L’IRA DI IDA: C’EURO UNA VOLTA L’ITALIA - LA MAGLI: “PRODI E CIAMPI HANNO MASSACRATO IL PROPRIO PAESE, VOLONTARIAMENTE E SENZA SCRUPOLI”

Da "Libero"

Per gentile concessione dell'editore, pubblichiamo stralci del libro «Difendere l'Italia» (Bur, 266 pagine, 11 euro, disponibile anche in ebook a 8,99 euro).
I brani scelti sono tratti dal capitolo 3, parte seconda: «L'identità italiana nell'organizzazione del potere». Il libro è disponibile da oggi.

Sono passati circa settant'anni da quando è stata progettata l'unificazione europea e le conseguenze sono state catastrofiche per tutti gli Stati che vi hanno aderito. Le Nazioni hanno perso la libertà e l'indipendenza, quella libertà e quell'indipendenza che erano state conquistate con le durissime lotte, con l'eroismo e la morte dei patrioti dell'Ottocento e della Prima guerra mondiale. [...]

Dopo settanta anni di tentativi falliti, dopo le tragiche vicende di una crisi che è tutt'altro che una crisi ma una catastrofe economica, politica, culturale, morale quale le Nazioni europee non avevano mai vissuto, si sentono risuonare per l'ennesima volta in questi giorni, le parole dei piccoli dittatori che governano (che fingono di governare) la Grecia, l'Italia, la Francia e che affermano, come ha fatto François Hollande nel suo discorso alla Nazione del 16 maggio 2013: «Nei prossimi due anni faremo l'unione politicaeuropea».[...] L'aspetto più grottesco di questa situazione già così tragica sono le vuote chiacchiere dei difensori dell'Europa.

RITORNELLO STANCO
Chi non ha sentito ripetere innumerevoli volte il ritornello che, senza l'adesione all'euro, l'inflazione sarebbe stata gravissima portando alla svalutazione della dracma? Ritornello che del resto viene ripetuto anche negli altri Paesi, come la Spagna, il Portogallo, l'Italia (tutti riuniti dalla finanza mondiale nel nefando recinto dei «maiali» o pigs), che soffrono più o meno quanto la Grecia per le conseguenze della crisi economica.

Il prelievo forzoso del 20 per cento sui conti correnti, deciso dai banchieri d'Europa per Cipro, agli effetti pratici è forse diverso da una fortissima svalutazione? Lo è per la sua gravità come espropriazione diretta dei risparmi dei cittadini; lo è perché ha scavalcato i governanti ciprioti costringendoli ad ubbidire alla «troika», barbara istituzione di sorveglianza-giudiziocondanna- esecuzione, copiata da quella creata dal governo sovietico per controllare e punire qualsiasi «disobbedienza». [...]

Tutti sanno che il passaggio all'euro ha comportato quasi ovunque un'immediata, gravosissima svalutazione, dovuta all'insieme dei fattori negativi del progetto europeista, ma in particolare dovuta all'idea stessa di una moneta comune fra Paesi con produzioni molto diverse e al tempo stesso legati ai parametri fissati nel Trattato di Maastricht.

È stato Amartya Sen, premio Nobel per l'economia, ad affermare in una intervista al «Corriere della Sera» che «l'euro è stata un'idea orribile» e che «i parametri di Maastricht sono arbitrari ed economicamente insensati ». Affermazioni quasi incredibili per la loro gravità e per la competenza della persona che le ha pronunciate. Ebbene, nessuno ha risposto, né i politici, né i ministri, né i banchieri [...]

IL GRANDE DUBBIO
Per quanto riguarda l'Italia, si è aggiunto all'errore di partenza compiuto con l'adesione all'euro il folle rapporto di cambio fissato da Ciampi e da Prodi, insieme agli altri governanti e ministri dell'Economia dell'area euro, un errore così madornale che ha comportato l'immediata svalutazione della metà del suo valore.

Ma si è trattato davvero di un errore? Il cambio è stato deciso in modo assolutamente consapevole, come del resto è avvenuto per tutte le altre norme riguardanti l'unificazione; è stato il comune buon senso a giudicarle come «errori», essendo impossibile per dei cittadini «normali», supporre che si sia trattato di decisioni prese volutamente allo scopo di distruggere l'economia dei singoli Stati. [...]

Per degli studiosi seri e competenti, il progetto del mercato unico e della moneta unica avrebbe dovuto apparire del tutto errato fin dall'inizio, ossia dagli anni del Mercato comune, della distruzione delle colture agricole, delle quote latte, e al più tardi dalla firma di Maastricht, ossia dal 1992.

A che servirebbero gli scienziati se non fossero in grado di valutare gli errori a livello di progetto? [...] La conclusione è inevitabile: non si tratta di «errori», ma di una loro precisa volontà. Per quanto sia difficile convincersi che i governanti abbiano voluto distruggere i propri Stati, è ancora più difficile credere che siano stati compiuti gli enormi errori tecnici che hanno portato l'Europa fino alla crisi attuale senza che almeno qualcuno fra i politici, gli economisti e i banchieri in campo ne fosse consapevole.

 

EURO CRACEURO CRAC Prodi e CiampiFRANCOIS HOLLANDEFRANCOIS HOLLANDE Amartya Sen Amartya Sen

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…