QUIRINALE VERSUS LA LEGA - LE PRIME MOSSE DELL’UOMO DEL MONTI SONO COME CETRIOLI BEN ASSESTATI ALLE NATICHE DEI CELOMOLLISTI PADANI: VIA IL MINISTERO DEL FEDERALISMO, DECRETO SU ROMA CAPITALE, AGLI ALLEVATORI DEL NORD VIENE CHIESTO DI PAGARE LE MULTE UE - SENZA CONTARE L’APPELLO DI NAPOLITANO PER LA CITTADINANZA AI FIGLI DEGLI IMMIGRATI - BELLA NAPOLI, GRAZIE ALL’INFLUENZA NEO-DEMOCRISTA SUL GOVERNO, PUÒ SFOGARE LA SUA STORICA ANTIPATIA PER GLI AMPOLLARI DEL DIO PO…

Paolo Bracalini per "il Giornale"

Un governo di coesione nazionale o di disintegrazione padana? I timori dei leghisti trovano conferme giorno dopo giorno, giustificando la scelta di stare fuori dalla maggioranza proMonti, considerata espressione di poteri ostili alla Lega Nord. In effetti, in una settimana dal battesimo dell'esecutivo (a trazione quirinalizia), sono partiti già quattro siluri che sembrano radiocomandati proprio su via Bellerio. Primo, la cancellazione del ministero del Federalismo e il potenziamento della Coesione territoriale.

Secondo, il via libera al secondo decreto su Roma capitale, come primo atto del nuovo governo, quasi una provocazione anti Lega. Terzo, l'appello di Napolitano per la cittadinanza ai figli degli immigrati («È una assurdità e una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale»), un affronto per le orecchie leghiste. Quarto, l'avviso agli«splafonatori» delle quote latte, cari alla Lega, arrivato dal ministro dell'Agricoltura Mario Catania a poche ore dal suo giuramento: «Gli allevatori paghino le multe sulle quote latte. Ci sono delle regole, vanno rispettate».

Un inizio peggiore di così, per il Carroccio, è difficile immaginarlo. Questo è l'effetto di due fattori. Da una parte, l'influenza che sulla genesi dell'esecutivo ha avuto l'Udc di Casini, probabilmente il partito più anti Lega di tutto il Parlamento (l'unico che nelle commissioni ha votato sempre contro il federalismo fiscale). Dall'altra, un nuovo e difficile rapporto tra il Quirinale e il Carroccio.

Detto in parole semplici: Napolitano è tornato ad essere visto, com'era da ministro dell'Interno, un nemico di Bossi & Co. La luna di miele col capo dello Stato è finita bruscamente, e il risveglio ha riportato indietro l'orologio al 1992 (quando Napolitano vedeva nella Lega un «rischio di violazione della legalità repubblicana», come scrive lui stesso nell'autobiografia per Laterza Dal Pci al socialismo europeo ).

I colonnelli sono pronti a mobilitare le piazze per opporsi al progetto di Napolitano, sostenuto da Pd e Terzo polo. La perorazione migratoria di Napolitano, quella semmai è follia, contrattaccano i leghisti: «La vera follia sarebbe quella di concedere la cittadinanza basandosi sullo "ius soli" e non sullo "ius sanguinis",come prevede la legge. La Lega Nord è pronta a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze». L'ex viceministro Castelli ritiene le parole del presidente della Repubblica «al limite della costituzionalità». E anche Salvini non scherza: «Napolitano sta proprio esagerando». Frasi impensabili solo qualche settimana fa.

È cambiato tutto, soprattutto per la Lega. Da maggioranza a opposizione, senza più il Pdl, con un governo ostile, e il Colle (ispiratore dell'esecutivo) per nemico. Il Carroccio vede chiaramente un disegno, nel quale la Lega è una piccola macchia verde nell'angolo. Il piano si compirà con una nuova legge elettorale (chiesta all'unisono da Casini e Rosy Bindi) che deve sancire l'emarginazione delle «anomalie», come la Lega. Secondo Maroni c'è anche un premier già designato per questa terza repubblica del «post-berlusconismo e del multipolarismo»: Corrado Passera.

Quel che però i leghisti non dicono, ma pensano, è che la vera regia sia di Giorgio Napolitano. E questo è un bel problema. Nel quadro nero anche un piccolo giallo, lanciato da un deputato dipietrista, Franco Barbato. Al quale risultano indiscrezioni sulla «rimozione del colonnello Mantile» (gradito alla Lega) dalla struttura governativa che vigila sulle quote latte. Un falso allarme però, a quanto risulta, poiché l'ufficiale non occupa più quell'incarico ma è dirigente in Regione Veneto, con Zaia. Di problemi la Lega ne ha già abbastanza.

 

Umberto Bossi e Giorgio NapolitanoBossi Calderoli Leghisti e il tiro alla fune La fune si spezza e i leghisti cascano ROBERTO MARONI FRANCO BARBATO

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...