1. MA QUALE ROTTAMAZIONE! IN POCHI MESI MATTEO RENZI, SOTTO L’ALTO PATROCINIO DEL QUIRINALE, HA PROVATO A PIAZZARE AI PIÙ ALTI LIVELLI ISTITUZIONALI, CORTE COSTITUZIONALE E CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, SOLTANTO “AVANZI DI PARTITO” 2. UN “RICICLAGGIO” A CAMERE RIUNITE, ADDIRITTURA “SOLLECITATO” A FAR PRESTO DAL CAPO DELLO STATO, PER LUCIANO VIOLANTE, E L’AVVOCATO DELLO STUDIO PREVITI, DONATO BRUNO 3. GIÀ, UN CAPO DELLO STATO CHE ACCUSA DI “FRETTOLOSITA” QUANDO SCELGONO PER IL CSM L’”INELEGGIBILE” TERESA BENE: NEPPURE AL QUIRINALE SI ERA ACCORTI DI NULLA? 4. RE GIORGIO PER “RIABILITARE” IL RUOLO (CENTRALE) DEL PARLAMENTO FORSE AVREBBE FATTO MEGLIO A EVITARE CHE GLI ULTIMI TRE PRESIDENTI DEL CONSIGLIO (MONTI, LETTA, RENZI) CADESSERO (E NASCESSERO) SENZA UN PASSAGGIO ALLE CAMERE. CON UN VOTO DI FIDUCIA O DI SFIDUCIA. ESAUTORANDO IL RUOLO E LE FUNZIONI DI MONTECITORIO E PALAZZO MADAMA (O QUEL CHE RESTA) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SI E' MESSO FUORI DAL PARLAMENTO
DAGOANALISI
(ri)Detto che la prima Repubblica non è mai morta nonostante i falsi necrologi apparsi sui giornaloni dei Poteri marci, a firma congiunta Mieli&Scalfari all’avvio degli anni Novanta, e accertato che nell’ultimo ventennio neppure i suoi riti peggiori (lottizzazione) hanno tirato le cuoia sotto la spinta fustigatrice dell’antipolitica - il populismo caro ai Gabibbo alle vongole alla Stella&Rizzo -, va rilevato, parimenti, che in pochi mesi lo statista di Rignano sull’Arno, il tosco-cazzaro Matteo Renzi con l’alto patrocinio del Quirinale, ha provato a piazzare ai più alti livelli istituzionali, Corte costituzionale e Consiglio superiore della magistratura) soltanto “Avanzi di Partito”.
Un “riciclaggio” a Camere riunite, addirittura “sollecitato” a far presto dal capo dello Stato, per scegliere i nuovi componenti della Corte costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura (Csm). Due organismi di garanzia giuridica sanciti dalla sacra Carta che sono sotto la tutela (e la presunta autonomia) di Re Giorgio.
Già. Il presidente-girella che l’altro giorno dopo aver frustato pubblicamente (esternazioni) senatori e deputati a votare senza indugi per i nuovi membri della Consulta - in pratica la coppia (improponibile) Violante&Bruno che, nel frattempo, spedivano un sottosegretario, Giovanni Legnini, direttamente da palazzo Chigi a vice presidente del Csm -, stavolta ha accusato i parlamentari di “frettolosità” per aver indicato l’ineleggibile Teresa Bene per un posto a Palazzo dei Marescialli.
Insomma, l’ennesima “ammuina” di Napolitano sul cui ruolo presidenziale super partes ci sarà molto da discutere nei prossimi anni. Nell’attesa che venga rivalutato da morto pure il settennato di Francesco Cossiga, detto il Picconatore, i professori “à la carte” e i quirinalisti pigri (o peggio) in servizio sui giornaloni dei Poteri marci (o marciti) continuano invece a registrare (spesso a incensare) Re Giorgio e i suoi “papocchi”.
Mentre, come ha osservato giustamente sul “Corriere della Sera” il professore Michele Ainis, l’elezione “tardiva” dei giudici costituzionali da parte dei due rami del Parlamento “rappresenta la regola non l’eccezione”.
Per poi osservare che “questa regola opaca (…) dove la stessa designazione dei candidati si consuma in segreto (stavolta nella “loggia” coperta del Nazareno tra Renzi&Berlusconi, nda), mentre il segreto dell’urna li travolge”.
(ri) Detto che stiamo parlando di deputati e senatori non eletti ma “nominati” dai capobastone di partito (o quel che resta) grazie a una legge elettorale (Porcellum) bocciata dalla Corte costituzionale così da rendere il Parlamento per certi versi “illegittimo” (e impresentabile) a legiferare, forse i due rami del parlamento dicevamo – spronati da Re Giorgio –, avrebbero riacquistato credibilità e onore (perduti) nel votare alla Corte costituzionale, senza indugi, due “Avanzi di Partito” del calibro dell’ex magistrato e onorevole Pd, Luciano Violante, e l’avvocato immobiliarista dello studio Previti, Donato Bruno di Forza Italia?
O, in alternativa, premiando con un posto all’Alta corta il legale di fiducia di Berlusconi, Niccolò Ghedini, e l’ex braccio destro di Gianni Letta a Palazzo Chigi, Antonio Catricalà?
La domanda (paradossale) andrebbe rivolta a Ernesto Galli Della Loggia il quale, bontà sua e carità di patria (Paolino Mieli), sul “Corriere della Sera” invita le istituzioni a prendere esempio dal ruolo nobile e forte acquisito dalla Presidenza della Repubblica grazie a Napolitano. Re Giorgio che per dare il buono esempio alla Consulta ci ha mandato l’ex fidato collaboratore di Craxi, il socialista Giuliano Amato.
Già, un capo dello Stato che per “riabilitare” il ruolo (centrale) del Parlamento forse avrebbe fatto meglio a evitare che gli ultimi tre presidenti del consiglio (Monti, Letta, Renzi) cadessero (e nascessero) senza un passaggio alle Camere. Con un voto di fiducia o di sfiducia.
Cioè, di fatto, Napolitano ha esautorato il ruolo e le funzioni di Montecitorio e Palazzo Madama (o quel che resta). Forse in attesa di una nuova legge per il Senato (ordinamento anch’esso sollecitato dal Quirinale) che il suo autore, il leghista Roberto Calderoli, il papà della porcata Porcellum, definisce un Merdellum.
Una legge-popò che non ha fatto arricciare il naso né alla co-relatrice del provvedimento, la soave Anna Finocchiaro (Pd), né a Re Giorgio, solitamente così schizzinoso sulle regole del gioco istituzionali (violate e spesso stuprate).
Forse il Senato (ri)nato tra i contrasti dei padri costituenti ha avuto sempre, per dirla con il sommo giurista Pietro Calamandrei, un destino segnato anche se “era impossibile scindere l’organismo malato dal morbo che l’inquinava” (fascismo e partitocrazia).