TRAGEDIA ALFANOIDE - QUAGLIARIELLO SMANIA PER UN MINISTERO, MA RENZI NON LO PUÒ VEDERE E PUNTA SU UNA DONNA PER IL POSTO DI DELRIO: SERENI, LANZILLOTTA O FEDELI - IL "QUAGLIA" HA BLOCCATO L'AVANZATA DI QUALUNQUE ALTRO NCD: O ME O NESSUNO

DAGOREPORT

quagliariello roccella letta caliendoquagliariello roccella letta caliendo

 

Tragedia in corso tra gli alfanoidi. Essere (ministro) o non essere (vicepresidente del Senato)? Il dubbio amletico di Quagliariello Gaetano, detto il Quaglia, sta mandando tutti ai pazzi, e rischia di far esplodere quel poco che resta del partituccio un tempo noto come Ncd. Non C’è Dignità. E infatti eccheqqua la storia di questi giorni.

 

Premessa renziana: a Matteo servirebbe un nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, magari con un po’ meno deleghe di Delrio, magari un po’ meno ingombrante, magari un po’ più di vetrina. Putacaso una donna. Meglio ancora se riconducibile alla sinistra del partito, in modo da fargli pure fare la figura del democratico.

 

gaetano quagliariellogaetano quagliariello

Le tre grazie in corsa sono la deputata Marina Sereni e le due senatrici Valeria Fedeli e Linda Lanzillotta. Tutte e tre vicepresidenti, una a Montecitorio e le altre due a Palazzo Madama. Promuoverne una a Palazzo Chigi libererebbe un posto parecchio appetibile al vertice di una delle due camere, e proprio lì, secondo il Pittifurbo, si potrebbe piazzare un qualche esponente di Ncd o Area popolare che dir si voglia, il quid senza quid, insomma ci siamo capiti: la galassia informe di Alfano.

Gaetano Quagliariello Gaetano Quagliariello

 

E qui è maturato il dramma. Perché il più furbetto del non-quid, Gaetano Quagliariello, ha subito annunciato sdegnosamente che lui di certo non si accontenta, vade retro!, di fare il semplice vice-presidente del Senato. Lui punta a fare il ministro. Chiarissimo. E anche in un dicastero di qualche importanza.

 

Quell’altro furbetto di Renzi, a cui il suddetto Quaglia sta parecchio sugli zebedei (e infatti manco vuol sentir parlare di una sua prossima trasmigrazione nel Pd), lo ha però furbamente liquidato con una scusa elegante: preferisco un ministro donna.

 

ALFANO E SCHIFANI ALFANO E SCHIFANI

E tutto ora si può dire del Quaglia: che è stato amico fidato di Marcello Pera, e quello oggi manco ne vuol sentir più parlare; sodale di Renato Schifani, contro il quale ha poi fatto ogni sorta di macumba per impedirgli di diventare capogruppo; sostenitore di Maurizio Lupi, del quale poi ha dichiarato con aria molto affranta che era meglio si dimettesse subito da ministro; ora è amico di Alfano (che già si tocca i maroni a scopo preventivo), ma donna no, purtroppo non lo è. Non ancora.

baldelli valeria fedeli gasparri giachettibaldelli valeria fedeli gasparri giachetti

 

Seccatissimo, il Quaglia ha pertanto bloccato la nomina di qualunque signora fosse anche pure lontanamente gradita all’odiatissimo Renzi: Chiavaroli Federica, Bianchi Dorina, Mazzoni Erminia, e chi più ne ha ne metta.

marina serenimarina sereni

 

Poi ha segato la nomina di qualunque altro esponente Ncd a qualunque possibile vicepresidenza, sia a Madama che a Montecitorio.

 

franco bassanini linda lanzillottafranco bassanini linda lanzillotta

Poi, già che c’era, ha stoppato il rimpiazzo di un sottosegretario (in quota del dimissionato senatore Antonio Gentile) e l’acchiappo di qualunque altro modello di poltrona da parte di chiunque in qualunque altro tipo di ente.

 

Insomma: o scegliete me, o non avrete nessun altro al di fuori di me.

 

DORINA BIANCHI DORINA BIANCHI

Ma con questa logica del Quaglia, Ncd-Area Popolare rischia di rimanere a secco di poltrone per molto, molto, molto tempo.

 

Anche troppo.

 

matteo renzi graziano delriomatteo renzi graziano delrio

E nel frattempo gli alfanoidi, inviperiti, gli tirerebbero il collo molto volentieri.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…