ignazio la russa giorgia meloni 1

IL PROBLEMA NON È LA MELONI, MA L’IMPROBABILE CORTE DI VECCHI ARNESI IMPRESENTABILI CHE LA CIRCONDA – “L’ESPRESSO”: “È LA POLVERE LA VERA OSSESSIONE DI GIORGIA MELONI: DOVE PER POLVERE SI INTENDE NOSTALGICI DEL FASCISMO CHE LE FAREBBERO FARE BRUTTA FIGURA IN EUROPA GIÀ ALL’INDOMANI DELLA FORMAZIONE DEL GOVERNO, CASINISTI, IMPREPARATI AL RUOLO  E VOLTI CHE HANNO PALESI CONFLITTI DI INTERESSE PER I LORO RUOLI RECENTI NEL PRIVATO O IN ISTITUZIONI PUBBLICHE” – DA URSO A LA RUSSA, DA CROSETTO A FITTO E SANTANCHÈ: I GRATTACAPI DI GIORGIA

Antonio Fraschilla per “L’Espresso”

 

giorgia meloni nel video messaggio per vox 2

Mettere la polvere sotto il tappeto. E di polvere Giorgia Meloni in casa ne ha talmente tanta che sta faticando non poco a nasconderla. Dal 25 settembre, data del trionfo alle urne per Fratelli d’Italia, Meloni si è chiusa al sesto piano della Camera nell’ufficio di presidenza del gruppo, che sarà il più ampio del Parlamento. E un po’ perché ha avuto un abbassamento di voce, un po’ perché di parlare con alcuni volti del suo partito e dei partiti alleati soprattutto non ne ha proprio voglia, insomma parla pochissimo.

 

IGNAZIO LA RUSSA GIORGIA MELONI

E sta facendo saltare i nervi anche a quelli che fino al giorno del voto sembravano essere i suoi fedelissimi in Fdi, da Ignazio La Russa a Guido Crosetto, da Raffaele Fitto (meno fedelissimo) ad Adolfo Urso, per non parlare degli altri leader della coalizione che non riescono nemmeno a scambiarci due chiacchiere vere se non battute di circostanza, da Matteo Salvini a Licia Ronzulli.

 

GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

Gli unici che hanno accesso alla stanza, e alle parole della leader, sono Giovambattista Fazzolari, che ha in mano tutti i dossier che scottano, dal caro energia alla crisi economica, e il cognato Francesco Lollobrigida. In queste ore è la polvere la vera ossessione di Giorgia Meloni: dove per polvere si intende nostalgici del fascismo che le farebbero fare brutta figura in Europa già all’indomani della formazione del governo, casinisti che prenderebbero i ministeri per fare campagna elettorale permanente, impreparati al ruolo in un momento storico difficilissimo per il Paese e per l’Europa intera, e volti che hanno palesi conflitti di interesse per i loro ruoli recenti nel privato o in istituzioni pubbliche.

 

GIORGIA MELONI GIOVANBATTISTA FAZZOLARI

La polvere che Meloni vuole nascondere e non mettere in posti di governo e di visibilità, per evitare di essere impallinata dai giornali e fare brutte figure proprio quando deve accreditarsi in cancellerie europee che già non pensano di accoglierla a braccia aperte.

 

Così, mentre tutti gli aspiranti ministri parlano con i giornalisti sussurrando che loro sanno qualcosa di quel che pensa Meloni in queste ore, e quindi magari salta fuori il nome di Daniela Santanché per il Turismo (con un lievissimo conflitto di interesse) o quello di Guido Crosetto al Mise o alla Difesa (lui che ha società di consulenza in settori legati a molte aziende di Stato e del settore delle armi) la presidente del Consiglio in pectore cerca di trovare soluzioni non traumatiche per dire a chi ambisce a certi ruoli che no, non è questo il momento.

 

GIORGIA MELONI E FRANCESCO LOLLOBRIGIDA

Si narra in Fratelli d’Italia, a esempio, di una certa tensione di La Russa, uno dei fondatori del partito: prima la storia del fratello che alza il braccio salutando alla fascista con il grido “presente” ai funerali dello storico volto della destra Alberto Stabilini, poi lo stesso ex ministro dei governi Berlusconi che in televisione parla di radici storiche comuni con il fascismo e Mussolini di tutti gli italiani, mentre lei è impegnata a rassicurare il mondo esterno sulla fine della “matrice” nera in Fratelli d’Italia, ribadendo che lei non ha detto nulla quando Gianfranco Fini ha rinnegato il fascismo come «male assoluto».

 

GIORGIA MELONI E GIANFRANCO FINI

Fini che, guarda caso, dopo anni di silenzio per gli scandali familiari che lo hanno travolto, è tornato fugacemente sotto i riflettori nella sede della stampa estera per dire che «Giorgia è brava». Per La Russa si deve trovare quindi un altro ruolo, forse la presidenza del Senato se questa non va a Lega o Forza Italia, oppure un dicastero meno influente.

 

Un altro volto che si agita molto e che non capisce bene dove Meloni lo voglia piazzare è quello di Crosetto: l’altro fondatore del partito, ex democristiano di destra, ma soprattutto lobbista nel campo delle aziende di armi e con portafoglio ampio di clienti, durante la campagna elettorale è stato uno dei frontman mediatici del partito. Sempre in televisione, decine di interviste per spiegare il Meloni pensiero.

CROSETTO MELONI

 

Certe volte creando più irritazione che altro proprio alla leader: che dicono si sia molto innervosita per l’ultima intervista rilasciata da Crosetto ad Avvenire. Sul giornale della Conferenza episcopale italiana il fondatore di Fdi si è lanciato nel dire che «siamo in guerra, per salvare l’Italia servono tutte le energie. E tutte vuol dire tutte. Giorgia è libera e non ha paura, sa che deve unire».

 

Dopo due giorni sullo stesso giornale Meloni rilascia una intervista che smentisce Crosetto e ribadisce: «Stop larghe intese, ora esecutivo con mandato popolare». Ma la vera tensione con Crosetto, come anche con Urso, è dovuta alla linea che la futura presidente del Consiglio (a meno di sorprese clamorose) ha tracciato e che Fazzolari e Lollobrigida ribadiscono ad ogni piè sospinto: «Nel governo non ci devono essere potenziali conflitti di interesse, dobbiamo dimostrare che siamo diversi da chi ci ha governato negli ultimi dieci anni».

 

ROMANO LA RUSSA MELONI

Crosetto ha annunciato subito di aver liquidato una delle sue società, Urso ha ribadito da tempo che non ha più partecipazioni nella società, rimasta al figlio, che si occupa di internazionalizzazione delle imprese. Basteranno queste mosse per avere ruoli di peso nel prossimo governo? Meloni è una sfinge, mentre cerca sponde in tecnici che possano rassicurare Europa e mercati che detengono il debito italiano, su tutti Fabio Panetta, ex direttore generale di Banca d’Italia e dal 2019 nel board della Bce, per il ministero dell’Eco- nomia, o Elisabetta Belloni per gli Esteri.

 

fini alemanno la russa meloni

La polvere sotto il tappeto, il mantra di Meloni che teme brutte figure come nessuno in Fratelli d’Italia. Tanto che un altro volto considerato in prima linea per un ruolo nel governo in questo ore vive un po’ di ansia: Raffaele Fitto, uno dei pochi ex centristi e di famiglia democristiana di cui Giorgia si fida, lei che gli ex Dc non li ha mai amati e non li ama. Fitto è il candidato naturale per il ruolo di ministro con la delega agli Affari Europei o al Mezzogiorno. Ma c’è la polvere che rimane: Fitto oggi è copresidente a Bruxelles del gruppo dei conservatori europei.

 

raffaele fitto giorgia meloni gianfranco rotondi foto di bacco (1)

Un ruolo delicato per gli equilibri nell’Ue di Meloni. Se Fitto va a fare il ministro, chi potrebbe rimpiazzarlo nel partito in questa poltrona chiave nel Parlamento europeo? Non certo Carlo Fidanza, indagato per corruzione a Milano e già finito su tutti i giornali per le sue spa- rate da nostalgico del fascismo. E nemmeno un moderato come l’ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, con il quale i rapporti sono tesi per le vicende siciliane sulla scelta del candidato governatore.

 

A proposito: a dimostrazione della tanta polvere che ha in casa Meloni, e di mancanza di classe dirigente adeguata in Fratelli d’Italia, per il ruolo di ministro del Sud potrebbe puntare sul governatore uscente si- ciliano Nello Musumeci. Già candidato ed eletto al Senato e perdonato per certe uscite, come quella nel 2018 quando disse di non voler aderire a Fratelli d’Italia perché non entrava in partiti del tre per cento. Recentemente ha cambiato idea e Giorgia lo ha accolto a braccia aperte: per carità, è un ex missino nostalgico del Ventennio ma all’acqua di rose, diciamo.

GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

 

Negli anni da governatore, a differenza del collega delle Marche Francesco Acquaroli, non ha mai fatto parlare di sé per pagliacciate fasciste, al massimo ha organizzato mostre sull’architettura degli anni Venti e Trenta, ristrutturato i borghi rurali fascisti, o speso qualche milione di euro per la fiera del cavallo in una tenuta a due passi dal suo paese di origine, Militello. Musumeci è un volto presentabile e potrebbe avere ruoli di peso.

 

A differenza di molti suoi neo colleghi nel partito. Ma la leader di Fratelli d’Italia non vuole nemmeno casinisti in ruoli di governo: ogni riferimento a Matteo Salvini non è del tutto casuale. Dietro il braccio di ferro sul ministero dell’Interno si nasconde il timore di Meloni di finire tutti i giorni suoi giornali per le piazzate di Salvini e non magari per altri importanti provvedimenti. Uno scenario subito molto dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e che Meloni non vuole assolutamente rivivere. E non vuole persone che considera non adatte al ruolo in poltrone delicate, ogni riferimento all’ex infermiera Licia Ronzulli alla Sanità anche qui non è del tutto casuale.

FRANCESCO ACQUAROLI GIORGIA MELONI

 

Il vero problema è che si può provare a nascondere la polvere sotto il tappeto, ma se ne hai talmente tanta, come nella coalizione strampalata di questo centrodestra, il compito è difficile. Se non impossibile. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non vede l’ora di ricevere la prima lista dei ministri: sulla scrivania quirinalizia ha già una scorta di bianchetti. E anche un aspirapolvere.

SALVINI BERLUSCONI MELONISALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…