QUANTI SNOWDEN HANNO AGITO PER FREGARE LA NSA? È SE CI FOSSE UNA “RETE DI TALPE” NELL’AGENZIA?

Paolo Mastrolilli per "la Stampa"

Non ci sono solo le ricadute internazionali. Il caso Snowden è ancora aperto anche in America, perché le autorità vogliono capire come ha fatto a mettere le mani su un materiale di intelligence così vasto. Perciò hanno aperto un'inchiesta interna, che potrebbe avere risvolti penali, oltre all'incriminazione già nota dell'ex agente della National Security Agency.

Edward Snowden è stato formalmente accusato il 14 giugno scorso in Virginia di tre reati: furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni sulla difesa nazionale, e pubblicazione di materiale classificato. Nello stesso tempo, un Grand Jury indaga sulla US Investigations Services, cioè la società privata che aveva condotto i controlli di background prima dell'assunzione della talpa.

Il possibile reato è la violazione del False Claims Act, che persegue gli atti con cui il governo viene frodato. Usis avrebbe usato la tecnica «flushing», un controllo superficiale che utilizzava parecchie scorciatoie, ma così ha privato lo stato della verifica approfondita con cui forse si poteva bloccare l'ingresso di Snowden nei servizi.

La stessa comunità dell'intelligence, però, è sotto la lente. Edward ha sempre sostenuto di aver agito da solo, e non c'era da aspettarsi che puntasse il dito contro eventuali complici. La quantità e la diversità del materiale che ha raccolto, però, ha subito suscitato molti sospetti. Nessun mondo lavora a compartimenti più di quello dell'intelligence. In genere un agente non solo non sa a cosa sta lavorando il collega della stanza accanto, ma magari non sa neppure che quello è un collega.

Ognuno riceve e condivide solo le informazioni strettamente necessarie al ruolo e al compito che ha. Questo per garantire la funzionalità delle operazioni, ma anche la sicurezza degli stessi uomini, che così non possono essere facilmente identificati o rivelare informazioni compromettenti sui colleghi e sui servizi. In una simile condizione di lavoro, appare singolare che Snowden sia riuscito a mettere le mani su così tanti documenti, che non si limitano al suo ruolo e alla sua agenzia, ma toccano in sostanza l'intera comunità dell'intelligence americana.

Le ipotesi su cui si lavora, secondo fonti con una conoscenza diretta dei fatti, sono due. La prima, che gli addetti ai lavori vogliono considerare meno probabile, considera la possibilità di un gioco di squadra. Altri, in sostanza, avrebbero aiutato Edward nella sua ricerca. Se questa pista fosse confermata sarebbe un disastro. Lo scandalo si allargherebbe ancora, con ramificazioni davvero imprevedibili.

La seconda ipotesi, più plausibile, è quella della negligenza. Anche se Snowden avesse fatto tutto da solo, è evidente che come minimo c'è stata leggerezza nella sua gestione. Davvero era normale che avesse accesso a tutte le password che gli hanno consentito di entrare negli archivi da cui ha pescato per settimane?

Oppure qualcuno gli ha consentito una «clearance» superiore al dovuto? Poi c'è il problema delle tracce. Se un cittadino oggi affitta via Internet un'auto, nel giro di qualche ora riceve pubblicità mirate su qualunque sito visita, da parte della compagnia a cui si è affidato. Possibile che invece alla National Security Agency nessuno si sia accorto delle scorribande inusuali di Edward? Queste sono domande che mettono a rischio la credibilità del servizi americani, al loro interno, e nei rapporti con l'intelligence internazionale. Le risposte potrebbero accertare responsabilità penali.

 

LINDSAY MILLS FIDANZATA DI SNOWDENCORREA E SNOWDEN LINDSAY MILLS FIDANZATA DI SNOWDEN Edward Snowdens former home in Waipahu Hawaii article A C E DC x Edward Snowden LINDSAY MILLS FIDANZATA DI SNOWDEN

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO