QUAL È IL PIÙ GRANDE PROBLEMA DI ROMA? LA MONNEZZA DAPPERTUTTO? IL TRAFFICO IMPAZZITO, I CINGHIALI A SPASSO, I RISTORANTI DELLA CAMORRA? NO, SECONDO “LA REPUBBLICA” E ORA ANCHE PER “IL MESSAGGERO”, ROMA TUTTA, PERIFERIE COMPRESE, È ANGOSCIATA NOTTE E DÌ PER LA CACCIATA DI ANTONIO MONDA CHE, DOPO 7 ANNI, CONSIDERA LA DIREZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA UN SUO DIRITTO DIVINO. E GIU’ PAGINATE ACCORATE, CON PIANTI DI SCORSESE E SORRENTINO, LAGNE DI TAVIANI E BELLOCCHIO, IN GLORIA DI UNA NULLITÀ VESTITA DI ARROGANZA
1 - FESTA DEL CINEMA SI TRATTA ANCORA SULLA GOVERNANCE
Lorenzo d'Albergo e Marina de Ghantuz Cubbe per “la Repubblica - ed. Roma”
Un'altra giornata di telefonate, incontri, contatti. La lunga marcia di avvicinamento alla definizione della governance della Festa del Cinema è scandita dagli appuntamenti tra i suoi protagonisti. Ieri lo snodo centrale è stato il faccia a faccia tra il sindaco Roberto Gualtieri e Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna e presidente ( ancora in attesa di investitura) della Fondazione Cinema per Roma.
Un'occasione per aggiornarsi sugli ultimi sviluppi e fare il punto sui prossimi passi. Il messaggio del primo cittadino è chiaro: avanti così. Con la massima indipendenza nella scelta della direzione artistica della manifestazione. Dalla partita si è dunque tirato fuori il Campidoglio, delegando a Farinelli. Anche il ministero della Cultura di Dario Franceschini non sta muovendo dito. Non c'è nessuna intenzione di inserirsi in un dossier che di ora in ora sta diventando sempre più delicato.
Tanti gli interessi in campo. Molte le sensibilità di cui tenere conto. Insomma, il mondo della cultura guarda alle mosse di Farinelli. Le ultime, prima del nuovo incontro con Gualtieri, risalgono a mercoledì. Il neopresidente della Fondazione ha incontrato Antonio Monda, direttore artistico della Festa da sette anni, e gli ha offerto di curare la rassegna Incontri ravvicinati. Si tratta del ciclo di autobiografie dal vivo dei big del grande schermo, condotto a mo' di botta e risposta davanti al pubblico dell'Auditorium.
L'offerta è stata rifiutata, ma con cordialità. Seguiranno sviluppi, nuovi contatti. Quindi una serie di consultazioni per sentire anche gli altri candidati in lizza per il posto di direttore artistico. Tra questi anche Paola Malanga, vicedirettrice di Rai Cinema. Si lavora a fari spenti. La ricerca non si chiuderà prima della fine del mese.
E dire che il primo cittadino, se avesse incassato subito il via libera di Farinelli, avrebbe chiuso subito la pratica affidandogli la direzione della Festa. Ma alla fine si è dovuto accontentare. Il direttore della Cineteca di Bologna ha dato il suo benestare alla missione capitolina. Ma solo a patto di avere un ruolo diverso, quello ( meno operativo, più politico) di presidente del cda della Fondazione. Veste in cui ora deve affrontare una partita delicata. Forse più di quanto pronosticabile prima di accettare l'incarico.
2 - DOVE INIZIA IL GRANDE FREDDO TRA MONDA E FABIA BETTINI
Lorenzo d'Albergo e Marina de Ghantuz Cubbe per “la Repubblica - ed. Roma”
gianluca giannelli fabia bettini
Raccontano che i rapporti tra i due siano a dir poco freddi. Che la frattura tra Antonio Monda e Fabia Bettini ormai non sia più ricomponibile. Che i due, direttore artistico della Festa del Cinema lui e co- organizzatrice della rassegna Alice nella città lei, si siano allontanati subito. Sette anni fa, quando Monda venne nominato per la prima volta curatore della manifestazione, la prima frizione sull'accordo che lega la creatura di Fabia Bettini al resto della manifestazione.
Questione di spazi, di convenzioni. L'inizio e la fine in una frazione di secondo. Da quel momento in poi la relazione tra Monda e Bettini, sorella dell'influente dirigente dem Goffredo, non è mai ripartita. La frattura è totale, anche solo a giudicare dai post su Facebook.
virginia raggi oliver stone fabia bettini foto di bacco
Prima di Natale, la curatrice di Alice nella città commentava così le polemiche dimissioni del fratello dal consiglio di amministrazione della Fondazione Cinema per Roma: « Alla Festa auguro di aprirsi, di creare un nuovo corso che gli consenta di instaurare un rapporto forte e continuativo con la città, costruendo un progetto davvero aperto e inclusivo che possa vivere 365 giorni l'anno, non solo 10».
È la stessa missione affidata dal sindaco Roberto Gualtieri al nuovo presidente Gian Luca Farinelli. Nel post di Fabia Bettini ovviamente non c'è nemmeno un riferimento a Monda. Se non l'auspicio di una sua rimozione: « Alice il prossimo anno compie 20 anni (non so quanti sindaci sono passati e di quanti colori, ho perso il conto) ed è pronta a dare il suo contributo. Portiamo donne competenti e con curriculum nelle governance culturali, nei ruoli chiave, e cerchiamo di svecchiare questo piccolo mondo antico». Le prossime nomine diranno che peso avrà avuto il post firmato Bettini.
3 - FESTA DI ROMA, SCORSESE: «MONDA? IL MIGLIORE DI TUTTI»
Gloria Satta per “il Messaggero - Cronaca di Roma”
paolo sorrentino antonio monda
La nomina annunciata di Gianluca Farinelli alla presidenza della Fondazione Cinema per Roma conferma la volontà del sindaco Roberto Gualtieri di valorizzare, davanti agli occhi del mondo, il peso culturale della Capitale e il suo legame inscidibile con il cinema.
Il direttore della Cineteca di Bologna, chiamato a succedere a Laura Delli Colli (che ha portato a casa ottimi risultati organizzando tra l'altro le due edizioni più difficili della Festa di Roma, quelle in piena pandemia) ha promesso che rilancerà attività e programmi. E, soprattutto, ha assicurato che nei prossimi giorni nominerà il direttore della Festa stessa, la cui 17esima edizione è in programma ad ottobre.
IDENTITÀ
martin scorsese e antonio monda
Dopo 7 anni, il mandato di Antonio Monda è scaduto e le voci sul futuro della kermesse si rincorrono. C'è chi si aspetta che, in nome delle quote rosa, venga affidata alla vicedirettrice di RaiCinema Paola Malanga, chi è sicuro della riconferma del direttore uscente e chi addirittura scommette che Farinelli finirà per estrarre dal cappello un direttore «fortissimo»: Nanni Moretti.
Ma qualunque sarà il nome scelto, i 7 anni orchestrati da Monda e scanditi da partecipazioni illustri anche dall'America (Tarantino, Scorsese, Anderson, Meryl Streep tra i tanti) hanno consolidato il rapporto della Festa con la città e costruito la sua identità internazionale, registrata da media di peso come Variety e Hollywood Reporter.
E qualcuno si chiede: perché cambiare una formula che ha funzionato? «Vi esorto vivamente a mantenere Antonio Monda nel ruolo di direttore artistico», prende posizione da New York Martin Scorsese, ospite della Festa sia nel 2018 sia nel 2019, «è essenziale per la cultura cinematografica e per me è inconcepibile che qualcun altro possa fare un lavoro migliore». Senza voler entrare nel merito del toto-nomina, loda l'operato di Monda anche il premio Oscar Paolo Sorrentino.
«Ha fatto un lavoro più che eccellente», dice il regista da Los Angeles, in attesa della notte delle stelle che lo vede candidato al secondo Academy per È stata la mano di Dio, «e non solo perché ha portato, come ci aspettavamo da lui, dei grandi nomi all'Auditorium regalando glamour alla Festa. Per me conta di più il fatto che sia riuscito, sia pure stretto tra Cannes e Venezia, a presentare in anteprima a Roma degli ottimi film destinati a rimanere e a fare un grande cammino internazionale».
carlo verdone paolo sorrentino antonio monda annalena benini
IL TALENTO
Per Paolo Taviani, che nel 2018 consegnò il riconoscimento alla carriera a Scorsese, il direttore uscente «ha fatto da ponte tra l'Italia e l'America riuscendo ad attrarre a Roma dei nomi di primo piano, malgrado la Festa non prevedesse premi che per registi e attori rappresentano una calamita. E il suo coraggio di organizzare un festival diverso è stato premiato».
antonio monda tony servillo piera detassis paolo sorrentino
Sulla stessa linea Marco Bellocchio: «Quello che ha fatto, Monda l'ha fatto molto bene coerente con il suo indirizzo culturale: legare il cinema italiano a quello americano», dice il maestro, «ha portato a segno anche qualche colpo, come invitare il film Lo chiamavano Jeeg Robot che era stato rifiutato da Venezia, anche i grandi festival possono sbagliare. Ed è stata proprio la Festa di Roma a rivelare e lanciare il talento di Gabriele Mainetti».