berlusconi prodi 9

PRODI-BERLUSCONI A ROTTA DI COLLE – COME DAGO-RIVELATO "MORTADELLA" DA' LO STOP ANCHE ALLA RICONFERMA DI MATTARELLA (PUR AVENDO MILITATO INSIEME NELLA CORRENTE DI DE MITA) E PUBBLICA LA SUA AUTOBIOGRAFIA (IN CUI ARRIVA A PARLARE BENE ANCHE DI BERLUSCONI) A POCHI MESI DAL VOTO PER IL NUOVO CAPO DELLO STATO PER DIRE: CI SONO ANCH'IO! – LE AMBIZIONI DEL CAV PER IL QUIRINALE: SULLA CARTA GLI MANCANO TRENTA-QUARANTA VOTI. IN FONDO, PER L'UNICO LEADER DEL PPE IN ITALIA, NON SONO NEMMENO TROPPI...

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/prodi-gronda-bile-tutti-artigli-nbsp-quot-mortadella-quot-nun-ce-282881.htm

 

 

berlusconi prodi 13

Massimiliano Scafi per "il Giornale"

 

E così zitti zitti, venticinque anni dopo, siamo tornati sul set dei Duellanti. Silvio che sfida Romano, Prodi che attacca Berlusconi, una volta vince l'uno, un'altra trionfa il secondo e Palazzo Chigi che diventa una gara a due. L'alternanza, ricordate? Il derby infinito centrodestra contro centrosinistra, con o senza trattino. Il Prof o il Cav, o di qua o di là. Ma adesso che è passato un quarto di secolo e i due hanno superato l'ottantina, qualcosa è cambiato: non le ambizioni né la verve, forse nemmeno il carisma. È cambiato il traguardo da tagliare. Ora è il Quirinale.

 

Un obbiettivo coltivato, dissimulato, negato, sussurrato, a volte già sfumato, come è successo nel 2013 a Prodi affossato dal fuoco amico di 101 parlamentari. «In realtà erano almeno 120», precisa lui. Un sogno mai del tutto accantonato e che tra qualche mese, hai visto mai, se Mattarella continuerà a chiamarsi fuori, se Draghi preferirà restare al governo per gestire riforme e Recovery Plan, se non uscirà allo scoperto un candidato istituzionale unitario, potrebbe per entrambi improvvisamente rianimarsi. Solo che nel frattempo è mutato lo schema di gioco.

 

prodi berlusconi

Se 25, o 15 anni fa, la loro carta migliore stava nella polarità, nella capacità di unire le forze del proprio schieramento, nella divisione netta tra le due Italie, oggi per vincere il Cav e il Prof devono guardare al centro, cercare i moderati, sperare di raccogliere voti nell'altro fronte. Basta contrapposizioni, è l'ora della diplomazia. Dal duello al duetto. Ecco dunque Romano Prodi che, a cinque mesi dalla scadenza del mandato di Sergio Mattarella, con il Corriere della Sera arriva a parlare bene del rivale di sempre. «Berlusconi dopo la caduta del Muro di Berlino riuscì a riunire i moderati creando il centrodestra. Helmut Kohl lo accolse nel partito popolare europeo e io gli chiesi che stava facendo: ma aveva ragione lui. Fi oggi è una forza europeista».

 

Insomma, il Berlusconi statista «è stato il capolavoro di Kohl». Il Professore, ancora scottato dai 101 congiurati, smentisce frenesie o ambizioni. «Dovunque ci sia un voto segreto si annida un rischio. Io però starò a guardare da laico, non essendo nemmeno cardinale». Intanto si fa sentire pubblicando un'autobiografia. Non si sa mai.

prodi berlusconi

 

Quanto al Cavaliere, la strategia è per certi versi simile e si può sintetizzare così: affidabilità totale, nessuna fuga in avanti, rispetto massimo per Mattarella e appoggio al governo Draghi. Se, per motivi diversi, i due presidenti saranno indisponibili, se non ci sarà spazio per una figura neutrale, allora si dovrà cercare un capo dello Stato politico. Sarà difficile per Pd e M5s esprimere un candidato, mentre il centrodestra ha già indicato Berlusconi. Sulla carta gli mancano trenta-quaranta voti. In fondo, per l'unico leader del Ppe in Italia, non sono nemmeno troppi.

prodi berlusconi confronto tvBERLUSCONI PRODIberlusconi prodi 9prodi cover

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…