vladimir putin joe biden mario draghi

LA PROPOSTA DI DRAGHI A PUTIN PER SUPERARE L'IMPASSE DELLA CRISI UCRAINA: UN SUMMIT USA-RUSSIA A GINEVRA - IN QUESTA FASE IL GOVERNO ITALIANO SI STA ASSUMENDO IL COMPITO DI FARE DA "POSTINO-MEDIATORE" TRA MOSCA E WASHINGTON. SOLO IN QUESTO QUADRO SI PUÒ GIUSTIFICARE LA SCELTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI VOLARE AL CREMLINO PRIMA DI RICEVERE UN INVITO FORMALE ALLA CASA BIANCA, PROCEDURA INUSUALE PER I GOVERNI DEL NOSTRO PAESE…

Claudio Tito per “la Repubblica”

 

MARIO DRAGHI E VLADIMIR PUTIN

«Se ci sediamo in buona fede, come fatto in passato, possiamo arrivare a un accordo che rafforza la sicurezza di tutti». Alla fine del vertice dei ministri della Difesa della Nato, il Segretario generale Jens Stoltenberg descrive in questi termini la possibile via d'uscita dalla crisi ucraina.

 

Non si tratta solo di un buon auspicio. Nei colloqui informali a margine del summit, infatti, i riferimenti sono stati tutti rivolti ad un "faccia a faccia" tra Biden e Putin. Ad un summit che possa davvero risolvere la situazione. Una delle ancore di salvezza cui le diplomazie si stano attaccando. Nel complicatissimo puzzle delle trattative costellate da minacce, anche l'Italia sta giocando un ruolo.

 

mario draghi joe biden g20 9

Il presidente del consiglio, Mario Draghi, che ieri ha rapidamente partecipato al Consiglio europeo straordinario sulla crisi ucraina, si sta spendendo per organizzare una visita al Cremlino. «In tempi stretti ». Questione di pochi giorni, se non di ore. Anche perché il confine tra lo showdown e la pace si sta sempre più assottigliando.

 

Il probabile colloquio con Putin si svolgerebbe secondo binari ben precisi. Il premier italiano, infatti, prima di partire si consulterà con gli alleati europei e soprattutto con quello americano. In particolare potrebbe diventare il latore di una proposta formulata dalla Casa Bianca. Quella, appunto, di un nuovo summit tra Biden e Putin da tenere magari ancora una volta a Ginevra.

PUTIN E BIDEN

 

Della necessità di impostare rapidamente il viaggio di Draghi al Cremlino, del resto, hanno discusso ieri il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, e il "collega" Serghej Lavrov. Il governo di Roma, dunque, in questa fase si sta assumendo il compito di fare da "postino-mediatore" tra Mosca e Washington. Dietro il rapido ritorno del premier a Roma c'è anche questo. E solo in questo quadro si può giustificare la scelta del presidente del consiglio di volare a Mosca prima di ricevere un invito formale a Washington. Procedura inusuale per i governi del nostro Paese.

 

La prima mossa in questa direzione è comunque arrivata dal Segretario di Stato Usa, Antony Blinken che ieri ha inviato una lettera all'omologo russo avanzando l'idea di un incontro la prossima settimana in Europa. E in più ha rilanciato la possibilità, già suggerita il mese scorso, di una nuova riunione a Bruxelles del consiglio Nato-Russia e dell'Osce.

 

mario draghi joe biden g20 2

«Questi incontri - ha spiegato Blinken - possono aprire la strada ad un summit dei leader chiave nel contesto della de-escalation per raggiungere un'intesa sulle preoccupazioni reciproche di sicurezza ». Secondo le informazioni circolate al vertice Nato, inoltre, anche i russi sarebbero interessati a un nuovo "faccia a faccia". Per il Cremlino sarebbe il riconoscimento del loro ruolo internazionale, l'allontanamento di uno schema globale costruito esclusivamente sulla direttrice Washington-Pechino e la scusa plastica per evitare la guerra contro Kiev.

 

JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN MEME

 Il tempo però ormai stringe. L'eventuale missione italiana in Russia deve avvenire in tempi brevi. Nella consapevolezza che domenica prossima si concluderanno anche le Olimpiadi in Cina e quindi cesserà pure l'invito di Xi a schivare una precipitazione degli eventi durante i suoi Giochi. A quel punto il "freno" cinese sarà disattivato e Pechino potrebbe addirittura avere interesse a tenere alta la tensione in Europa per distogliere le forze americane dall'IndoPacifico. Perché la Cina resta comunque una spettatrice interessata. Anzi, proprio nelle due riunioni che si sono tenute ieri nella capitale belga (Nato e Consiglio europeo) in molti hanno avvertito come in questa vicenda la questione del gas e dell'approvvigionamento energetico si quella più delicata.

 

mario draghi joe biden g20 1

E che si potrebbe inserire un nuovo attore: i cinesi avrebbero fatto sapere che in caso di sanzioni economiche da parte dell'Occidente (misure effettivamente già predisposte dall'Ue), saranno pronti ad acquistare dalla Russia buona parte del gas destinato al Vecchio Continente. «Come guide delle diplomazie dei nostri Paesi - è infatti l'esortazione di Blinken - abbiamo la responsabilità di fare ogni sforzo perché la diplomazia abbia successo, non lasciare nulla di intentato».

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO