abdelaziz bouteflika

LA “PRIMAVERA ARABA” E’ ARRIVATA ANCHE IN ALGERIA - PROTESTE E MANIFESTAZIONI IN PIAZZA CONTRO L’ANNUNCIO DELL’ENNESIMA CANDIDATURA, LA QUINTA, DEL PRESIDENTE BOUTEFLIKA CHE È STATO VITTIMA DI UN ICTUS, NON PARLA ALLA NAZIONE DAL 2012 E NON È PIÙ REALMENTE AI COMANDI - BOUTEFLIKA HA PROMESSO, IN CASO VITTORIA, DI "ORGANIZZARE ELEZIONI ANTICIPATE" NELLE QUALI NON SI PRESENTERÀ, E UNA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE DA APPROVARE CON UN REFERENDUM

1 - ALGERIA: È UFFICIALE, BOUTEFLIKA SI È CANDIDATO

IL PRESIDENTE ALGERINO ABDELAZIZ BOUTEFLIKA

(ANSA) - E' ufficiale, Abdelaziz Bouteflika è candidato alle elezioni presidenziali in Algeria previste il 18 aprile, e correrà per il suo quinto mandato. Lo annunciano i media locali. In una "lettera agli algerini" depositata alla Corte costituzionale, Bouteflika promette, in caso vittoria, di "organizzare elezioni anticipate" nelle quali non si presenterà, e una riforma della Costituzione da approvare con un referendum popolare.

 

2 - ALGERIA: NOTTE DI CORTEI DOPO ANNUNCIO BOUTEFLIKA

(ANSA) - Migliaia di manifestanti sono scesi ieri in tarda serata in piazza in varie città algerine per protestare contro l'annuncio della candidatura al quinto mandato presidenziale di Abdelaziz Bouteflika. Lo riferiscono i media locali. Sui social, gli attivisti hanno pubblicato numerosi video che mostrano i manifestanti nelle strade che scandiscono slogan contro il presidente in carica. A quanto si apprende non si sono registrati momenti di tensione con le forze di sicurezza.

 

3 - GLI ALGERINI IN PIAZZA SENZA VIOLENZA PER SFIDARE IL PRESIDENTE FANTASMA

BOUTEFLIKA E GHEDDAFI

Testo di Tahar Ben Jelloun, traduzione a cura di Leonardo Martinelli per ''La Stampa''

 

Le numerose manifestazioni in Algeria per esigere l'annullamento della candidatura dell'attuale presidente della Repubblica, Abdelaziz Bouteflika, hanno tutte lo stesso carattere pacifico e non violento. Il popolo algerino sa bene quello che è la violenza. Durante il decennio degli Anni Novanta, la guerra civile fra lo Stato e gli islamisti in armi ha fatto più di 100 mila morti. L'intellighenzia del Paese era stata decimata. Migliaia di famiglie hanno avuto un figlio o un padre assassinato.

 

GHEDDAFI E IL PRESIDENTE ALGERINO BOUTEFLIKA

Nel 2001 la contestazione, che ha avuto luogo nella Cabilia, è stata repressa dal potere con una rara brutalità, facendo 126 morti e oltre 5 mila feriti. Allo stesso modo, al momento della «primavera araba», una manifestazione spontanea è stata dispersa da parecchie migliaia di poliziotti, più numerosi dei manifestanti. Da allora il malessere nel profondo della società non ha mai smesso di amplificarsi.

 

Gli algerini hanno capito che il regime non farà loro regali. L'esercito, al potere dall'indipendenza (luglio 1962), non lascia alcun spazio all' opposizione. D'altra parte, all'inizio delle manifestazioni, il 2 febbraio, il primo ministro Ahmed Ouyahia ha citato l'esempio della Siria nel caso in cui la piazza non si calmasse.

 

Abdelaziz Bouteflika

In seguito ha dovuto ritornare su questo riferimento, constatando quanto il popolo algerino fosse disciplinato e determinato a rifiutare il quinto mandato di un uomo malato e che non si è più rivolto direttamente alla nazione dall' aprile 2012. Il fatto di aver citato la Siria ha scioccato molte persone. Ha voluto giocare sulla paura e la minaccia di un ritorno alla guerra civile degli Anni Novanta.

 

In una «Dichiarazione al popolo algerino», firmata da una quindicina di personalità, si ricorda che «il raduno deve essere pacifico». Questo non ha impedito ad alcuni giovani di gridare «Bouteflika sgombera», che ricorda lo «sgombera» tunisino ed egiziano del 2010 e 2011. Tutto si deciderà oggi, data limite per il deposito delle candidature. In principio Bouteflika deve depositare la sua quel giorno lì. Ma si dice che si trovi a Ginevra, dove si sta curando.

 

Abdelaziz Bouteflika

L'esercito ha fatto un errore, incitare questo presidente malato a presentarsi per un quinto mandato, mentre tutti possono constatare la sua incapacità fisica a governare. Da quando è stato vittima di un ictus, non è più nel concreto ai comandi e non riceve più i visitatori stranieri importanti. I generali mantengono la finzione di un dirigente valido, perché possano proseguire tranquillamente la loro politica affaristica. L' Algeria importa il 90% di quello che consuma, il che lascia alle persone al potere la possibilità di concludere buoni affari. Oggi non è più possibile. La piazza ha fatto esplodere questa situazione e la presa dell' esercito su tutto il Paese non è più un tabù.

 

Il politologo algerino Lahouari Addi, citato dal quotidiano francese La Croix del primo marzo, dice: «La protesta è più profonda di quello che si crede; il regime è sfinito, ha commesso un errore monumentale con questo quinto mandato».

 

Abdelaziz Bouteflika

I manifestanti, ripartiti su 44 wilayas (regioni) su 48, quasi tutto il Paese, chiedono «giustizia e dignità», uno slogan che ricorda i primi mesi della primavera araba in Tunisia e in Egitto. Tra i giovani diplomati e colti il tasso di disoccupazione è molto elevato. Il 40% di una popolazione di 41 milioni di abitanti ha meno di trent' anni. Vivono un malessere profondo che li spinge a voler lasciare il Paese con qualsiasi mezzo.

 

Questa perdita di fiducia nella politica e il fatto di sentire che il potere non tiene conto della loro esistenza e ancora meno delle loro rivendicazioni, li incita a uscire per esprimere la propria rabbia. Lo fanno spontaneamente perché non hanno conosciuto il periodo nero della guerra civile. La storica Karima Dirèche afferma in un' intervista pubblicata dal quotidiano comunista francese L' Humanité che «c' è in queste manifestazioni un sobbalzo di dignità del popolo algerino».

 

Abdelaziz Bouteflika

Accusato di «avere ucciso tutte le speranze», l' esercito si gioca non solo la sua reputazione, ma anche il suo ruolo e il proprio rapporto con la manna rappresentata dal petrolio e dal gas. La gioventù che manifesta esige il riconoscimento dell' individuo, la separazione della religione e della politica e la libertà di pensiero, base fondamentale per l' instaurazione di uno Stato di diritto. L'ampiezza e la determinazione dei manifestanti nella maggior parte delle regioni del Paese danno ragione al politologo Addi.

 

Quello che sta succedendo in Algeria è grave e profondo. È da tanto tempo che la gente reprime la sua rabbia e sente il bisogno di entrare nella modernità, tanto più che il Paese è ricco ed è capace di assicurare un futuro decente e pure radioso al popolo. Ma l' appetito dei generali e di qualche privilegiato li ha accecati al punto di non aver visto arrivare la rabbia popolare che non si può più placare con frasi e promesse e ancora meno con le minacce.

 

Da sottolineare che gli islamisti si fanno discreti e non cercano di recuperare questo grande movimento. I loro discorsi non funzionano più. La Francia osserva con attenzione gli eventi. Le sue relazioni con questo Paese restano complicate. Quello che teme più di ogni cosa è l' arrivo massiccio di nuovi immigrati, in fuga da un Paese dove questa crisi potrebbe durare e sfociare in un caos sia politico che economico.

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