leodori zingaretti d'amato

PRIMARIE O NO? IL PD ESPLODE SULLE CANDIDATURE ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LAZIO – IN NOME DEL "CAMPO LARGO" CON IL M5S, I DEM SONO PRONTI A LANCIARE LA CANDIDATURA DI DANIELE LEODORI, VICE DI ZINGARETTI. MA L’ASSESSORE ALLA SANITA’ ALESSIO D’AMATO NON CI STA. INVOCA LE PRIMARIE E, IN ALTERNATIVA, SI DICE PRONTO A CORRERE DA SOLO (CON IL SOSTEGNO DEL TERZO POLO). E SI TORNA A PARLARE ANCHE DI GASBARRA...

Lorenzo d'Albergo per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

LEODORI ZINGARETTI

Siamo alle ultime curve prima del traguardo, della scelta del candidato presidente del centrosinistra per le Regionali di inizio 2023. Svolte decisive. Si inizia a giocare a carte ( parzialmente) scoperte.

 

Poche ore fa il primo a farlo è stato Daniele Leodori, attuale vice del governatore uscente Nicola Zingaretti, con un post su Facebook in cui sottolineava l'importanza del « campo largo» e dell'intesa con 5S e Terzo polo. Ieri è arrivato il turno di Alessio D'Amato, assessore alla Sanità diventato simbolo della battaglia al Covid nel Lazio: «Se si riterrà opportuno arrivare alle Primarie, da parte mia c'è disponibilità».

 

ALESSIO D AMATO

 

Parole che non sono passate inosservate nel Pd romano e laziale. D'Amato lo ripete da giorni a chiunque incontri, compreso il segretario Enrico Letta che ha appena rivisto: «Non sono uno che si arrende» .

 

Se non si passerà per le Primarie, è convinta la galassia dem che storce il naso davanti al nome di Leodori, l'assessore alla Sanità potrebbe anche decidere di candidarsi per conto proprio. Da indipendente, con il sostegno del Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, in rotta totale con i dem e men che mai intenzionato a fare squadra con i 5S in nome di un'alleanza che non convince. O meglio che, come ha spiegato in un'intervista a Repubblica il coordinatore laziale di Italia Viva, Luciano Nobili, somiglierebbe a una mera «accozzaglia elettorale ».

 

Daniele Leodori

Fin qui l'affaire D'Amato. Poi, come detto, resta in auge il nome di Leodori, l'uomo delle province e del campo largo. Che ha il sostegno del segretario laziale del Pd, Bruno Astorre. E, dando quasi per impossibile l'accordo con il Terzo polo, sta cercando di chiudere quello con il M5S. L'intesa a livello regionale c'è. Ora va convinto Giuseppe Conte. L'idea tra i dem è che il leader grillino possa convincersi a dare il suo assenso all'abbraccio nel Lazio se avrà la garanzia di poter fare il nome del candidato governatore - profilo politico o civico che sia - nel Molise.

 

A proposito di curve e svolte, ci sono due punti di vista diversi sulle tappe che attendono il Pd in vista delle Regionali. AreaDem, corrente di Dario Franceschini e Bruno Astorre, sente di avere alleanze (di sicuro quella con i 5S) e il candidato in tasca, ovviamente nella persona di Leodori.

 

Tutte le altre anime dem, invece, tendono a vedere slegate le due operazioni: prima le intese, poi si parlerà del nome. Divergenze in cui si infilano ancora una volta le suggestioni uscite negli ultimi mesi. Si riparla di Enrico Gasbarra, ex presidente della Provincia che avrebbe dalla sua parte lo stesso mondo civico che a Roma ha garantito il successo elettorale al sindaco Roberto Gualtieri. Rispuntano pure le piste Monica Cirinnà e Marianna Madia.

 

Non si esclude nemmeno una candidatura civica e nel calderone finisce ancora una volta il nome di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant' Egidio.

 

enrico gasbarra foto di bacco

Insomma, nel Partito democratico ci sono le solite tensioni. E ci si chiede pure chi riuscirà a fare sintesi: si racconta che ieri Bruno Astorre fosse piuttosto nervoso per la mancata nomina a questore del Senato.

 

Un punto fermo però c'è. A metterlo è il sondaggio di Izi sulle Regionali: il 76,2% degli intervistati, elettori di centro e di sinistra, crede che il centrosinistra debba presentarsi compatto. Pd, M5S e Terzo polo a sostegno di un solo candidato. Difficile.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…