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LA QUESTIONE REGIONALE MORATTI SI È TRASFORMATA IN UNA QUESTIONE NAZIONALE - SE SALVINI, PERDENDO CON FONTANA LA LOMBARDIA, RISCHIA LA SEPOLTURA POLITICA, NEL PD STA DEFLAGRANDO LA MINACCIA DI SCISSIONE - IL CARICO ESPLOSIVO CHE HA SCATENATO LA CANDIDATURA CIVICA DI DONNA MESTIZIA LO LEGGIAMO OGGI NELL’EDITORIALE DI TRAVAGLIO CHE ELENCA LE NEFANDEZZE DELLA MORATTI BERLUSCONA - SULLA SINTONIA DI TRAVAGLIO TROVIAMO D’ALEMA E QUELLA METÀ DEL PARTITO DEM CHE FA A CAPO A BETTINI, ORLANDO, ZINGARETTI, BOCCIA, PROVENZANO CHE SPINGONO PER UNA SCISSIONE DEL PARTITO AL FINE DI CONVOLARE A NOZZE CON I 5 STELLE. TUTTI IN CORO, VOGLIONO UN NUOVO LEADER CHE SI CHIAMA GIUSEPPE CONTE. MA LE SCISSIONI NON PAGANO…

DAGOREPORT

LETIZIA MORATTI

La questione regionale Moratti si è trasformata in una questione nazionale. Se Salvini, perdendo con Fontana rischia la sepoltura politica, nel Pd infuria la rissa. La Lombardia, del resto, è una regione talmente importante perché traina gran parte del Pil con i suoi undici milioni di abitanti. Al pari del Lazio, altra rilevante regione in cerca di un governatore dopo le dimissioni di Zingaretti traslocato al Senato.

 

letizia moratti e silvio berlusconi

Le urne dovrebbero aprirsi, nello stesso giorno per Lombardia e Lazio, alla fine di febbraio. Tocco tragico: il congresso dei Dem è in agenda a marzo, ergo a febbraio non ci sarà ancora la nomina del successore di Letta e molti elettori delusi del Pd potrebbero votare Letizia Moratti.

MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE

 

Altra botta di tafazzismo: quello svalvolato meneghino di Pierfrancesco Majorino, oggi eurodeputato Pd, sta cercando di portare avanti la candidatura di Giuliano Pisapia, uno dotato del carisma di un’oca che era alla sinistra del Pd.

goffredo bettini con massimo dalema

 

Ma il carico esplosivo che ha scatenato la candidatura di Donna Mestizia con l’appoggio di Azione di Calenda e Renzi e, per ora sotterranea, di Beppe Sala e di ribelli anti-Salvini della Lega, lo leggiamo sulle pagine del Fatto Quotidiano, dove oggi Travaglio editorialeggia al cetriolo sulle nefandezze della Moratti berluscona.

 

renzi di maio calenda

Sulla sintonia di Travaglio troviamo D’Alema e quella metà del partito che fa a capo a Bettini, Orlando, Zingaretti, Boccia, Provenzano che spingono per una scissione del Pd al fine di convolare a nozze con i 5 stelle. Tutti in coro, vogliono un nuovo leader che si chiama Giuseppe Conte.

 

BEPPE SALA E LETIZIA MORATTI

Ma le scissioni non pagano. Sia D’Alema che Bersani hanno già dimenticato che la loro scissione dal Pd ha raggranellato un misero 1,7%. Come del resto è successo a Matteo Renzi che, mollando il Pd, pensava di portare a casa un 10% ed è atterrato al 2. Idem con patate per la fuoruscita di Di Maio, sepolto dalle urne.

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