giuseppe conte beppe grillo matteo renzi

QUESTA VOLTA IL “VAFFA” LO RIFILA CONTE A GRILLO: “HA ASSUNTO PRECISI IMPEGNI CONTRATTUALI CHE LO OBBLIGANO A NON SOLLEVARE MAI QUESTIONI SULL’UTILIZZO DEL SIMBOLO. BEPPE NON VUOLE IL CAMPO LARGO? NON CREDO, LUI STESSO È STATO PROMOTORE DEL SOSTEGNO AL GOVERNO DRAGHI E NON PENSO VOGLIA RINNEGARE LA VOCAZIONE PRIMIGENIA DEL MOVIMENTO, FONDATA SU ECOLOGIA E GIUSTIZIA SOCIALE” – “RENZI? PER AGGREGARE UN DUE-TRE PER CENTO, SI FAREBBERO SCAPPARE TUTTI GLI ELETTORI DEL M5S E ANCHE UNA BUONA PARTE DI QUELLI DEL PD” – POI NON RIESCE A MARCARE LA DISTANZA DAL SUO AMICO TRUMP (CHE LO ENDORSÌ CON IL FAMOSO TWEET DEL “GIUSEPPI”): “SE VINCE NON È UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA…”

Estratto dell’articolo di Stefano Cappellini per “la Repubblica”

 

GIUSEPPE CONTE VS BEPPE GRILLO

Presidente Conte, il M5S è scosso dallo scontro tra lei e Grillo. C’è un rischio scissione?

«Non vedo questo rischio, abbiamo avviato un processo costituente inarrestabile per dare possibilità a tutti di esprimersi […]».

 

Gli ex M5S vicini a Grillo la accusano di aver trasformato il M5S in un partito personale.

«Si tratta di una sonora sciocchezza. Non ricordo che in passato sia mai stata fatta una costituente dal basso con piena libertà di defenestrare anche il leader o approvare indirizzi da lui non condivisi».

 

Forse di personale c’è soprattutto lo scontro Conte-Grillo.

IL POST DI BEPPE GRILLO CONTRO GIUSEPPE CONTE - 20 AGOSTO 2024

«Io stesso sono rimasto sorpreso della reazione di Grillo considerando che ha sempre predicato il principio fondativo della democrazia dal basso. Ora che questo si realizza, […] mi colpisce la sua volontà di porre paletti o predeterminare alcuni risultati».

 

E se il problema fosse la scelta di alleare il M5S con il Pd?

«Non credo, Grillo stesso è stato promotore del sostegno al governo Draghi».

 

Ma quello era un governo di emergenza nazionale che arrivava fino alla Lega. È cosa diversa che collocarsi stabilmente nel centrosinistra.

giuseppe conte in vacanza foto di chi

«Non penso Grillo voglia rinnegare la vocazione primigenia del Movimento, fondata su ecologia e giustizia sociale. E poi andare a destra che significa? Sottoscrivere questo obbrobrio di premierato e rompere la coesione sociale con l’autonomia differenziata?».

 

Esiste il rischio che Grillo si riprenda il simbolo?

«Grillo ha assunto precisi impegni contrattuali che lo obbligano a non sollevare mai questioni sull’utilizzo del simbolo […], che peraltro è già stato modificato più volte ed è registrato a nome dell’associazione del Movimento 5 Stelle e non di singole persone».

 

elly sclhein matteo renzi giuseppe conte partita del cuore

[…] Il Movimento 5 Stelle è dunque definitivamente nel campo largo?

«Campo largo è una formula giornalistica che non significa nulla. A me interessa costruire un’alternativa seria a Meloni […]. Si vanta di essere invisa ai poteri forti e invece si è raccomandata a loro». […] «Si è inchinata a Washington, si è accovacciata a Bruxelles e sul piano interno l’unica volta che ha provato ad alzare il dito contro le banche, con la tassa sugli extraprofitti, è subito tornata indietro con tanto di scuse».

 

Marco Travaglio, giornalista vicino al Movimento, ha appena detto al Corriere della sera che lei e Meloni siete gli unici leader impermeabili ai poteri forti.

«Rispetto il giudizio di Travaglio ma noto che Meloni, ammesso che fosse invisa ai poteri forti, ha fatto di tutto per diventare la loro beniamina».

GIUSEPPE CONTE MARCO TRAVAGLIO

 

È un difetto essere europeisti e alleati degli Usa?

«Per noi una politica progressista è quella che si batte per la pace, che impone una svolta negoziale sul conflitto russo-ucraino, che è intransigente con Netanyahu in Medio Oriente. Chi ha dignità non può essere complice dello sterminio di donne e bambini a Gaza e delle azioni criminali dei coloni in Cisgiordania».

 

Dice che Meloni si è inchinata a Washington. Ma lei cosa spera che accada negli Usa, una presidenza Harris o un bis di Trump?

conte trump

«Giudicheremo la prossima presidenza sui fatti. Alla convention democratica sono emersi temi interessanti e in linea con una forza progressista […]».

 

Di nuovo: Harris o Trump?

«Noi, come forza alternativa a Meloni per il governo del Paese, dovremo dialogare con qualunque presidente sarà eletto dai cittadini americani».

 

Molti considerano la vittoria di Trump una minaccia per la democrazia.

GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

«Non condivido, la libera scelta dei cittadini non è mai una minaccia per la democrazia.

Anche in Italia è un argomento che non ho mai usato contro Meloni». […]

 

Torniamo alle coalizioni: se si fanno tra diversi, perché non anche Matteo Renzi?

«Qui il problema è un altro. Per aggregare un due-tre per cento di voti, si farebbero scappare tutti gli elettori del M5S e anche una buona parte di quelli del Pd. In tanti mi fermano per strada e mi implorano di non imbarcare Renzi. Temono la sua capacità demolitoria, si è sempre distinto per farli cadere, i governi, anziché per farli durare. Senza contare le volte che in Parlamento ha votato con la destra».

 

GIORGIA MELONI GIUSEPPE CONTE - ATREJU

[…] Il centrodestra ha risolto da anni così la questione del candidato a Palazzo Chigi: il leader del partito che prende più voti va a Palazzo Chigi. Farete così anche voi?

«Questo è un criterio, ce ne sono altri possibili».

 

Le primarie?

«Non escludo nulla, ma è prematuro parlarne».

conte renziLOTTA CONTINUA TRA GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO - MEME BY EDOARDO BARALDI ENDORSEMENT DI TRUMP A CONTE BY STAINO renzi mejo dello sciamano di washingtongiuseppe conte e donald trump al vertice nato di londraDONALD TRUMP CHIEDE LA FINE DEL CONTEGGIO DEI VOTIgiuseppe conte risponde a giorgia meloni sul mes 9GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…