L’ex premier lettone spiega che Bruxelles deve ancora studiare a fondo il Def, promette di «valutare gli sforzi nel loro complesso» e denuncia qualche ansia per il lento ritmo di attuazione delle riforme, terreno su quale «c’è ancora molto da realizzare». Tutto è possibile, assicura: a patto di rispettare impegni e regole europee.
UN FATTO CONTABILE
Il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, lo sa da sé e lo ripete con la consueta sicurezza. La Commissione non ha di questi tempi predisposizione a fare il contropelo, nemmeno a chi - rammenta Dombrovskis - «non ha ancora risposto su quel che intende fare per migliorare produttività e competitività».
Il primo ministro lettone Valdis Dombrovskis
Il vice di Juncker tocca appena la disfida del «tesoretto», mentre il ministro del Lavoro Poletti rivela che non ci sono idee di utilizzo. Si tratta di una grandezza meramente contabile, la differenza fra deficit tendenziale aggiornato (2,6% del Pil nel 2015) e programmatico (2,5), fra ciò che si promette e ciò che si pensa di ottenere. Avanzerebbe uno 0,1% da 1,6 miliardi.
Tutto si lega al miglioramento dell’economia atteso da un governo appena più ottimista della Commissione, questione di “zerovirgola” ora trascurabile. «Numeri simili ai nostri», concede Dombrovskis che evita polemiche da poco. L’Italia, aggiunge, «persegue un piano di riforme ambizioso» e «sono convinto che il governo riuscirà a raggiungere» gli obiettivi «che porteranno crescita e lavoro».
L’importante, è che si «prosegua con l’aggiustamento di bilancio», ad esempio «con la riduzione della spesa, che penso sia una base per raggiungere gli obiettivi concordati». Nei corridoi delle istituzioni Ue, l’uso del condizionale ha più sostenitori. Piace anche a Bruxelles l’attivismo italiano, solo che sono rapidi a notare che «i numeri non sono quelli attesi». Colpisce soprattutto il divario fra gli impegni per la correzione del deficit strutturale (al netto di ciclo e una tantum).
RADDRIZZARE LA BARRA
LETTONIA ENTRA NELL'EUROZONA - Il primo ministro Valdis Dombrovskis
Roma aveva attenuto di raddrizzare la barra del 0,3% (invece che dello 0,5) nel 2015 grazie alle nuove norme di flessibilità che hanno tenuto conto della crisi; ha messo lo 0,2 (risparmio, anche qui, 1,6 miliardi). Per il 2016 propone un magro 0,1%, dando per certo lo sconto ottenibile (da mezzo punto, pure) con la clausola delle buone riforme: possibile, tuttavia da negoziare.
«Hanno inglobato un’ipotesi», rileva una fonte Ue, annunciando una trattativa e un lieto fine probabile con mutue concessioni. «Sanno cosa abbiamo chiesto e perché - concede un pezzo grosso della Commissione -. Non si dovrebbe tirare la corda». Il che riporta a Dombrovskis. Per il quale «la tenuta dei conti non va messa in discussione». Il tesoretto, avverte il lettone, viene dopo.