MA QUANTO PIACE LA RAGGI PIGLIATUTTO AI POTERI FORTI? DALL’'ECONOMIST' AL 'GUARDIAN', DAGLI INDUSTRIALI ROMANI AL VATICANO, DA VESPA ALL'"ESPRESSO": TUTTI I CENTRI DI POTERE CHE CONTANO TIFANO PER LA CANDIDATA GRILLINA, MANCANO SOLO BILDERBERG E L’OPUS DEI - NON SOLO. VISTO CHE I SONDAGGI ANCHE RENZI HA INIZIATO A “TIFARE” PER SPEDIRE LA RAGGI SUL CAMPIDOGLIO: VEDIAMO CHE COSA RIESCE A COMBINARE IL MOVIMENTO 5 STELLE ALLE PRESE CON IL GOVERNO DI UNA CITTÀ IMPOSSIBILE CHIAMATA ROMA
1. 'THE GUARDIAN' CELEBRA RAGGI: PER ROMA UNA RIVOLUZIONE - 'PUNTO DI SVOLTA PER M5S CHE POTREBBE ANDARE OLTRE GRILLO'
(DIRE) - "L'avvocatessa Virginia Raggi rappresenta il partito euroscettico fondato da un comico, e cerca di scuotere la Citta' Eterna. Nella Roma che ha in mente Virginia Raggi, che compete per diventare il prossimo sindaco della citta', una nuova flotta di autobus viaggia in corsie preferenziali, il traffico scorre senza intoppi grazie a un sistema di semafori intelligente, la raccolta dei rifiuti avviene regolarmente e i contratti pubblici sono vagliati e gestiti con attenzione".
Inizia cosi' l'articolo che il quotidiano inglese 'The Guardian' ha dedicato quest'oggi a Virginia Raggi, candidata a sdindaco per il Movimento 5 stelle. "Potra' non sembrare un piano particolarmente ambizioso per una delle principali capitali europee- scrive il giornalista inglese- Ma per chi abita nella Citta' Eterna e conosce molto bene l'enorme gap tra la visione romantica della citta' e la realta' quotidiana di chi ci vive - i cassonetti strapieni, i trasporti pubblici inaffidabili, i parcheggi illegali dilaganti e i parchi pubblici trascurati, questo non e' azzardato definirlo una rivoluzione.
'La nostra visione e' quella di una citta' vivibile, prima di tutto, cosa che al momento non e', per tutti i Romani che vivono qui e per tutti i turisti che si ritrovano in una citta' devastata a molto difficile' dichiara Raggi".
2. I POTERI FORTI E IL FASCINO SOTTILE DELLA RAGGI
Giovanna Vitale per “La Repubblica - Roma”
Industriali, commercianti perfino il Vaticano mettono da parte la cautela. L’incertezza della partita elettorale, mai più imprevedibile e confusa di così, sta mettendo a soqquadro i cosiddetti poteri forti di Roma. I quali, negli anni passati, se non avevano ancora deciso su chi puntare, a due mesi dal voto avevano però già fissato una serie di incontri coi papabili più accreditati al soglio capitolino.
Stavolta però è diverso. L`agenda langue: almeno quella ufficiale, ché di pour-parler ce ne sarebbero stati invece tanti. Il motivo ha nome, cognome e ragione politica molto precisa: Virginia Raggi, Movimento 5 stelle. La forza più anti-sistema del sistema per eccellenza, quello romano appunto, la città del governo e delle grandi imprese pubbliche: al momento in testa in tutti i sondaggi. Da qui la curiosità, mista tuttavia a prudenza, delle principali associazioni e categorie della capitale.
A partire dagli industriali. I quali, secondo rumors attendibili, avrebbero già avuto contatti informali con la grillina. Che, se vorrà, sarà la benvenuta - avvertono in Via Noale - ma insieme agli altri candidati sindaci. In compenso la Confcommercio di Rosario Cerra l`ha già vista e la vedrà ancora. Così come alcune rappresentanze diplomatiche straniere. E richieste analoghe sono pervenute sia dal Vaticano sia dalla comunità ebraica. Perché a Roma sono spesso le lobby a far oscillare il sismografo elettorale. Molto prima dei cittadini.
3. CON L' ITALICUM M5S FA PAURA. ORA RENZI "SPINGE" PER LA RAGGI
Paola Zanca per il “Fatto Quotidiano”
Come la matematica insegna, cambiando l' ordine degli addendi il risultato non cambia: Matteo Renzi se ne sta drammaticamente rendendo conto, mentre guarda i sondaggi riservati sulle prossime elezioni politiche. Stampelle a sinistra, appoggi a destra, rinforzi al centro: comunque la giri, ad oggi, il ballottaggio dell'Italicum lo perde il Pd e lo vincono i Cinque Stelle.
virginia raggi canta al karaoke di radio rock 3
Le rilevazioni sono precedenti all' attentato di Bruxelles e non tengono conto, quindi, dell' allarme terrorismo che, potenzialmente, potrà ammorbidire le posizioni degli italiani nei confronti del governo in carica. Ma il trend negativo è ormai acquisito, tanto che già due settimane fa i dati di Ixè annunciavano il sorpasso dei grillini sui democratici, se la sfida dovesse diventare un faccia a faccia tra Matteo Renzi e (con ogni probabilità) Luigi Di Maio. Così a Palazzo Chigi si sono messi a ragionare sulla strategia per recuperare il terreno perso. E l' unico su cui il premier può sfidare i Cinque Stelle è la capacità di governare.
La campagna va avanti da tempo ormai, riassunta nell' hashtag #classedirigentemaddeche. Ma ora c' è bisogno di un salto da Twitter alla realtà: non bastano più i piccoli Comuni, i paesini, i passi falsi a Parma e Livorno.
I Cinque Stelle vanno messi alla prova sul serio e in una città ingarbugliata come Roma: solo così, alle prossime elezioni, si potrà plasticamente dimostrare l'incapacità (questa è la tesi) degli eredi di Grillo e Casaleggio.
Qualche settimana fa la senatrice M5S Paola Taverna aveva evocato nientemeno che il "complotto" per far vincere il Movimento. Ora è negli ambienti del Pd che si cominciano a collezionare gli indizi. Il primo, dicevamo, sono i sondaggi sull' Italicum, quelli che hanno fatto scattare l' allarme a palazzo Chigi.
Poi c' è la campagna elettorale di Roberto Giachetti. Oggi pomeriggio all' ex Dogana, prossima sede del suo comitato elettorale, riunisce gli eletti democratici romani. Le aspettative sono alte perchè, lamentano, finora nessuno si è fatto sentire. Roberto Morassut due giorni fa ha detto al Corriere della Sera che Giachetti non si è più fatto sentire praticamente dalla fine delle primarie: "Ci ho parlato una sola volta", ammette lo sconfitto.
Non era proprio quello che immaginava quando, la sera dei gazebo, è corso ai festeggiamenti in onore del vincitore. Qui non è tanto questione di malumori interni al Pd: è che quel mondo legato a Morassut - l' antirenziano dei due - doveva servire, nelle intenzioni iniziali, a convogliare su Giachetti anche un pezzo di sinistra, quella meno convinta della candidatura alternativa di Stefano Fassina. Per giorni si è cercato di convincere Massimo Bray a farsi avanti, poi, dopo il suo no, ci si era buttati su una sorta di "lista arancione" che affiancasse Giachetti nella campagna elettorale.
Invece anche questa idea sembra tramontata e tutta la sinistra sembra pronta a sostenere Fassina: che senso avrebbe, per Sel e affini, dividersi e rischiare la faccia per un Pd che è "fermo sulle gambe" (copyright Morassut) e sembra avere come massima ambizione quella di arrivare al ballottaggio?
Anche lì, infatti i sondaggi disegnano lo stesso quadro: vince Virginia Raggi, la Cinque Stelle. Ieri il quotidiano laburista britannico Guardian ha sostenuto che l' elezione della grillina "sarebbe una sconfitta umiliante per il partito democratico del premier Matteo Renzi". Solo che non sanno che la partita per lui si gioca nel secondo tempo. Il primo, il premier, immagina di passarlo alla stessa maniera di Francesco Storace: "Un'aula Giulio Cesare con 29 consiglieri grillini - ha detto - sarebbe meglio che andare al cinema".