dario cusani matteo renzi

LEOPOLDI MA NON LEO-POLLI - LA RACCOLTA FONDI DEL GIGLIO MAGICO AVEVA INSOSPETTITO PERSINO DARIO CUSANI, FRATELLO GEMELLO DI SERGIO, IMPUTATO SIMBOLO DI MANI PULITE. INSIEME HANNO COSTITUITO NEL 2008 IN MEMORIA DEL PADRE LA FONDAZIONE, E VERSÒ 5MILA EURO ALLA CAUSA RENZIANA MA NOTÒ POCA TRASPARENZA: «CONOSCO QUESTO MODO DI FARE...»

 

Camilla Conti per “la Verità

 

I metodi usati dal Giglio Magico per finanziare la scalata di Matteo Renzi all' Italia hanno sollevato subito qualche dubbio anche dai supporters della prima ora. Come il signor Dario Cusani, presidente della omonima fondazione. E fratello - gemello - di Sergio Cusani, l' imputato simbolo di Mani Pulite. Insieme hanno costituito nel 2008 in memoria del padre la Fondazione che si occupa di progetti sociali per la formazione dei bambini.

 

dario cusani e domenico napoleone orsini

Ebbene, Dario che ne è presidente, il 13 novembre del 2012 invia una mail a Renzi. Sono i giorni della Leopolda che si terrà dal 15 al 17 novembre con lo slogan «Viva l' Italia viva» per lanciare l' assalto alle primarie. Cusani vuol dare il suo contributo volontario di 5.000 euro, ha provato a fare la donazione ma con carta di credito non è possibile e quindi ha bisogno di un Iban per il bonifico.

Palesa anche di voler costituire una cinquantina di comitati locali, con la precisazione che da oltre un mese sta chiedendo collaborazione tramite Ernesto Carbone, dal quale non avrebbe avuto nessuna risposta.

 

La lettera viene girata dallo staff a Luca Lotti che procede di gran lena con la raccolta di contributi. Lotti la gira a sua volta all' avvocato Alberto Bianchi sottolineando di chiamare il potenziale finanziatore e che è «urgente e fondamentale». Bianchi si mette subito in moto, chiama Cusani cui poi invia sempre per mail lo statuto della Fondazione Big Bang e l' indicazione degli estremi del conto corrente intestato alla stessa, sul quale effettuare il bonifico. Quanto alla costituzione dei comitati locali, Bianchi invita a chiedere informazioni alla «coordinatrice» Maria Elena Boschi di cui fornisce il numero di cellulare, ringraziando infine Cusani anche a nome di Matteo Renzi.

 

lotti renzi

Finisce la kermesse della Leopolda. Il 20 novembre arriva la risposta di Cusani che comincia ad esprimere qualche perplessità e a chiedere dei chiarimenti «non vedendo» quale fosse il collegamento tra «Fondazione Big Bang» e Renzi. «Siccome il danaro non lo rubo né mi piove dal cielo prima di versare 5.000 euro ho bisogno di capire a chi vanno», scrive Dario Cusani. Sostiene anche che gli Iban che gli sarebbero stati forniti, sia da un «ragazzo del comitato di Roma» sia dallo stesso avvocato della Fondazione Big Bang, non sono relativi a conti correnti intestati a Renzi. Cusani solleva poi il «tema dei soldi che vincolano» facendo espresso riferimento ai rapporti tra Renzi e Davide Serra citati in un articolo pubblicato sul sito web di Repubblica Firenze il 19 novembre dove si punta il dito sui 10 milioni di euro di CoCo bond di Algebris acquistati dall' Ente Cassa di Risparmio.

 

alberto bianchi boschi

Letto l' articolo, Cusani chiede dunque a Bianchi: «Matteo Renzi è una persona libera? Il mio consulente finanziario mi dice che 10 milioni di euro rendono a Serra 350.000 euro all' anno di fronte ai quali i miei 5.000 sono briciole, con la differenza che io non chiedo nulla in cambio a Renzi se non di portare avanti le sue idee che condivido, Serra invece,», si legge nella mail messa agli atti dell' inchiesta.

 

Bianchi risponde. «La Fondazione Big Bang. È la Fondazione di riferimento di Matteo Renzi, come dimostra il fatto che la presiedo io, e il cda è composto da Carrai (braccio destro di Renzi), Da Empoli (coordinatore del programma), Carbone (suo vecchio amico), Berruti (suo supporter e sindaco di Savona), Lotti (suo capo di gabinetto in Comune). Gran parte dei finanziatori della campagna ha versato lì i propri contributi. «Se lei preferisce, può contribuire in modo immediato e diretto alla campagna versando sul c/c del Comitato per la candidatura di Matteo Renzi, composto da me, da Carrai e Lotti [] », scrive l' avvocato toscano. E al versamento in favore della Fondazione, dà in alternativa quello «immediato e diretto» sul conto corrente del Comitato composto dallo stesso Bianchi, Carrai e Lotti. Sui «soldi che vincolano», l' avvocato sostiene, fra l' altro, che soltanto «qualche prevenuto e malevolo pensatore può ritenere che una Fondazione bancaria il cui cda è composto da 11 persone si lasci governare da due o tre consiglieri amici di Renzi, di cui solo uno nominato da lui».

 

Insomma, non si può cadere in simili trappole», aggiunge Bianchi, rassicurando Cusani che Renzi, «per formazione e credo, è completamente libero da chiunque, ha un atteggiamento di assoluta libertà rispetto al denaro, e risponde solo ai suoi elettori».

carrai renzi

Cusani pare essersi tranquillizzato: la donazione risulta effettuata il 24 novembre, prima dell' esito delle primarie, a favore del «Comitato per la candidatura di Matteo Renzi» e non a favore della Fondazione. Tutto è bene quel che finisce bene?

 

Non proprio. Perché qualche mese dopo, il 20 maggio del 2013, Dario Cusani torna a scrivere a Matteo Renzi e a Bianchi. Dopo aver sentito «un po' di commenti critici sulla trasparenza delle donazioni che non sarebbero state messe online», Cusani chiede al sindaco di Firenze e all' avvocato il motivo per cui non ha trovato il suo contributo né sul sito di Renzi né sul sito della Fondazione Big Bang. Bianchi risponde che la donazione non è stata a favore della Fondazione, ma a favore del «Comitato per la candidatura di Matteo Renzi», che il Comitato ha cessato la propria attività «in esito alla conclusione della campagna per le primarie per cui nacque», e che sul sito www.matteorenzi.it resta pubblicato solo il rendiconto finale delle spese sostenute.

 

Pertanto, non sono «più online i nomi dei finanziatori». E qui Cusani sbotta: «la sua mail», scrive il 3 giugno del 2013, «ha il sapore di una presa in giro fatta poi a un napoletano come me che ben conosce il gioco delle tre carte».

 

E ancora: «Ben conosco questo modo di fare perché ho avuto mio fratello gemello Sergio che con Tangentopoli si è fatto otto anni di carcere per la madre di tutte le tangenti». Morale? L' avvocato Bianchi fa marcia indietro e assicura che sul sito Internet della Fondazione Big Bang avrebbe trovato «a breve il suo nome e cognome tra i finanziatori del defunto comitato».

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)