meloni rossi sergio marano agnes

RAI, PATRIA E FAMIGLIA! DIETRO IL FESTIVAL "ANCIEN REGIME", LA PREOCCUPAZIONE DEI VERTICI RAI DI ACCONTENTARE GIORGIA MELONI CHE AVEVA CHIESTO: “NIENTE CASINI”. TRADOTTO, NIENTE CASI COME GHALI PRO-PALESTINA O LE SCARPE SPONSORIZZATE DA JOHN TRAVOLTA - "REPUBBLICA": "È UNA RAI PARALIZZATA DAGLI SCONTRI INTERNI: SOPITO QUELLO TRA ROSSI E ROBERTO SERGIO, SOTTO LA POLVERE COVA IL FUOCO DEL PRESIDENTE REGGENTE ANTONIO MARANO" - "GLI ASPIRANTI PRESIDENTI SIMONA AGNES E ROBERTO NATALE. LEI DESIGNATA MA MAI ELETTA, CON GRAVE SCORNO DI FORZA ITALIA. LUI EX SEGRETARIO USIGRAI, IN QUOTA AVS" – NOA E MIRA AWAD CANTANO "IMAGINE" CHE MELONI AVEVA DEFINITO “L’INNO DELL’OMOLOGAZIONE MONDIALISTA”

Annalisa Cuzzocrea per la Repubblica - Estratti

 

 

giorgia meloni in versione ducetta

Ma dov’è finito Tolkien? E l’egemonia culturale, com’è che a Sanremo non c’è modo — per la destra — di riprendersela?

 

Perché anche se l’abito di Carlo Conti sembra arrivare direttamente dal 1951, l’anno in cui il festival esordì (ma alla radio). E la prima fila in platea sa di apparato Rai, grigio come in un film di Ettore Scola, la sorpresa più grande resta il Papa, che ha appena mandato una lettera ai vescovi americani per dire che le deportazioni forzate sono un male e finiranno male.

 

Ed è bastata una domanda di Striscia la notizia — evidentemente non più un programma amico — per far dire a Elodie che, carisma o non carisma, non voterebbe Giorgia Meloni nemmeno se le tagliassero una mano. Bisogna capirli, Giampaolo Rossi, alla sua prima prova da amministratore delegato, il suo predecessore Roberto Sergio, direttore generale — e soprattutto, la cosa di cui pare andare più fiero, direttore di Rai San Marino. Preoccupati dell’unica cosa che ha chiesto quest’anno Giorgia Meloni: «Mi raccomando niente casini».

 

carlo conti antonella clerici gerry scotti foto lapresse

Tradotto, niente gestioni imbarazzate di casi come quello di Ghali o delle scarpe sponsorizzate di John Travolta, niente polemiche sopra le righe, niente che superi i confini dell’Italia soprattutto. Ma dov’è finita l’ambizione di fare su tutto una contronarrazione che programmi e tg Rai già incarnano, e che Sanremo fatica a mostrare?

 

La politica, per ora, è acquattata.

 

In attesa. Terrorizzata dallo scivolone. Parola d’ordine: non cadere nelle provocazioni. Neanche in quelle di Maria Rosaria Boccia, che arriva all’Ariston e posta video da dentro al teatro in caso qualcuno abbia dimenticato la figuraccia, con annesse dimissioni, fatta fare all’ex ministro della Cultura Sangiuliano.

 

ROBERTO SERGIO - SIMONA AGNES - GIAMPAOLO ROSSI AL GIUBILEO DELLA COMUNICAZIONE IN VATICANO

Quella in prima fila è una Rai paralizzata dagli scontri interni: sopito quello tra Rossi e Roberto Sergio, che giura, dopo aver sperato di non dovergli cedere il posto: «Collaboriamo. Conti lo abbiamo scelto insieme. Poi io mi diverto a organizzare il festival di San Marino», sotto la polvere cova il fuoco del presidente reggente Antonio Marano. Leghista, e già solo per questo un problema da risolvere. Lo hanno eletto presidente di Confindustria Radio Tv, dovrebbe rinunciare alla reggenza di viale Mazzini, ma non molla.

 

C’è anche lui a fare il giro delle maestranze del teatro Ariston con ad, dg e con gli aspiranti presidenti Simona Agnes e Roberto Natale. Lei designata ma mai eletta, con grave scorno di Forza Italia. Lui speranzoso ex segretario Usigrai in quota Avs, «la Vigilanza non lo farebbe mai passare», dice ancora Sergio. Che vede una sola strada: qualcuno in cda deve dimettersi, e una nuova figura deve arrivare.

antonio marano

 

Tutto accadrà dopo Sanremo ed è indispensabile che vada liscio: Meloni ha messo in Rai il suo uomo più fedele, non può permettersi altri fallimenti della sua classe dirigente.

 

E si affretta a far smentire che la Rai c’entri qualcosa con l’arrivo in platea dell’eurodeputato leghista Vannacci: «Non l’abbiamo invitato noi». Gioca a nascondino la politica. Tenta di anestetizzare il conflitto tra Israele e Palestina con la bellissima performance di Noa e Mira Awad. Forse addirittura dimentica che quattro anni fa Meloni aveva definito Imagine di John Lennon «l’inno dell’omologazione mondialista».

 

giampaolo rossi roberto sergioSimona Agnes - Giampaolo Rossi - Federica Frangi - foto lapresseroberto nataleDavide Di Pietro Roberto Natale Simona Agnes Giampaolo Rossi Federica Frangi Antonio Marano Alessandro Di Majo - foto lapressesimona agnesroberto sergio giampaolo rossi

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