gualtieri draghi meloni

CHE GIUBILEO! DRAGHI COMMISSARIA IL COMMISSARIO - IL SINDACO DI ROMA ROBERTO GUALTIERI RESTA COMMISSARIO STRAORDINARIO DELL'EVENTO MA TUTTI I POTERI, E I SOLDI DA GESTIRE PASSANO AD UNA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DEL TESORO: E' L'UNICO MODO PER SCAVALCARE LA BUROCRAZIA E COMBINARE QUALCOSA - A PRESIEDERE L'AGENZIA GIUBILEO 2025, MA SENZA DELEGHE OPERATIVE, E' MATTEO DEL FANTE, ATTUALE AD DI POSTE ITALIANE....

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

 

giorgia meloni mario draghi

E, zitto zitto, quel drago di Draghi- solito aplomb e sorriso tagliente- sfilò il Giubileo al Pd. Per lasciarlo in eredità alla Meloni.

 

«Vedrai, vedrai: qua, nel 2025 si cureranno le anime di tutti tranne che quelle di Gualtieri e soci. Non hai notato che, rispetto al Giubileo 2000 gestito totalmente da Rutelli, qua l'attuale sindaco di Roma non toccherà palla?». Lo storico dirigente che bascula tra Chigi e il Ministero dello Sviluppo, forte delle sue trenta crisi di governo e dei mille cambi d'esecutivo, inala voracemente una pasta alla gricia. E qui mi snuda la verità più terribile per il Partito Democratico romano.

 

Sta per partire la mitica Agenzia per il Giubileo, il miracolo del business post-pandemia, la grande macchina della cristianità che nel 2000 mosse un giro d'affari da 300 miliardi di lire; e il Presidente del Consiglio, con una mossa quasi impercettibile ai più, ha deciso di sfilare il costoso giocattolo al sindaco Dem. Ma Gualtieri, scusa, non sarà commissario straordinario, come lo fu Rutelli?

 

GIORGIA MELONI MARIO DRAGHI BY DE MARCO

MARGINE DI MANOVRA

«Ma và. Cioè: Gualtieri sarà ancora commissario straordinario dell'evento, ma non ha uno straccio di squadra, dato che tutti i poteri, e i soldi da gestire passano ad una società in house del ministero del Tesoro», continua l'alto dirigente. Mi spiega osservando nel piatto i rimasugli di pepe nero e guanciale, dando l'impressione di leggervi dentro il futuro dei Dem romani, come si fa con i fondi del caffè.

 

E, in effetti, nessuno, della mossa di Draghi, s' è accorto. Ma il margine di manovra dell'attuale sindaco di Roma e dei suoi sull'operazione Giubileo (laddove il commissario straordinario Rutelli fu signore a padrone assieme al cossighiano presidente dell'agenzia Luigi Zanda) sono, in realtà, risicatissimi, per non dire ornamentali.

LA DRAGHETTA - BY EMAN RUS

 

A presiedere l'Agenzia Giubileo 2025, a dirigere le danze e a gestire l'enorme mole di fondi sarà infatti il draghiano -attuale amministratore delegato di Poste Italiane- Matteo Del Fante; mentre l'amministratore delegato sarà Marco Sangiorgio. «Senza muovere un muscolo Draghi ha messo tutto tutto nelle mani del Ministero dell'economia: sarà un naturale legato per Giorgia Meloni, che si troverà comunque le cose già fatte...», ci ragguaglio il dirigente che chiude ingollando un maritozzo, suggerendomi l'inarrivabile metafora del magna-magna, evitato o meno.

 

Nel 2000 il Giubileo e il suo fiume di appalti e di opere pubbliche fece splendere la stella di Rutelli al Campidoglio, per dare l'abbrivio a quella, successiva, di Walter Veltroni. Oggi la stessa macchina dovrebbe servire a riattizzare l'economia romana fiaccata dal Covid e dalla guerra. La partenza operativa della stazione appaltante degli interventi dello Stato per agevolare l'evento, può contare su una dote finanziaria complessiva di 1,045 miliardi di euro da spendere entro il 2026, molti -indirettamente- messi a carico del Pnrr.

 

GUALTIERI 5

Trattasi di una mole di fondi che possono essere già investiti perché per gli interventi sono previsti già quest' anno 285 milioni. Poi sono 290 milioni per ogni anno nel 2023 e 2024. A disposizione, nell'anno della manifestazione religiosa, saliranno a 330 milioni mentre per quello successivo la dote è 140 milioni. Interessante, poi, dal punto di vista delle finanza pubblica è l'Investimento M1C3I4.3 Caput Mundi. Next Generation EU per grandi eventi turistici incluso nel Piano nazionale di ripresa e resilienza del costo complessivo di 500 milioni dieuro finalizzato alla riqualificazione e restauro del patrimonio culturale e urbano e dei complessi di alto valore storico-architettonico della città di Roma, alla valorizzazione e restauro di luoghi ed edifici di interesse storico e di percorsi archeologici, alla riqualificazione dei siti ubicati nelle aree periferiche, alla realizzazione di interventi...», recitano i documenti che sventola sotto il naso.

 

Ed ecco che ci torna in mente proprio l'approvazione in pompa magna, il 2 settembre scorso, delle linee guida degli interventi per il Giubileo della Chiesa cattolica del 2025, approvate a Palazzo Chigi davanti al sottosegretario Garofoli e al sindaco Gualtieri nel corso del Tavolo istituzionale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, e composto da rappresentanti delle amministrazioni centrali e locali e del Parlamento e da un pugno di ministri.

MATTEO DEL FANTE POSTE ITALIANE

 

Tanto per paragonare, nel 2000, a Roma su 2,6 milioni di abitanti ci furono 30 milioni di turisti di passaggio. Solo il Giubileo dei ragazzi attrasse 2,2 milioni di giovani. Oggi girano le stesse cifre. A livello d'appalti, in quest' edizione, c'è dentro di tutto: parcheggi, tunnel, sottopassaggi e sottovie, percorsi museali e itinerari giubileari, riqualificazione delle basiliche e del verde pubblico. Roba enorme. L'unico problema, semmai, è che siamo già in ritardo.

 

L'agenzia parte, per legge, quando il papa nomina il suo delegato per il Giubileo; e Francesco l'ha già fatto con monsignor Rino Fisichella. E per il Giubileo rutelliano la legge 651/1996 consentì l'erogazione dei primi fondi nel '97. Ma, insomma, oggi è come se Palazzo Chigi dicesse al Campidoglio: stavolta, con tutti i casini che abbiamo, non è più roba vostra.

 

ALBINO RUBERTI

ALTAMENTE INAFFIDABILI

Già, ma perché Draghi ha spostato la gestione del più grande evento religioso del mondo al suo ministero più pregiato, strappandola al Pd?. «Semplice. Perché quelli gli stanno sulle palle, e non si fida della cricca». Ah, ecco. «A cominciare da quel gentiluomo di Albino Ruberti, capo di gabinetto di Zingaretti in Regione Lazio, la cui lite con i fratelli De Angelis aveva fatto esplodere il Pd del Lazio stesso. Ti ricordi "in ginocchio o ti ammazzo?": ecco per Draghi, quella roba lì non è stato propriamente un'indicazione di affidabilità...», mi risponde l'alto dirigente arrivato oramai al caffè. Certo, il fatto che di Ruberti, oggi, escano nuovi audio sulle mascherine fantasma di Zingaretti gettando altro fango sul partito, non aiuta. Dagli amici mi guardi Iddio che dal Pd mi guardo io...

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...