riccardo di segni ghali

“GHALI HA PARLATO DI ‘GENOCIDIO’ A GAZA. IL PROBLEMA NON ERA CHE LUI NE PARLASSE, MA CHE NON VI FOSSE ALCUN CONTRADDITTORIO” - IL RABBINO RICCARDO DI SEGNI SCRIVE A “REPUBBLICA”: “LE SUE PAROLE SONO PASSATE COME UN MESSAGGIO DI PACE. CHE INVECE DI PACE NON È, È UN LINGUAGGIO IMPROPRIO, SCHIERATO, CHE SOTTO L’APPARENZA DELLA MISERICORDIA E DELLA CONDANNA DELLA GUERRA MESCOLA LE CARTE IN TAVOLA, SOVVERTE LA STORIA. CONTRO CHI HA PROTESTATO È STATO EVOCATO IL DIRITTO DELLA LIBERA PAROLA, SPECIALMENTE SE SI TRATTA DI ARTISTI, COME SE GLI ARTISTI AVESSERO PIÙ DIRITTI DEGLI ALTRI.

riccardo di segni foto di bacco (1)

Lettera di Riccardo Di Segni a “la Repubblica”

 

Caro Direttore, in momenti di crisi come questo si cita molto la frase, un po’ retorica ma molto consolatoria, che nei rovesci della sorte e nei problemi bisogna cogliere delle opportunità. Effettivamente un’opportunità ci sarebbe: resistere alla seduzione dei luoghi comuni, non seguire le idee, gli slogan e le ideologie appiattite alla moda. Sviluppare un senso critico. Cosa a cui dovrebbe educarci la scuola ma non so fino a che punto ci riesce. Una sfida che non molti raccolgono perché è certamente più comodo affogare nel trend generale. In questi giorni, tra le tante cose accadute, c’è stata una polemica intorno al Festival di Sanremo e la Rai.

 

MARA VENIER GHALI

Qualcuno ha protestato perché è stato consentito a un cantante di parlare di “genocidio”, con un evidente riferimento a Gaza. Il problema non era che lui ne parlasse, ma che non vi fosse alcun contraddittorio e che le sue parole passassero come un messaggio di pace. Che invece di pace non è, è un linguaggio improprio, schierato, che sotto l’apparenza della misericordia e della condanna della guerra mescola le carte in tavola, sovverte la Storia. Contro chi ha protestato è stato evocato il diritto della libera parola, specialmente se si tratta di artisti, come se gli artisti avessero più diritti degli altri.

 

BENJAMIN NETANYAHU ALLA SINAGOGA DI ROMA CON IL RABBINO CAPO RICCARDO DI SEGNI

Certo che ci deve essere il diritto di parola. Ma l’ente pubblico pagato con le nostre tasse dovrebbero garantirlo a tutti. E quanto alla parola, chi la dice e chi l’ascolta, dovrebbe soppesarne la qualità. In una canzone non si possono fare ragionamenti filosofici, ma frasi come “ma qual è casa tua, ma qual è casa mia.

 

Dal cielo è uguale, giuro” che hanno meritato la citazione del cardinale Ravasi su X, usando un po’ di quello spirito critico di cui si parlava prima, sembrerebbero proprio banali. Un giornalista, lodando la citazione cardinalizia, ha scritto che spesso esponenti della Chiesa sanno essere più liberali e moderni dei burocrati di Stato. È proprio qui il problema: siamo veramente sicuri che sia libertà la diffamazione senza diritto di replica e che certi concettini siano moderni?

ghali 1

 

Mi chiedo spesso, tanto più in questi ultimi mesi, da osservatore esterno e rispettoso, che però si trova coinvolto in questioni di relazioni interreligiose, quali siano le linee che guidano le posizioni prevalenti nella Chiesa Cattolica, in particolare nel conflitto di Gaza. C’è stato un continuo di dichiarazioni e di gesti dei massimi vertici e dall’altra parte una dinamica di appelli, proteste, polemiche, con conseguenti piccoli ritocchi e precisazioni.

riccardo di segni foto di bacco (2)

 

Ad esempio, a novembre c’è stata una lettera al Papa firmata da 400 esponenti religiosi ebraici, in cui gli si chiedeva una netta condanna del massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre, una condanna di coloro che negano il diritto di Israele ad esistere e difendersi, con una chiara distinzione tra il pogrom e l’autodifesa.

 

La risposta si è fatta attendere, è arrivata il 2 febbraio, e accanto a una ferma condanna dell’antisemitismo ha omesso qualsiasi riferimento diretto a Hamas. Parlando del processo di pace ha scritto che “il maligno, utilizzando mezzi diversi, è riuscito a bloccarlo”. L’antisemitismo è un “peccato contro Dio”, ma come si esprime l’antisemitismo oggi? E chi è il “maligno”? Qui è un’espressione teologica che copre l’imbarazzo politico di chiamare le cose come stanno, quale che sia il vero pensiero.

ghali 2 quarta serata sanremo 2024

 

Temo che nei ripetuti appelli della Chiesa alla pace, nella condanna della violenza di entrambe le parti che equipara tutti, nella condanna della reazione israeliana quale che fosse, già dall’indomani del 7 ottobre, vi sia l’espressione di un pensiero da una parte giustamente preoccupato, ma dall’altra un uso di luoghi comuni facilmente condivisibili che raccolgono ampi consensi, tuttavia lontani dalla realtà dei fatti. Davanti ai drammi e le sofferenze di tutti, lo spirito critico dovrebbe guidarci nel valutare cosa nascondono slogan e proclami, dove c’è una reale volontà di pace, e come poter essere insieme costruttori di pace.

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME