BERGOGLIO ATTACK! PAPA FRANCESCO DÀ UN’ALTRA LEZIONE ALLA CURIA CON LA NOMINA DEI NUOVI CARDINALI: VENGONO DA TONGA, BIRMANIA E CAPO VERDE - AL PROSSIMO CONCLAVE L’EUROPA, GLI USA E IL CLAN DEGLI ITALIANI PESERANNO MENO
Marco Ansaldo per “la Repubblica”
Sono i cardinali scelti alla «fine del mondo», come lui stesso si era definito presentandosi al balcone dopo il Conclave, i porporati che Papa Francesco creerà nel Concistoro del prossimo 14 febbraio. Solo 5 nominati in Europa, ma ben 10 pescati nel resto del pianeta. Da sedi che mai, nella lunga storia della Chiesa, avevano visto una berretta rossa, come le Isole Tonga, o Capo Verde, o la Birmania.
E che si aggiungono, in un Collegio cardinalizio sempre più a immagine di Bergoglio, ad altri uomini provenienti da luoghi molto lontani dal Vaticano, come Uruguay, Nuova Zelanda, Etiopia, Panama.
C’è un solo nominato dentro la Curia romana, già «bastonata», ammette con Repubblica un’alta fonte vaticana, alla cerimonia degli auguri di Natale con l’individuazione di 15 «malattie curiali». E nessun americano, a conferma delle frizioni con la Chiesa statunitense. Solo due gli italiani (Menichelli e Montenegro).
E presi per giunta dalle periferie, Ancona e Agrigento, lasciando così a bocca asciutta grandi città come Torino e Venezia tradizionali sedi cardinalizie, oltre a qualche monsignore da tempo in attesa di uno scatto più per aspirazione di carriera che per reali meriti sul campo.
La geografia disegnata da Francesco nel mondo e in Italia è ben chiara. Spazio ai posti più distanti da quello che non deve essere più considerato come il centro del mondo (secondo una vecchia logica il Vaticano, l’Italia, l’Europa), e fiducia ai pastori più che ai “prìncipi della Chiesa”.
«Nominerò 15 nuovi cardinali, che, provenienti da 14 nazioni di ogni Continente, manifestano l’inscindibile legame fra la Chiesa di Roma e le Chiese particolari presenti nel mondo», ha detto il Papa all’Angelus annunciando i nomi delle porpore. E se ai 15 cardinali si aggiungono gli altri 5 vescovi nominati ieri oltre gli 80 anni (tra cui il cagliaritano Luigi De Magistris), dunque non elettori al Conclave, il numero totale dei Paesi rappresentati diventa 18.
L’Asia-Oceania viene molto rafforzata: ci sarà un porporato in Nuova Zelanda — l’arcivescovo di Wellington, John Dew; uno in Vietnam — l’arcivescovo di Hanoi, Nguyen Van Nhon; uno in Birmania — l’arcivescovo di Yangon Charles Bo; uno in Thailandia — l’arcivescovo di Bangkok, Francis Kovithavanij; uno nelle Isole di Tonga — l’arcivescovo Soane Mafi, che, nato nel 1961, diventa il membro più giovane del Collegio. Molto significativa la nomina dell’elettore Gomes Furtazo, vescovo di Santiago de Cabo Verde. Un solo curiale, il francese Dominique Mamberti, fino a poche settimane fa “ministro degli Esteri” vaticano.
Dice il portavoce papale, padre Federico Lombardi: «Il criterio più evidente è quello della universalità ». E sul caso statunitense aggiunge: «Non vi sono nuovi cardinali per l’America Settentrionale perché il loro numero è già consistente ». L’unico nuovo porporato di lingua inglese è il neozelandese. Fra i 125 cardinali elettori salgono dunque a 31 quelli creati da Francesco in nemmeno 2 anni di pontificato, la metà dei 60 rimasti da Benedetto XVI in 8 anni, oltre ai 34 dell’epoca di Giovanni Paolo II.
Per l’Italia sempre più disattese le regole non scritte sul peso delle sedi cardinalizie. Nel primo concistoro di Francesco fece scalpore la porpora all’arcivescovo di Perugia, Bassetti, lasciando al palo Moraglia a Venezia e Nosiglia a Torino. Ebbene, oggi è la volta di Agrigento e Ancona di lasciare al palo centri più grossi. Nutrito così anche il parco dei nomi non scelti.
Alcuni si aspettavano la nomina di Bruno Forte, segretario speciale del recente Sinodo dei vescovi, ma forse le critiche di eccessiva vicinanza al Pontefice hanno fatto consigliare per un turno di attesa. Così come per Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, pure lui in pole position dopo l’Incontro mondiale delle famiglie il prossimo autunno a Philadelphia. Giubilate anche le aspirazioni di Rino Fisichella, presidente del Consiglio della Nuova Evangelizzazione, ed ex cappellano a Montecitorio quindi considerato troppo vicino al mondo politico.
Nettamente sorpresi invece i due nuovi cardinali prescelti. Monsignor Francesco Montenegro, 69 anni, messinese, si trovava in giro mentre il pontefice all’Angelus annunciava la sua prossima berretta. «È stato colto di sorpresa — spiegano alla Curia di Agrigento — non si aspettava che Papa Bergoglio annunciasse la sua nomina. Così al termine della messa ha comunicato la notizia ai fedeli». A fianco di Francesco nel primo viaggio del nuovo Pontefice nell’isola di Lampedusa, la sua porpora premia la Chiesa della carità verso poveri e immigrati.
Monsignor Edoardo Menichelli, 75 anni, nato a Serripola di San Severino Marche, ha lavorato nel Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e alla Congregazione per le Chiese Orientali. Provenienza diplomatica, dunque, preferita da Bergoglio. A ottobre il Papa aveva respinto le sue dimissioni per limiti di età. A dargli la notizia è stato un amico che ascoltava l’Angelus in tv. «Mi prendi in giro? », gli ha replicato don Edoardo. E quando l’altro è scoppiato in lacrime, Menichelli ha risposto: «Se piangi, allora è vero, Dio mio!».