IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA BIN SALMAN VA IN FRANCIA PER DISCUTERE CON MACRON SUL NUCLEARE IRANIANO E LA GUERRA NELLO YEMEN - I SAUDITI VOGLIONO VEDERCI CHIARO E HANNO RIMANDATO A FINE ANNO LA FIRMA DI CONTRATTI CON I GRUPPI FRANCESI - LA PROTESTA DEGLI ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI
Leonardo Martinelli per “la Stampa”
È rimasto tre settimane negli Stati Uniti, a promuovere una nuova immagine dell'Arabia Saudita, più moderna e cool. Ma Mohammed Bin Salman, il principe ereditario di Riad, riformatore e iperattivo (dicono anche che sia collerico e arrogante), arrivato domenica sera a Parigi, ci resterà appena tre giorni.
Già solo così si capisce che per i sauditi la Francia deve rimanere il partner storico che è sempre stato (dalla mitica visita di re Faysal, nel 1967, su invito del generale de Gaulle), anche se è tornata, dopo il periodo di «gloria» della presidenza di François Hollande, a essere un alleato di secondo rango. Macron, in ogni caso, sta facendo di tutto per risalire la china.
Domenica sera, a sorpresa, ha cenato con il giovane principe (32 anni) al museo del Louvre. Sono stati insieme tre ore, a mangiare e discorrere amabilmente in inglese, ma affrontando già alcuni dossier sensibili, come l'Iran o la guerra nello Yemen, che saranno al centro dell' incontro ufficiale di oggi all'Eliseo.
mohammed bin salman al saud principe ereditario
Poi hanno visitato la mostra consacrata al pittore Eugène Delacroix, con il suo dipinto simbolo, «La libertà che guida il popolo»: la donna dai seni nudi, in pugno una bandiera francese.
Ecco, proprio sui diritti umani varie Ong hanno protestato per la venuta di Bin Salman e per la vendita di armi da parte della Francia all'Arabia Saudita, che sarebbero poi utilizzate nello Yemen contro i ribelli houthi, sostenuti dall' Iran. Amnesty International ha addirittura comprato due pagine di pubblicità del quotidiano Libération: sullo sfondo, la foto di un impiccato e la scritta «Macron, ne vale la pena». Sotto, la spiegazione: «L'Arabia Saudita è il terzo Paese al mondo dove si svolgono più pene capitali. Noi pensiamo che valga la pena di parlare di diritti umani con il principe. E lei?».
Ieri, intanto, il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian e quella della Difesa (lo stesso dicastero del principe a Riad) Florence Parly si sono spostati per incontrarlo fino al palazzo che Mbs (come viene soprannominato) possiede a Parigi. Ma una visita a Station F, incubatore di startup, il più grande del mondo, creato da Xavier Niel (imprenditore vicino a Macron), è stata annullata all' ultimo momento. Mbs, invece, si è degnato ad andare al palazzo di Matignon, per incontrare il premier Edouard Philippe.
Anche i contratti di tipo economico che dovevano essere firmati durante questa visita, sono stati rimandati a fine anno («Macron considera l'Arabia Saudita un alleato e non un cliente», si sono giustificati all' Eliseo). Invece, è stato concluso un accordo per sostenere la creazione nel Paese arabo di un'opera e di un'orchestra. E oggi sarà la volta di una partnership per la valorizzazione del sito archeologico di Al-Ula, che il principe vuole aprire al turismo.
Ma soprattutto Macron dovrà convincere Bin Salman a salvare l' accordo internazionale sul nucleare iraniano, concluso nel 2015. La luna di miele tra Mbs e Donald Trump è dovuta proprio alla volontà del presidente americano di abbandonarlo. Macron, invece, sta cercando di preservarlo e negozia con Teheran: la cosa ai sauditi non piace per nulla. Ai tempi di François Hollande, Riad aveva privilegiato la relazione con Parigi rispetto a Washington, proprio perché Barack Obama aveva spinto verso quell' accordo. Oggi la musica è cambiata.