TRUMP, PUTIN E LE "TROLLATE" ALLE ANIME BELLE - ZAR VLAD SI PRESENTA AL G20 SOSTENENDO CHE “LA DEMOCRAZIA LIBERALE È OBSOLETA”: “ IL POTETE E’ PASSATO AL POPULISMO NAZIONALE SULL'ONDA DEL RISENTIMENTO PUBBLICO PER L'IMMIGRAZIONE, IL MULTICULTURALISMO E I VALORI SECOLARI” - IL PRESIDENTE AMERICANO SCHERZA SUI SOSPETTI DI MANINE RUSSE NELLE ELEZIONI AMERICANE: “GLI HO CHIESTO DI NON INTERFERIRE…” - IL CONFRONTO SU IRAN, SIRIA, VENEZUELA, UCRAINA E DISARMO
1 - TRUMP-PUTIN SORRISI E IRONIE AL G20 "NON INTERFERIRE SULLE MIE ELEZIONI"
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Vladimir Putin si presenta al G20 affermando che la democrazia liberale è obsoleta, e per tutta risposta colui che dovrebbe essere il leader mondiale del liberalismo scherza sull' offensiva lanciata da Mosca per interferire nei processi elettorali e destabilizzare la democrazia occidentale.
Naturalmente il fatto che il presidente americano vada d' accordo con quello russo non è un male in sé, anzi. Però il modo con cui ieri il capo della Casa Bianca ha strizzato l'occhio al collega del Cremlino, ha riacceso tutte le polemiche e i sospetti che l' America sperava di aver messo finalmente alle spalle con la pubblicazione del rapporto Mueller.
Al punto che è toccato al presidente uscente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, di fare la precisazione che sarebbe dovuta nascere spontanea in qualunque sincero occidentale: «Sono profondamente in disaccordo con Putin. Quando uno dice che il liberalismo è obsoleto, in realtà sostiene che la libertà, lo stato di diritto e i diritti umani lo sono. Ciò che invece io trovo realmente obsoleto è l' autoritarismo, il culto della personalità, e il governo degli oligarchi».
Putin ha dichiarato superata la democrazia liberale in un'intervista col Financial Times, in cui sostiene che ormai è stata rimpiazzata dal populismo nazionalista, a causa del risentimento per le migrazioni e il multiculturalismo. Sul piano elettorale ha parzialmente ragione, e in fondo proprio la vittoria di Trump nel 2016 ne è una prova.
Questa affinità elettiva forse spinge Donald ad evitare lo scontro con Vladimir, anche perché ammettere che l' ex colonnello del Kgb ha avuto una parte nel suo successo significherebbe delegittimarsi. Quando però a margine del bilaterale di ieri ad Osaka i giornalisti hanno chiesto al capo della Casa Bianca se avrebbe intimato al collega del Cremlino di non interferire nelle elezioni dell' anno prossimo, lui è andato oltre il lecito, mettendosi a scherzare: «Certo che glielo chiedo. Non interferire nelle elezioni, presidente, non interferire».
A differenza degli attacchi contro gli alleati lanciati prima ancora di atterrare, ieri Trump ha impostato la giornata al G20 sulla congenialità. Durante i bilaterali con Abe e Merkel ha messo da parte l' annosa disputa sui finanziamenti militari, almeno in pubblico, puntando invece a sottolineare l' amicizia con entrambi. Ha stretto la mano al premier italiano Conte con l' abituale simpatia, dedicandogli una conversazione informale di un quarto d' ora, e con il leader indiano Modi ha sorvolato sulla disputa dei dazi.
Secondo i suoi consiglieri, ha incasso il generale consenso dei colleghi per la riforma della Wto, e ha aggiunto di aspettarsi un vertice produttivo anche con il rivale cinese Xi oggi a pranzo, Corea del Nord inclusa. Alcuni giurano che la tregua commerciale con Pechino è stata già siglata, mentre Trump si è detto sicuro che il colloquio servirà almeno a muovere la situazione, evitando dunque lo scontro diretto. Quanto all' Iran, ne ha parlato ieri con Abe, Merkel e Putin, ma la giornata chiave potrebbe essere oggi, quando la crisi verrà discussa col nemico saudita di Teheran Salman, e con l' alleato turco Erdogan. La congenialità si è fermata sulla soglia dei cambiamenti climatici, dove gli Usa hanno preteso di annacquare ancora la dichiarazione finale, ma neppure il segretario generale dell' Onu Guterres si aspettava una svolta.
I problemi dunque si sono concentrati su Putin, che lo ha inviato a Mosca per il prossimo anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, ricevendo disponibilità. Il comunicato finale dice che hanno parlato di Iran, Siria, Venezuela, Ucraina e disarmo, con la denuncia dell' Intermediate Range Nuclear Forces Treaty e il blocco del New Start. Ossia tutti i nervi scoperti della relazione bilaterale. Il pubblico però ha visto solo l' evidente volontà di Trump di sminuire il Russiagate, contro il parere della sua stessa intelligente, e quindi non resta che sperare che abbia invece mostrato in privato la determinazione a risolvere le divergenze di fondo con Mosca.
2 - PUTIN: «IL LIBERALISMO È OBSOLETO»
Fabrizio Dragosei per il “Corriere della sera”
Fuori dal G8 per quello che la Russia ha fatto in Crimea e nel Donbass, Vladimir Putin rimane al centro della scena nell' altra grande assise internazionale, il G20 nel quale chi conta veramente al mondo pesa un po' di più. E approfitta dell' occasione per chiarire in un' intervista al Financial Times il ruolo del suo Paese e il suo pensiero. La crescita dei populismi, da quello di Trump in America ai vari movimenti europei, è dovuto semplicemente al fatto che «l' ideologia liberale ha segnato il suo tempo».
Il potere, dice Putin, si sta spostando «dal tradizionale liberalismo occidentale al populismo nazionale sull' onda del risentimento pubblico per l' immigrazione, il multiculturalismo e i valori secolari a detrimento della religione». Immediata la risposta da parte di due leader europei. Donald Tusk ed Emmanuel Macron difendono la democrazia liberale e la «democrazia progressista». Piuttosto, insiste il presidente del Consiglio Ue, sono «l' autoritarismo, il culto della personalità e la legge degli oligarchi a essere davvero obsoleti».
D' altro canto la Russia ha conosciuto solo parvenze di liberalismo vero e proprio nella sua storia. Ai tempi della rivoluzione borghese del 1905 e nei primi anni del governo Eltsin dopo lo scioglimento dell' Urss nel 1991. Per Putin, come per molti suoi connazionali, quest' ultimo periodo è indissolubilmente legato allo sfacelo del Paese («Una delle più grandi tragedie del secolo») con una colossale diaspora russa e con i grandi furti di Stato commessi dagli oligarchi.
PUTIN REGALA UN PALLONE A TRUMP
Comprensibile quindi che Vladimir Vladimirovich non ricordi con nostalgia il breve intermezzo liberale e, anzi, gli attribuisca implicitamente la colpa di quanto sta accadendo. Così, a suo avviso, Trump ha vinto perché ha cavalcato i temi giusti («è una persona di talento»). Il presidente russo non si trincera dietro al «politicamente corretto». Così, della guerra in Siria che ha fatto centinaia di migliaia di morti, loda l' effetto che ha avuto sulla capacità operativa dell' armata russa impegnata al fianco di Assad. E si vanta senza remore dell' uccisione «di migliaia di militanti islamici».
3 - PUTIN, HO DISCUSSO CON TRUMP DELLE INGERENZE NEL VOTO USA
(ANSA) - Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di aver toccato nei colloqui con Trump al G20 il tema delle presunte interferenze russe nelle elezioni americane. "Sì - ha detto Putin, citato dalla Tass durante una conferenza stampa al G20 di Osaka - abbiamo discusso di questo, abbiamo discusso del Venezuela e abbiamo discusso delle elezioni". Putin ha quindi dichiarato che ogni giorno si registrano tentativi esterni di interferire nelle questioni interne russe.