LE MANI IN TASK (FORCE) – ENZINO AMENDOLA NON LO DICE CHIARAMENTE MA TRA LE RIGHE FA CAPIRE COSA PENSA DELLA CARICA DEI 300 TECNICI DI CONTE: “SERVE UN SOGGETTO ESECUTORE VELOCE, EFFICACE E CON NORME BEN CHIARE” – LA MAGGIORANZA LITIGA SUI 6 MANAGER CHE DOVRANNO GUIDARE I PROGETTI: IL PD VORREBBE PERSONALITÀ DI SPICCO PROVENIENTI DALLA GRANDE IMPRESA, PALAZZO CHIGI FRENA (NON BISOGNA OSCURARE IL RE SÒLA “GIUSEPPI”) – I MINISTERI BATTONO CASSA E HANNO GIÀ CHIESTO 600 MILIARDI, MA BISOGNA SCENDERE A 209
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1 - AMENDOLA: UN UNICO SOGGETTO ATTUERÀ I PIANI DEL RECOVERY FUND
Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
«Nei prossimi giorni con il presidente del Consiglio invieremo una nota di aggiornamento sulle linee guida del piano (nazionale di ripresa, ndr ): linee guida, piani, priorità perché vogliamo che il Parlamento segua passo passo questo questa elaborazione» per accedere alle risorse di Next Generation Ue.
Il ministro agli Affari Enzo Amendola parla di Recovery Fund e ripresa con il vicedirettore del Corriere della Sera , Daniele Manca, all' Economy Talk organizzato dalla della Rcs Academy Business School.
GIUSEPPE CONTE IN UN MOMENTO DI PAUSA DURANTE LE TRATTATIVE SUL RECOVERY FUND
Il ministro Amendola mette subito in chiaro che «il piano non sarà una legge di bilancio perché sarà concentrato su quattro capitoli».
Alla transizione verde andrà il 40% dei fondi Ue e a quella digitale il 20%, in linea con le priorità indicate dalla Commissione.
«Metodo e cronoprogramma sono individuati a Bruxelles», ha ricordato Amendola soffermandosi sulla governance, che in questi giorni sta facendo discutere.
L' ipotesi circolata è che i finanziamenti del Recovery fund siano gestiti sia dal Comitato interministeriale affari europei, guidato da Amendola, sia da una cabina di regia politica che farebbe capo al premier Conte, al ministro dell' Economia, e al Mise ma affiancati da un comitato esecutivo costituito da 6 manager.
«Dobbiamo costruire e definire un soggetto attuatore esecutore di tutti i progetti, selezionati dal governo e dal Parlamento - ha spiegato Amendola-. Questo patrimonio di interventi e progetti deve avere un soggetto esecutore che sia veloce, efficace e con norme ben chiare». Next Generation Eu è uno strumento per fronteggiare l' emergenza e infatti il suo impiego sarà limitato nel tempo.
«Il vero punto - ha osservato il ministro - sono le norme che l' Ue ci chiede, in modo che questo intervento economico si realizzi in maniera veloce, in quanto il piano ha un' impegnativa 2020-2023 e un' esecuzione finale 2020-2026». Il no di Ungheria e Polonia al bilancio Ue «sta già procurando rallentamenti nel cronoprogramma, ma nel prossimo Consiglio europeo speriamo di sminare questo veto».
SANCHEZ CONTE RUTTE ALLA DISCUSSIONE SUL RECOVERY FUND
I 209 miliardi destinati all' Italia non sono però un assegno in bianco. Da parte della Commissione Ue «il monitoraggio sarà continuo» e nel caso in cui «gli stati di avanzamento non si realizzeranno, la pena sarà abbastanza dolorosa, perché perderemmo le risorse».
Come sarà il «soggetto esecutore» è in fase di definizione. Amendola ha però avvertito: «Io non sono un ministero di spesa. Non ci sarò nella cabina di regia. Noi abbiamo i rapporti con Bruxelles». E ha ricordato che l' Italia sta seguendo «il cronoprogramma di Bruxelles, a settembre abbiamo presentato le linee guida come ci è stato richiesto, le abbiamo fatte discutere al Parlamento».
È in corso un «dialogo informale con la task force della Commissione che da ottobre va avanti: ogni settimana ci scambiamo note, idee e progetti, perché questo ci è stato richiesto dalla Commissione e andremo avanti fino all' ora X che sarà l' anno prossimo, vedremo quando, ci sarà la presentazione ufficiale». In questo quadro, «nei prossimi giorni» il governo invierà la «nota di aggiornamento al Parlamento».
Sulla governance il ministro è tornato anche durante il question time alla Camera: la Commissione nelle linee guida del 17 settembre indica che è «indispensabile un meccanismo non ordinario di attuazione e gestione dei progetti» del Recovery fund, e Bruxelles «si aspetta che tutti i 27 Stati membri dell' Ue siano in grado di garantire la necessaria capacità amministrativa per l' effettiva attuazione dei piani».
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2 - RECOVERY, SABATO VIA ALLA CABINA DI REGIA MA È SCONTRO SUI NOMI DI CHI LA GUIDERÀ
Estratto dell’articolo di Roberto Petrini per “la Repubblica”
(…) Concretamente al nastro di partenza ci saranno 60 progetti, divisi in 6 missioni, guidate da 6 manager che dovranno occuparsi di dieci progetti a testa.
Ma proprio sui nomi e sui profili dei sei manager nelle ultime ore si aperto un braccio di ferro all' interno del governo: una parte del Pd vorrebbe procedere subito con supermanager di spicco provenienti dalla grande impresa, mentre Palazzo Chigi frena sui tempi e sostiene che ci vorrebbero nomi anche non altisonanti ma che siano soprattutto vicini alla media e piccola impresa italiana; inoltre il premier non sarebbe orientato a scegliere subito i nomi per evitare che scatti la corsa per occupare le 6 superposizioni.
giuseppe conte vincenzo amendola
(…) Quanto alla ripartizione delle risorse per tipologia, è certo che il piano italiano destinerà il 57 per cento del totale al green (inteso come riconversione ecologica di siti industriali) e alla digitalizzazione (riguarderà le imprese e lo Stato con egual impegno).
Un occhio particolare sarà destinato ad Industria 4.0 e forti investimenti sono previsti in progetti che investiranno il settore pubblico (digitalizzazione della pubblica amministrazione) e il settore privato (con serv izi alla clientela e cashless). Tutto ciò in un quadro di sviluppo infrastrutturale dove figureranno la banda larga, il 5G e anche il 6G.