PUTIN SUSSURRA E BERLUSCONI RIPETE? - LA CAZZATA DETTA DAL CAV A “PORTA A PORTA” SU PUTIN E LA GUERRA IN UCRAINA POTREBBE ESSERE FRUTTO DI UN SUGGERIMENTO ESTERNO – “REPUBBLICA”: “LA LETTURA EDULCORATA E MINIMALISTA PORTA A POSSIBILI PRESSIONI DA PARTE DI IMPRENDITORI DEL NORD, IN STRETTI RAPPORTI CON LA RUSSIA, CHE STANNO SUBENDO UN DANNO ECONOMICO A CAUSA DELLE SANZIONI. MA IL SOSPETTO È CHE SIANO STATI EMISSARI DELLO STESSO PUTIN, DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE, A FAR GIUNGERE QUEL MESSAGGIO AL PRESIDENTE DI FORZA ITALIA FIN DENTRO VILLA GRANDE, SULL'APPIA ANTICA”
Emanuele Lauria per “la Repubblica”
VLADIMIR PUTIN E SILVIO BERLUSCONI IN SARDEGNA NELL APRILE 2008
La sortita di Silvio Berlusconi ha spiazzato i vertici di Forza Italia. Nel ristretto staff del Cavaliere nessuno era a conoscenza di quanto avrebbe detto davanti alle telecamere di Porta a Porta, nessuno immaginava quel clamoroso riferimento alle «persone perbene» con cui Putin avrebbe dovuto sostituire dopo un'operazione lampo il governo di Zelensky. Neanche Antonio Tajani, che di Fi è coordinatore, era al corrente della reboante tesi che il suo leader avrebbe esposto.
E giovedì sera, raccontano, con qualche imbarazzo ha ascoltato la registrazione dell'intervista a Bruno Vespa. Anche perché allo stesso Tajani hanno subito chiesto conto e ragione gli alleati di Fratelli d'Italia, sorpresi e irritati per le dichiarazioni dell'ex premier: «Assolutamente inaccettabili », dice un dirigente del partito di Giorgia Meloni.
La versione di chi frequenta Arcore è che quella frase sia semplicemente «uscita male» a un Berlusconi provato dalla campagna elettorale. In realtà, sin da subito, il dubbio circolante negli ambienti di Fdi - e anche nella testa di alcuni esponenti di Forza Italia - è che Berlusconi abbia ricevuto qualche suggerimento esterno. Ipotesi corroborata dalle parole con cui Berlusconi ha cercato di mettere una toppa sulle polemiche esplose immediatamente: «Ho riferito il pensiero di altri», si è difeso. Ma di chi?
vladimir putin silvio berlusconi sul moskva
La lettura edulcorata e minimalista di quanto sta avvenendo porta a possibili pressioni da parte di imprenditori del Nord, in stretti rapporti con la Russia, che stanno subendo un danno economico a causa delle sanzioni. «Non sa quanti ne abbiamo incontrati durante la campagna elettorale», si limita a dire Tajani, ex presidente del Parlamento europeo che la bandiera dell'atlantismo (e dell'Ucraina) ha sempre sventolato.
Ma il sospetto è che siano stati emissari dello stesso Putin, direttamente o indirettamente, a far giungere quel messaggio al presidente di Forza Italia fin dentro Villa Grande, sull'Appia antica. Chi ha ascoltato con attenzione l'intervento di Berlusconi si è appuntato la parte finale: quella in cui dice di «non aver capito perché le truppe russe si siano sparse in giro per l'Ucraina mentre dovevano fermarsi intorno a Kiev».
È la stessa considerazione critica che Vladimir Putin avrebbe manifestato nelle ultime settimane ai generali russi. È l'ora degli interrogativi su possibili, nuove, ingerenze di Mosca sulla campagna elettorale italiana, stavolta attraverso un politico di primissimo piano e con un'audience altissima, considerato anche che l'imminenza della convention del centrodestra a piazza del Popolo ha ritardato rettifiche e precisazioni. Dall'entourage berlusconiano arrivano solo smentite ma l'ultimo episodio non può che rinverdire il mito del putinismo di Berlusconi, riportare alla memoria le missioni a Mosca con il fido Valentino Valentini, responsabile Esteri di Forza Italia per lungo tempo in ottimi rapporti con l'ambasciata russa (anche perché padroneggia perfettamente la lingua).
PAOLO SCARONI - SILVIO BERLUSCONI - ALEXEY MILLER - VLADIMIR PUTIN
La posizione di Berlusconi, dal giorno dell'invasione dell'Ucraina, è stata altalenante: il Cavaliere ha sempre ribadito pubblicamente la collocazione atlantista ed europeista del suo partito (l'ha fatto anche ieri) ma parlando a braccio, in più occasioni, si è lasciato sfuggire dichiarazioni critiche nei confronti della strategia italiana e degli alleati della Nato. L'apice a Napoli, il 20 maggio, dopo un pranzo a Marechiaro, quando disse che l'Europa avrebbe dovuto fare «una proposta comune di pace cercando di far accogliere agli ucraini le domande di Putin».
silvio berlusconi e vladimir putin 9
Anche ieri sera, a Milano, nel dare un giudizio negativo sulle leadership mondiali, il fondatore di Fi ha attaccato - senza citarlo - il presidente Usa Joe Biden: «Alcuni dicevano che bisognava trovare una mediazione con Putin per poi affermare che è un macellaio da mettere in galera». Il sentimento che Berlusconi prova nei confronti di Putin - spiega chi lo conosce bene - è quello dell'amico deluso. Da quel che si sa, l'ex primo ministro ha tentato diverse volte a contattarlo direttamente. L'ultimo intervento tv del Cavaliere - con l'idea che Putin sia "caduto" in una sorta di inganno perpetrato dai filorussi del Donbass - lascia sospettare che il filo non sia del tutto spezzato. Quanto basta, a due giorni dal voto, per avvelenare ancor di più il clima.