QUEL SOTTO-MARINO DA AFFONDARE- CON LA SCUSA DI UN SEMINARIO I RENZIANI SI RIUNISCONO PER FARE LE SCARPE AL SINDACO MARZIANO: CADRA’ UN AUTUNNO O IN PRIMAVERA? – LA CANDIDATA E’ MARIANNA MADIA

Giovanna Vitale per “La Repubblica - Roma

 

ignazio marinoignazio marino

Ufficialmente è un contributo di idee per Roma e su Roma, un progetto a lungo termine e ampio respiro da condividere con le istituzioni, a partire da chi le guida, ma soprattutto con i cittadini. Nei fatti assomiglia tanto a un’Opa lanciata sul Campidoglio e forse persino sulla Regione Lazio, che punta dritto alle stanze non da molto occupate dal sindaco Ignazio Marino e dal governatore Nicola Zingaretti.
 

Il seminario a porte chiuse organizzato dall’associazione Pro-Demos, creatura di Angelo Rughetti, potente segretario generale dell’Anci e ora sottosegretario (renzianissimo) alla Pubblica amministrazione, sembra smentire fin dal titolo qualsiasi interesse all’attualità politica: “Roma 2025: un patto tra l’Italia e la sua capitale”.

 

Ma basta sfogliare il corposo dossier presentato ieri a una folta platea di amministratori (tra cui Marino), assessori e consiglieri comunali (Silvia Scozzese ed Estella Marino, D’Ausilio, Panecaldo, Coratti), ex come Umberto Croppi e parlamentari (da Fassina ad Astorre), oltre che al segretario pd Cosentino, per capire che dietro quella data volutamente lontana si nasconde qualcosa di assai più vicino e concreto: la preparazione del dopo-Marino, anche se ancora non si sa se e quando sarà. Potrà essere questione di mesi, come sussurrano in tanti, oppure di anni; poco importa: l’importante è farsi trovare pronti. E i renziani lo saranno.
 

ANGELO RUGHETTI ANGELO RUGHETTI

Il gruppo di intellettuali, economisti, consulenti e alti funzionari dello Stato che fanno parte del pensatoio rughettiano sono partiti da alcune domande: “Come sarà Roma tra 10 anni?Come la vorremmo? Cosa può concretamente diventare?”. E, prescindendo dagli obbiettivi fissati dalla giunta in carica, ha cercato di individuare «un ruolo per Roma nei futuri scenari globali che vedranno l’inarrestabile crescita delle cosiddette Top Cities: 600 agglomerati urbani che tra 10 anni ospiteranno circa un quarto della popolazione mondiale e produrranno il 60% del Pil».

 

Roma non sarà fra queste — sostiene lo studio illustrato da Alessandro Baccei (partner alla Ernst&Youg) e Alberto Stancanelli (consigliere di Palazzo Chigi) — ma «avrà comunque un ruolo globale per il suo valore culturale, spirituale e simbolico che ne fa uno dei “luoghi” necessari per definire cosa sia “occidente”». Per essere all’altezza della sfida deve perciò attrezzarsi: superare una serie di criticità, oltre a valorizzare gli asset di cui dispone (tre in particolare: turismo, sanità, education), soprattutto dotarsi di una nuova veste istituzionale «in grado di sostenere il suo sviluppo ».
 

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

Eccola la vera rivoluzione, l’unica — secondo i Rughetti boys — capace di restituire alla capitale d’Italia il ruolo che merita. Una riforma costituzionale che rafforzi e completi quella varata nel 2010 ma ancora in gran parte inattuata, che trasformi la città eterna in una sorta di città-Stato, con tanto di organi di governo e poteri legislativi su tutta una serie di materie: dal patrimonio storico-artistico a commercio, urbanistica e turismo, fino
a istruzione, edilizia scolastica e finanza locale.

 

«Una nuova infrastruttura istituzionale adeguata sia per scala di poteri che per gamma di funzioni», hanno spiegato Angelo Rughetti e Paolo Cuccia in apertura dei lavori, «che per nascere ha bisogno di un patto tra lo Stato, il Campidoglio e i cittadini». Lo Stato perché trasformi le sovvenzioni straordinarie attualmente erogate in «trasferimenti di natura ordinaria e permanente, comunque da incrementare».

Nicola Zingaretti Nicola Zingaretti

 

Roma Capitale perché faccia la sua parte ripianando il debito, razionalizzando la spesa e diminuendo la pressione fiscale che ha raggiunto livelli di guardia. I cittadini, che ne avranno solo da guadagnare in termini di servizi migliori, informazione e trasparenza.
 

E siccome a proporlo, con tanto di proiezioni statistiche e analisi approfondite, sono uomini di governo e delle più alte istituzioni nazionali, le possibilità che si faccia sono alte. A tutto beneficio del prossimo sindaco di Roma.

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