LA RESA DEI CONTI – MESSO IN UN ANGOLO DALLE GIRAVOLTE DEL PREMIER COATTO, BERLUSCONI ALZA IL TIRO: ENTRARE IN MAGGIORANZA O FAR SALTARE TUTTO - PRIMA EVOCA IL RIMPASTO, POI MINACCIA SULLA RIFORMA COI SUOI 17 SENATORI DISSIDENTI - “SE RENZI VA A SBATTERE...”

Tommaso Labate per “Il Corriere della Sera

 

silvio berlusconi silvio berlusconi

«Uno dei problemi di Renzi è che politicamente non può reggere una maggioranza con un partitino come Ncd che, insieme all’Udc, non arriva al 5 per cento. Gli ci vorrebbe un rimpasto...».


Domenica mattina, leggendo dai giornali dell’esito dell’assemblea nazionale del Nuovo centrodestra, Silvio Berlusconi affida questo pensiero a pochissime persone fidate. Le risposte alfaniane alla lettera-appello per la riunificazione del centrodestra, ovviamente, non gli sono andate giù. E le poche persone che ascoltano questa sua analisi — compreso quello strano passaggio sul «rimpasto» — sono pronte a scommettere che la stessa sarebbe stata ribadita nell’incontro con Matteo Renzi.

matteo renzimatteo renzi


L’incontro è in calendario. Viene confermato da fonti del Partito democratico al punto che ieri mattina l’indiscrezione viene raccolta e rilanciata dalle agenzie di stampa. Ma all’improvviso, a metà di ieri pomeriggio, il faccia a faccia tra Renzi e Berlusconi — che sarebbe dovuto andare in scena oggi a Palazzo Chigi — viene rinviato. Colpa di «un’indisposizione» dell’ex Cavaliere, dicono a Roma. «Ha la febbre a 38 e mezzo e rimarrà lontano dalla Capitale per tutta la settimana», giura chi ci ha parlato.


Eppure, il mistero su quella presa di posizione «privata» di domenica rimane. Alimentato da voci autorevoli di Forza Italia secondo cui, in prospettiva, Berlusconi avrebbe in testa non solo di ribadire «la blindatura» del Patto del Nazareno. Ma anche di «fare un passo» verso la maggioranza di governo.


Sembra ovviamente fantapolitica. Anche perché, altrettanto ovviamente, pare difficile che Renzi apra spiragli su un nuovo patto di maggioranza che metterebbe in pesante difficoltà il partito di Alfano. Ma sta di fatto che, nel momento in cui l’Aula del Senato sembra trasformata in una polveriera, qualcosa — sull’asse Arcore-Roma — potrebbe muoversi presto. O essersi già mossa.

angelino alfano pennarello argento angelino alfano pennarello argento


Non sembra un caso se, sempre ieri, molti esponenti del Nuovo centrodestra abbiano avvicinato gli sherpa renziani per metterli in preallarme. «Molte cose, al Senato, non tornano. C’è un’atmosfera strana. State attenti che Berlusconi non faccia saltare tutto», è stato l’avviso che gli alfaniani hanno indirizzato al ministro Boschi. Il tutto proprio negli stessi minuti in cui l’incontro tra Renzi e Berlusconi veniva rimandato.
 

L’allarme, l’ex Cavaliere, l’aveva lanciato per tempo. «Il Senato è un’istituzione di duemila anni che non si lascerà cancellare in pochi giorni», aveva mandato a dire a Renzi subito dopo la sua assoluzione. E ancora, qualche giorno dopo, «noi manteniamo i patti ma ho almeno diciassette senatori di Forza Italia che potrebbero votare contro». Una cifra che, dopo le aperture di Grasso ad alcuni voti segreti, probabilmente va rivista al rialzo.

PIERO GRASSO AL SENATO PIERO GRASSO AL SENATO

 
C’è la ribellione di un pezzo di Forza Italia dietro lo scenario di rinviare il voto a settembre? Oppure c’è la manina di Berlusconi in persona dietro i tumulti del gruppo forzista del Senato? Giovanni Toti smentisce: «Noi stiamo portando a Renzi l’acqua con le orecchie. Che cosa ci può chiedere di più?», si interrogava ieri pomeriggio il consigliere politico dell’ex premier.

 

E, subito dopo, aggiungeva: «Noi, dopo aver dato la nostra disponibilità a fare le riforme, stiamo a vedere quello che succede. Se la riforma va in porto, siamo tutti felici. Se poi Renzi va a sbattere, invece, vedremo quello che succede dopo l’impatto...». Oltre quei puntini di sospensione c’è evidentemente quel «non detto» che l’ex Cavaliere, per adesso, forse potrebbe tenere per sé. O forse no. 

Giovanni Toti Giovanni Toti

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...