QUANDO I GALLETTI DIVENTANO POLLI - I FRANCESI SBAGLIANO A ORDINARE I NUOVI TRENI: ORA DOVRANNO SPENDERE 50 MILIONI DI EURO PER ALLARGARE BINARI E SPACCARE MARCIAPIEDI!

1. UN TRENO PER L'EUROPA
Massimo Gramellini per ‘La Stampa'

La France. La grandeur. La perfection. Et voilà: dall'altra parte delle Alpi hanno costruito vagoni più larghi delle banchine dentro le quali sarebbero dovuti passare. Pare che sui fianchi metallici spuntino venti centimetri di troppo: le famose maniglie dell'amore (poignées d'amour). Rimettere i treni sul binario giusto costerà cinquanta milioni di euro pubblici, per lo scorno di monsieur Dupont (il francese medio) e la gioia di madame Le Pen (la francese smodata) a cui stavolta i voti arriveranno direttamente in carrozza. C'est pas possible!

E invece sì: basta che gli ingegneri preposti alla costruzione dei vagoni li progettino minuziosamente sulla carta senza mai degnarsi di alzare il sedere (le derrière) per andare a misurare dal vivo la larghezza di una banchina. Si sono fidati di dati antichi, di polverose mappe, quando sarebbe bastato recarsi nella più umile stazioncina di provincia con un righello. Ah, la présomption! (presunzione)! Ah, la paresse (pigrizia)! Ma da che monde è monde, sommando paresse e présomption si ottiene sempre una bêtise (stupidaggine).

Stiamo infierendo sui socievoli cugini, confidando nella loro proverbiale autoironia? Fosse successo a noi, ci avrebbero dedicato una sinfonia a base di smorfie di disgusto, scuotimenti di testa e raffiche di «mon Dieu!» Ma a noi non sarebbe mai potuto succedere, per la semplice ragione che qualche burocrate o contestatore avrebbe fermato la costruzione dei treni se non addirittura quella dei binari. Alla peggio avremmo spacciato i vagoni grassi per una nuova moda. Altra classe, se permettete. Noi le stupidaggini le sappiamo truccare da opere d'arte, e senza neanche darci tante arie.


2. TRENI EXTRALARGE, STAZIONI DA RIFARE - LA ‘SVISTA' DELLE FERROVIE FRANCESI
Stefano Montefiori per ‘Il Corriere della Sera'

Prima delle spiegazioni tecniche, delle giustificazioni e delle polemiche c'è il fatto, spietato.
Tra il 2009 e il 2010 le ferrovie francesi hanno ordinato 341 nuovi treni - più larghi di 20 centimetri rispetto ai precedenti -, e adesso si scopre che i vagoni non riescono a entrare nelle stazioni: bisogna spaccare i marciapiedi e allargare 1.300 binari in tutta la Francia, spendendo 50 milioni di euro.

Sembra una barzelletta, e infatti la relatrice generale del budget all'Assemblea nazionale, la socialista Valérie Rabault, dice «siamo lo zimbello della stampa internazionale», chiedendo le dimissioni del presidente delle Sncf, Guillaume Pepy, nonostante sia da sempre un manager vicino alla sinistra (era capo di gabinetto di Martine Aubry da ministra dei Trasporti).

Come è potuto accadere? Come non avere pensato a prendere le misure prima di fare l'ordinazione? Per contenere i danni e magari salvare le poltrone, i vertici di Sncf (che gestisce le stazioni e i treni, come le Ferrovie dello Stato in Italia) e di Rff (che si occupa dell'infrastruttura ferroviaria e dei binari, come l'italiana Rfi) dicono che è normale o quasi, che i lavori di ammodernamento delle stazioni sono frequenti, che per esempio ogni volta che i treni veloci Tgv arrivano in una nuova stazione occorre adattare i binari.


Ma un conto è prevedere e programmare per tempo alcuni interventi in determinate stazioni, un altro è non valutare la questione perché a nessuno viene in mente. Dal 2013, presa coscienza all'improvviso del problema, i funzionari di Rff stanno misurando più o meno di nascosto centinaia di stazioni francesi, per vedere quali possono già accogliere i nuovi treni e quali no.

Il censimento procedeva in imbarazzato silenzio, ma il segreto è saltato grazie al solito Canard enchaîné , il foglio satirico che ogni mercoledì o quasi rivela scandali e bizzarrie dei potenti di Francia.

Il governo ha reagito ordinando una inchiesta interna a Sncf e Rff che è attesa entro lunedì 26 maggio, e che dovrà determinare «quando è apparso che i marciapiedi delle stazioni dovevano essere adattati per permettere la circolazione dei nuovi treni, come gli esperti si sono accorti di questa necessità e come le decisioni sono state prese».
I nuovi Ter (treni espressi regionali) sono stati fabbricati dalla francese Alstom e dalla canadese Bombardier.

Sono più larghi di 20 centimetri per offrire più comfort ai passeggeri, e soprattutto rendere più facile l'accesso e l'uscita ai viaggiatori disabili. «È sconsolante - ha detto Ségolène Royal all'uscita del Consiglio dei ministri -, come è possibile prendere decisioni così lontane dalla realtà delle cose? I vertici di Sncf e Rff devono fare tutta la chiarezza possibile su una vicenda così stupida».

Il segretario del partito socialista, Jean-Christophe Cambadélis, dice che l'accaduto «è allucinante, francamente non vedo come i dirigenti possano restare ai loro posti, a guardare tranquillamente i treni che passano». Trecento binari sono stati già allargati in silenzio, nei mesi scorsi. Ne mancano solo mille.

 

 

i nuovi treni francesi troppo larghi per le banchine ferrovie francesi guillaume pepy di sncf le ferrovie francesi e jacques rapoport della rete ferroviaria i nuovi treni francesi troppo larghi per le banchine segolene royal un messaggio di auguri a valerie SÉGOLÈNEhollande segolene royal trierweiler julie gayet

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...